Vittima d’amore
O spine trafiggenti
che mi fasciate il capo,
io voglio, bramo e chiedo:
nessuno mai vi veda!
A gloria del mio Dio.
O mani mie forate,
agite con prontezza,
ma trattenete il sangue,
se l’occhio altrui v’osserva.
A gloria del mio Dio.
O piedi miei feriti,
andiamo avanti e indietro
con passo non incerto,
con vigoroso slancio.
A gloria del mio Dio.
O cuore mio squarciato,
tu batti forte, forte.
Avanti! Come atleta,
che non si stanca mai.
A gloria del mio Dio.
O timbro di mia voce,
ti prego non tradire,
l’amore che ti scalda
né il pianto che ti spegne.
A gloria del mio Dio.
P. G. Alimonti, Uno con l’Agnello, p 83