Sante Perpetua e Felicita
Sante Perpetua e Felicita
Martiri
+ Cartagine (Tunisia) 7 marzo 203
Perpetua era sposa e madre di un bambino. Felicita, sua schiava, portava in seno un bambino. Furono arrestate assieme ad altri catecumeni e condannate a morire sbranate dalle belve nell’arena, perché volevano farsi cristiane.
Commovente il gesto di Perpetua che, vedendo cadere Felicita sotto i colpi, la coprì col suo corpo.
Il loro martirio avvenne durante la persecuzione di Settimio Severo (193-211).
Nessuno più gridi:
“Delenda Carthago!”
Vi splende gloriosa
la luce dei martiri.
Impera per Roma
Settimio Severo.
Ha sete di sangue
d’Ebrei e cristiani.
Dovunque oppressi,
trafitti, bruciati,
giammai si piegano
al culto pagano.
Si tinge di rosso
pur l’Africa nera.
È il sangue innocente
voluto da Roma.
O Roma dei Cesari,
vicina è la fine
dei grandi trionfi
sul Cristo che piange.
Verranno dall’Ovest,
verranno dall’Est,
e solo rovine
saran le tue mura.
Perpetua e Felicita,
orrore del carcere
e pena di morte
vi costa la fede.
Felicita aspetta
fra poco un bambino.
Persino i carnefici
invano intercedono.
Perpetua ha descritto
l’orrenda prigione;
l’arena affollata
di belve feroci.
I colpi violenti
di fruste chiodate,
e corno e zanna
che strappa e divora.
Perpetua pregando
ricopre se stessa
e il corpo sventrato
di Santa Felicita.
La folla impazzita
applaude al massacro.
In Cielo è già pronta
la palma di gloria.
P. G. Alimonti OFM cap, Vento impetuso, vol V, pp 41-42-43