Messa quotidiana

Santa Messa 6-2-22

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V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Anno C

Per annunciare Dio bisogna averlo «conosciuto». Per conoscere Dio bisogna che lui si «riveli». Dio non possiamo raggiungerlo con i nostri sillogismi, rinchiuderlo nei nostri ragionamenti. La rivelazione di Dio e un suo atto sovranamente libero, è una sua iniziativa totalmente gratuita. L’uomo non ha potere su Dio. Ora in quanto il profeta non annuncia una dottrina astratta, puramente umana, ma il Dio vivente, è profeta unicamente se Dio gli si rivela, se lo chiama, lo manda. Rivelazione, vocazione e missione sono strettamente collegate.

 

Rivelazione: vocazione per una missione

Le tre letture di questa domenica propongono un identico concetto di vocazione. Isaia ha visto la gloria di Dio prima di essere inviato in missione; gli apostoli hanno dovuto vedere il corpo del Cristo risuscitato prima di percorrere il mondo. I dodici, impressionati dalla pesca miracolosa, hanno abbandonato le reti per diventare pescatori di uomini.

La vocazione di Isaia è davvero tipica. Dio si rivela come il «Santo», cioè il totalmente diverso. Di fronte a lui l’uomo prende coscienza di essere «peccatore» (anche Pietro, di fronte alla rivelazione di Gesù nella pesca miracolosa, dice a Cristo: «Allontanati da me che sono un peccatore»: Lc 5,8).

Contemporaneamente sente la «chiamata» ad annunciare a tutti gli uomini la santità di Dio e la sua gloria universale. Ma ciò vuol dire predicare ad essi la conversione per conformarsi alla santità di Dio ed al suo disegno universalista.

 

Dio si rivela, chiama e manda in Cristo

Nel Nuovo Testamento è ancora Dio che si rivela e che chiama; ma questa chiamata divina prende corpo nelle chiamate ripetute che Gesù di Nazaret rivolge agli uomini durante la vita terrena (vangelo) e poi come risorto (prima lettura). In bocca a Gesù Ia chiamata assume il vero significato. Gesù chiama al suo seguito.

E’ lui l’iniziatore del Regno. E in lui che gli uomini accedono alla condizione filiale e che sono liberati dal peccato. E’ in lui che gli nomini diventano collaboratori di Dio nel compimento della salvezza. E’ attorno a lui, come pietra angolare, che si organizza la riuscita dell’avventura umana. Perciò più che mai la chiamata divina e legata ad una missione. Ma ogni missione affidata da Dio i collegata con la missione personale di Gesù e trova il suo vero senso solo in essa.

Fin dall’inizio le prime comunità cristiane si chiamarono «chiese». II termine greco «ekklesia» vuol dire «adunanza, assemblea» di persone convocate, chiamate.

Secondo Paolo, i discepoli del Signore devono avere la convinzione di essere stati chiamati da Dio in Gesù Cristo. Chiamati per un servizio, un compito da svolgere nella edificazione del Regno; ed è il riconoscimento da parte dell’assemblea che costituisce il criterio privilegiato per il discernimento di questa chiamata. I compiti sono diversi, ma «chi» chiama e il fine per cui chiama è unico. Tra la chiamata di Dio e la missione c’è in mezzo la libera risposta dell’uomo. La chiamata è una libera proposta di Dio fatta a un uomo libero.

Nella Chiesa la rivelazione, la «chiamata» e la missione non sono privilegio di alcuni, ma un dono fatto a tutti. Così la «missione» non è rivolta solo ad alcuni uomini, ma a tutti.

 

Missione come liberazione totale

L’umanità si trova sulla corda tesa: basta poco perché sprofondi da sola, tanto e il suo egoismo e il suo gusto di potenza. Essere pescatori di uomini significa oggi partecipare a tutte le imprese che vogliono evitare all’uomo questa perdizione e che concorrono attraverso una maggiore uguaglianza, una pace più stabile, una possibilità più ampia per i piccoli di promuoversi da sé, a trarre l’umanità dall’oceano che la minaccia.

Una Chiesa non potrà mai far credere alla sua vocazione di «pescare uomini» se i suoi membri staranno fuori da questi movimenti di salvezza o si accontenteranno di intervenire all’alba, senza faticare tutta la notte con gli altri uomini. La Chiesa non può rivelare l’amore di Dio se non condividendo questo amore per gli uomini.

In questo contesto si rivela più chiaro il senso della missione che il vangelo manifesta con l’espressione «pescatori di uomini».

L’ebreo considerava spesso l’acqua del mare come l’abitazione delle forze opposte a Dio: pescare gli uomini voleva anche dire liberarli dal male. Per Luca la Chiesa e l’istituzione incaricata di salvare l’umanità dall’inghiottimento che la minaccia.

 

MESSALE

Antifona d’Ingresso  Sal 94,6-7
Venite, adoriamo il Signore,
prostrati davanti a lui che ci ha fatti;
egli è il Signore nostro Dio.


Ps 94,6-7 Veníte, adorémus Deum, et procidámus ante Dóminum,

qui fecit nos; quia ipse est Dóminus Deus noster.

Colletta
Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore, e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro Signore…

Famíliam tuam, quæsumus, Dómine, contínua pietáte custódi, ut, quæ in sola spe grátiæ cæléstis innítitur, tua semper protectióne muniátur. Per Dóminum.

Oppure:
Dio di infinita grandezza, che affidi alle nostre labbra impure e alle nostre fragili mani il compito di portare agli uomini l’annunzio del Vangelo, sostienici con il tuo Spirito, perché la tua parola, accolta da cuori aperti e generosi, fruttifichi in ogni parte della terra. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

LITURGIA DELLA PAROLA

   

Prima Lettura   Is 6,1-2.3-8

Eccomi, manda me!

Dal libro del profeta Isaia

Nell’anno in cui morì il re Ozìa, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali. Proclamavano l’uno all’altro, dicendo:
«Santo, santo, santo il Signore degli eserciti!
Tutta la terra è piena della sua gloria».
Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi:
«Ohimè! Io sono perduto,
perché un uomo dalle labbra impure io sono
e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito;
eppure i miei occhi hanno visto
il re, il Signore degli eserciti».
Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse:
«Ecco, questo ha toccato le tue labbra,
perciò è scomparsa la tua colpa
e il tuo peccato è espiato».
Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!».

   
Salmo Responsoriale
  Dal Salmo 137
Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra,
quando ascolteranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore:
grande è la gloria del Signore!

La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.

   
Seconda Lettura
  1 Cor 15,1-11 forma breve  15, 3-8.11

Così predichiamo e così avete creduto.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!
A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè
che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.  ]
Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.
Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.  ]

Canto al Vangelo
   Mt 4,19

Alleluia, alleluia.

Venite dietro a me, dice il Signore,
vi farò pescatori di uomini.

Alleluia.

 

Vangelo  Lc 5,1-11

Lasciarono tutto e lo seguirono.

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.