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Testimone di Cristo

P. Pio è il testimone di Cristo. Non sono molti anni che il papa disse: “Oggi il mondo non va più in cerca di predicatori ma di testimoni”. Ed ecco che la provvidenza di Dio ci ha mandato un testimone efficacissimo, evidentissimo come P. Pio.

trascrizione integrale dal video:

Pace e bene, siamo qui a prendere, come chi va da ad attingere acqua dal pozzo, delle notizie, delle riflessioni e quindi anche comunicare al mondo, che va sempre in cerca di verità, chi è Padre Pio.

P. Pio è il testimone di Cristo. Non sono molti anni che il papa disse: “Oggi il mondo non va più in cerca di predicatori ma di testimoni”. Ed ecco che la provvidenza di Dio ci ha mandato un testimone efficacissimo, evidentissimo come P. Pio.

Testimone di Cristo.

Voglio testimoniare qualcosa che riguarda il Testimone di Cristo. Mi viene in mente da citare Fra Modestino che volendo fare testimonianza di P. Pio ha proprio così intitolato il libro che ha scritto: “Io testimone di P. Pio”.

Ecco allora, con umiltà e con sincera attenzione alla realtà, vogliamo dire di P. Pio qualcosa che sia davvero importante, utile per conoscere il Padre.

La prima cosa che dobbiamo dire è che P. Pio è un consacrato a Dio. Consacrato per la sua volontà di servire Dio, consacrato per la sua professione religiosa, e quindi consacrato poi, come ministro di Cristo,  sacerdote che consacra, assolve e annunzia Cristo.

Anche Maria, andiamo a vedere nella storia della salvezza, è la consacrata per eccellenza. Dalla sua nascita lei è tutta di Dio per il suo voto di verginità. Nella sua fanciullezza una continua meditazione che la porta a contemplare la grandezza, l’amore e la gioia che è in Dio e che è Dio stesso. Allora, Maria è un modello di consacrata. E pensiamo a Cristo, il Figlio di Dio che si è incarnato ed è venuto sulla terra per annunziare la grande notizia del Padre che ci ha creati, del Padre che ci ha mandato il Salvatore, del Padre che manderà lo Spirito, del Padre che ci santifica e del Padre che dà merito e gloria a coloro che perseverano, nella verità, nell’obbedienza e nella santità.

S. Paolo dice che Dio ha conosciuto e quelli che ha conosciuti li ha anche chiamati, quelli che ha chiamati li anche giustificati, quelli che ha giustificati li ha anche santificati e quelli che ha santificati alla fine, li ha glorificati.

È direi questo l’itinerario di ascesa, nella potenza della volontà di Dio di chiunque decide e professa il servizio a Dio. E questo servizio ha il volto anche riguardante l’umanità. Infatti Maria, da semplice consacrata, diventa Madre di Cristo che è il Redentore e diventa madre dell’umanità.

Cristo, incarnato poi diventa il Maestro, diventa il Crocifisso, diventa il Risorto, diventa Colui che cammina insieme a noi tutti i giorni nella storia umana e per raggiungere quel traguardo importante; si tratta della vita eterna e Cristo è con noi, è per noi, è in noi.

Dunque, ogni consacrazione ci riporta anche in mezzo agli uomini a lavorare per loro, a pregare per loro, a soffrire per loro e con loro. Allora l’umanità riconosce il consacrato come una persona utile e quindi l’apprezza, la stima, non solo, ma corre dove il consacrato vive.

Ricordiamo dalle pagine del Vangelo, in continuazione ci viene detto che le folle seguivano Gesù e addirittura lo seguivano per giorni di seguito, in costante ricerca di Gesù, in costante sequela al punto che qualche volta Gesù ha dovuto moltiplicare il pane, fare il miracolo per sfamare la gente.

Ed ecco P. Pio testimone consacrato, testimone che ha come primo scopo quello di conoscere la volontà di Dio su di sé e poi di fare un’obbedienza perfetta a questa volontà di Dio. E qui inizia la grande battaglia della volontà dell’uomo che deve come annientare se stessa per entrare totalmente nella condivisione della volontà di Dio. E questa è l’obbedienza: non fare più quello che piacerebbe a me ma quello che piace a colui che rappresenta l’autorità e in questo caso l’autorità è Dio, quindi è la perfezione assoluta.

L’obbedienza, per essere perfetta deve significare una totale concessione di sé al volere di Dio. Noi ricordiamo le parole di Gesù nel Getsemani, è proprio l’espressione testimoniale della libertà di Cristo e anche del suo amore al Padre e quindi dell’obbedienza al Padre: “Se possibile passi questo calice da me, tuttavia si faccia la tua e non la mia volontà”.

S. Massimo il Confessore quando dovette combattere l’eresia di quelli che negavano la volontà umana di Cristo, disse proprio così: “Dio Padre non ci ha mandato un uomo mutilato”. Perché un uomo senza volontà non è un uomo integro, capace di operare. Allora al Padre piace un obbedienza libera, il Figlio ha reso al Padre un obbedienza libera. Chi testimonia Gesù deve essere così un uomo libero che si dona totalmente a Cristo. E allora possiamo anche ricordare le parole di Enrico Medi che dice: “Quando la Chiesa ha detto a P. Pio di parlare, ha parlato, quando gli ha detto di tacere, ha taciuto quando gli ha detto di soffrire, ha sofferto”. Quindi in ogni situazione, in ogni momento, P. Pio era il sì totale.

Il Padre Amorth ha scritto un bel libro sulla Madonna e a me piace non solo il contenuto ma anche il titolo: “Maria: un sì a Dio”. P. Pio è un sì a Dio. La Chiesa è un sì a Dio altrimenti non sarebbe più la sposa di Cristo.

Una volta il padre provinciale, entrando nella stanza di P. Pio, lo vide un po’ abbattuto, quasi fiaccato da qualcosa di misterioso allora ha pensato che P. Pio stesse soffrendo tanto per  qualcosa che gli veniva imposto e direi senza buona ragione, da parte delle autorità. Lo privavano ora di questo, ora di quello, un condizionamento da vero carcerato. Tanto che P. Pio se ne uscì con questa espressione: “Manco se fossi un delinquente!”. Però era la battuta scherzosa del Padre.

Dunque il padre provinciale gli dice: “Ma c’è un modo se tu vuoi, di cambiare, di fare diversamente, di liberarti da questa soggezione così opprimente”. E P. Pio ha domandato: “E che dovrei fare?” “E beh, basta dire un no e le cose cambiano”. Allora P. Pio alzando le braccia ha detto: “Piuttosto mille volte morire che dire un no alla Chiesa! Perché la voce della Chiesa è la voce di Dio e la Chiesa anche quando dà uno schiaffo, lo fa per amore, perché è sempre madre”.

Dunque camminando su questa via della perfezione e della consacrazione arriviamo a P. Pio che vive tra l’ascesi e la mistica, vive cioè, una natura che continuamente viene chiamata, portata, spinta al soprannaturale. E allora P. Pio diventa anche un segno straordinario del mistero di Dio.

Egli stesso disse una volta e lo ha scritto nell’Epistolario: “Io sono un mistero a me stesso”. Perché evidentemente, non poteva rendersi conto fino in fondo e sempre prima e dopo, di ciò che Dio operava di straordinario in lui.

Lui si sforzava di essere l’uomo di tutti i giorni, l’uomo comune quello uguale a tutti, quando accoglieva, sorridente, si prestava all’abbraccio, al sorriso fraterno e questo era per noi motivo di grande consolazione perché significava che il Padre era pieno di affetto, di premura, era uno di noi in mezzo a noi. Però nello stesso tempo egli era carico di questa presenza divina con tanti carismi che il Signore aveva riversato in lui e sopra di lui perché P. Pio potesse essere, come abbiamo detto fin dall’inizio, un testimone visibile, credibile e straordinario per tutto il mondo e per tutti i secoli.

Pace e bene

P. Guglielmo Alimonti