Poesie

Santa Rosa da Viterbo

Santa Rosa da Viterbo
Terziaria francescana – Patrona della Gi.Fra
– Viterbo 1233 + 1251

Nasce sette anni dopo la morte di San Francesco d’Assisi e muore due anni prima della morte di Santa Chiara. Nella sua famiglia c’è amore e venerazione verso San Francesco e davanti alla sua casa c’è il monastero della Clarisse.
Chiede di entrare, è respinta perché gracile e povera. Si dedica alla penitenza, all’aiuto dei poveri, alla predicazione della pace per le vie della città sempre in tumulto per lotte e divisioni tra Guelfi che partecipano col Papa, e Ghibellini che sostengono Federico II. È scomoda una ragazza che gira col crocifisso in mano, con l’abito da penitente e raccomanda la pace. L’imperatore decreta l’esilio per lei e la sua famiglia. Vive a Soriano nel Cimino e poi a Vitorchiano. Muore Federico II nel 1250, lei può rientrare, ma muore l’anno successivo. Ha solo 18 anni. È sepolta nella nuda terra. Ci sono miracoli e pellegrinaggi.
Dopo 18 mesi autorità e clero chiedono a papa Innocenzo IV il Processo di canonizzazione. Il corpo di Rosa era incorrotto e le rose intorno al suo capo ancora fresche e profumate. Viene traslata in Santa Maria del Poggio, dove rimane per sei anni. Quando Alessandro IV trasferisce provvisoriamente la Curia papale a Viterbo, sogna per tre volte la Santa che gli dice di traslare il suo corpo nella chiesa delle Clarisse. Nel 1357 scoppiò un incendio nella cappella. L’urna è consumata dalle fiamme insieme ai documenti e alle vesti della Santa. Il corpo, indenne, rimane annerito. Ora è quello il suo Santuario. Dopo 750 anni dalla morte, è possibile vederla incorrotta. Rosa, terziaria di San Francesco, è Patrona della Gioventù francescana.

Fanciulla innocente,
ti scelse il Signore.
Veniva da Lui
l’ardente parola.

Lo Spirito Santo
il cuore t’accende
e l’anima infiamma
col fuoco divino.

Un pulpito no!
Nel vano di casa
o in mezzo alla strada
tu parli di Dio.

La gente si ferma.
T’ascolta stupita.
Convinci del bene.
Distacchi dal vizio.

Cultura non è;
né mente esaltata;
né bimba che sfida
il mondo adulto.

– Il bene del mondo,
diviso divide.
L’amore diviso
unisce di più.

Mettete il Signore
nel vuoto del cuore.
Avrete la pace
e santa letizia.

Non date ascolto
al verme maligno.
Vi rende suoi schiavi;
vi porta all’inferno -.

O Rosa diletta,
ma tanta sapienza
e tanto coraggio
non viene da te!

In te il Signore
ci ha fatto un gran dono.
Eleva per noi
la tua preghiera.

Ti ha dato il suo spirito
il Santo d’Assisi.
Di cose sei povera,
sei ricca di Dio.

O cara fanciulla,
ti manda Gesù.
Annunzia la pace.
Annunzia l’amore.

P. G. Alimonti, Vento impetuoso, vol. III, pp. 155-7