Undici giorni prima
Padre Pio: figlio di San Francesco, religioso cappuccino, fondatore dei Gruppi di Preghiera e della Casa Sollievo della Sofferenza, Padre di una moltitudine di anime sparse nel mondo, mistico con le piaghe di Gesù visibili nel suo corpo da oltre cinquant’anni è alla fine della sua
vita terrena.
Ministro della misericordia di Dio nel sacramento della Riconciliazione, dove trascorre molte ore ogni giorno.
Figlio obbediente della Chiesa per la quale prega incessantemente e difende con ardore e si immola sulla croce con Gesù.
Per anni combatte battaglie cruente e spaventose contro il nemico di Dio e delle anime.
Trascorre ogni notte le ore disponibili nell’incessante supplica per la conversione dei peccatori, la salvezza delle anime e il suffragio dei fedeli defunti.
Il dramma degli infermi è nel mezzo del suo cuore.
Nella sua carità senza limiti, all’offerta della preghiera e del proprio sangue, unisce le offerte dei suoi figli spirituali per costruire uno degli ospedali più attrezzati ed efficienti del meridione d’Italia.
Egli lo vuole “tempio di scienza e di fede” dove l’infermo insieme alla cura del corpo, trovi il conforto della fede e dove la carità deve rifulgere in tutti gli operatori sanitari come rifulge nel suo cuore sacerdotale.
Viene a conoscenza del dolore che affligge il Papa per la contestazione e la disobbedienza di molti, cattolici compresi, alla recente enciclica “Humanae Vitae”.
Mancano soltanto undici giorni al suo addio al mondo.
Da figlio obbediente alla Chiesa, da sacerdote innamorato di Gesù e immolato per le anime, scrive una lettera al Santo Padre.
È il suo testamento: “Santità, so che il vostro cuore soffre molto in questi giorni per le sorti della Chiesa, per la pace nel mondo, per le tante necessità dei popoli, ma soprattutto per la mancanza di obbedienza di alcuni, perfino cattolici, all’alto insegnamento che voi, assistito dallo Spirito Santo e nel nome di Dio, ci date.
Vi offro la mia preghiera e sofferenza quotidiana, quale piccolo ma sincero pensiero dell’ultimo dei vostri figli, affinché il Signore vi conforti con la sua grazia per continuare il diritto e faticoso cammino, nella difesa dell’eterna verità, che mai si cambia col mutar dei tempi.
Anche a nome dei miei figli spirituali e dei Gruppi di Preghiera vi ringrazio per la parola chiara e decisa che avete detto, specie nell’ultima enciclica Humanae Vitae, e riaffermo la mia fede, la mia incondizionata obbedienza alle vostre illuminate direttive.
Voglia il Signore concedere il trionfo della verità, la pace alla sua Chiesa, la tranquillità ai popoli della terra, salute e prosperità alla santità vostra, affinché, dissipate queste nubi passeggere, il regno di Dio trionfi in tutti i cuori, mercé la vostra opera apostolica di supremo Pastore di tutta la cristianità.
Prostrato ai vostri piedi vi prego di benedirmi, assieme ai confratelli, ai miei figli spirituali, ai Gruppi di Preghiera, ai miei malati, a tutte le iniziative di bene che nel nome di Gesù e con la vostra protezione ci sforziamo di compiere”.
Paolo VI tre anni dopo, il 20 febbraio del 1971, ricevendo in udienza i Superiori Generali dell’Ordine Cappuccino, disse: “Guardate Padre Pio, è rappresentante stampato delle stimmate di Nostro Signore”.
È la più alta definizione della persona e della missione di Padre Pio.
La data della lettera è quella del 12 settembre 1968, festa del Nome di Maria, Madre di Gesù, Madre della Chiesa, Mediatrice universale di salvezza.
P. G. Alimonti OFM cap, Raggi di sole, Vol. 1, pp 127-128-129-130