Se ci riesci
Padre Pio insegnava con l’esempio a coltivare il silenzio, a custodire il raccoglimento, a vigilare sul proprio spirito.
Il suo insegnamento è affidato anche ai suoi scritti.
Le lettere ai propri Direttori e ai figli spirituali costituiscono un tesoro di sapienza teologica e ascetica.
L’Epistolario vedrà la luce più tardi….
Ai suoi Direttori egli apre i tesori delle sue esperienze mistiche.
Ai figli e alle figlie spirituali ha riproposto con forza irrompente la sapienza del Vangelo. Ha indicato le vie della santità con consigli e regole di un’ascetica antica e sempre nuova.
Quello che fu il piccolo Francesco Forgione è diventato uno straordinario forgiatore di anime. Padre Pio ha conosciuto voli mistici fino alla sfera dei Serafini e ha combattuto perfino fisicamente contro il demonio.
Parlando di “Barbablù” e del “Cosaccio” racconta delle prove terribili e vittoriose contro il potere infernale.
Tutto per Gesù!
Tutto per le anime!
Lungo questo percorso di perfezione egli ha compiuto “una missione segreta, nota a Gesù e a lui!”. Sono parole sue.
La Chiesa avrà tutto il tempo per approfondire gli aspetti più rivelatori di questo mistico dei giorni nostri.
A chi gli chiede dove cercarlo dopo la morte risponde:
“Cercatemi in ogni tabernacolo del mondo”.
Immedesimato nell’amore di Gesù, fuso con la passione del Salvatore, si fa dono per chiunque lo cerca.
È la parola di Paolo: “Il mio vivere è Cristo … (Fil 1,12-26 ).
Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me” (Gal 2,20).
Aveva scritto al confessore, che il suo cuore non c’era più, perché era fuso con quello di Gesù.
L’amore che ci ha creati e l’amore che ci ha redenti ci trasforma in amore. Gesù chiede al Padre, di renderci una cosa sola con Lui come Egli è una cosa sola col Padre. Questa è la “Beatitudine”.
Ma torno alla cronaca.
Alla solita ora ero solo in sacrestia vicino al Padre.
Fuori il buio era fitto.
Il Padre estrasse faticosamente da dentro la manica dell’abito un fazzoletto bianco. Si vedeva che era nuovo.
Lo girò e rigirò tra le mani.
In uno dei quattro angoli il fazzoletto aveva un grosso marchio rosso, vi era cucita, una “esse”. Non so perché il mio pensiero corse alla prima lettera della parola “satana”. Vidi che il Padre si affaticava a staccare quel marchio.
Nulla da fare.
Gli dissi: -Padre, dammi il fazzoletto, lo tolgo io-.
Mi consegnò il fazzoletto, dicendo: -Se ci riesci-.
Provai a lungo, ma invano.
Glielo riconsegnai: -Padre, non ci riesco-.
Il Padre lo riprese fra le mani, ci passò un dito sopra e la “esse” scomparve.
P.G. Alimonti OFM cap, I miei giorni con P. Pio, p 69