Santa Messa 5-10-19
Maria Regina del Rosario ottienici la Misericordia di Dio
SANTA FAUSTINA
“Sei la segretaria della Mia Misericordia:
ti ho scelta per questo incarico
in questa vita e in quella futura. Voglio così,
nonostante tutte le opposizioni che ti faranno;
sappi che non cambierò ciò che
è di Mio gradimento ” (Diario, 1605).
Santa suor Maria Faustina Kowalska, l’apostola della Divina Misericordia nota in tutto il mondo, è annoverata fra i grandi mistici della Chiesa. Nacque il 25 agosto 1905 in Polonia, a Glogowiec (voivodato di Łódź), terza di dieci figli, da una povera e devota famiglia di contadini. Al battesimo, nella chiesa parrocchiale di Swinice Warckie, le fu dato il nome di Elena. Fin dall’infanzia si distinse per la devozione, per l’amore alla preghiera, per la laboriosità, per l’obbedienza e per una grande sensibilità verso la povertà umana. Nonostante il fatto che frequentò la scuola per appena tre anni scarsi, nel Diario descrisse dettagliatamente ciò che voleva dire con un linguaggio molto chiaro, senza ambiguità, e con una grande semplicità e precisione.
Nel “Diario” scrisse sulle sue esperienze dell’infanzia:
“Fin dall’età di sette anni avvertii la suprema chiamata di Dio, la grazia della vocazione alla vita religiosa. A sette anni intesi per la prima volta la voce di Dio nella mia anima, cioè la chiamata ad una vita più perfetta, ma non sempre ubbidii alla voce della grazia. Non incontrai nessuno che mi chiarisse queste cose” (Diario, 7).
A sedici anni lasciò la casa paterna per guadagnarsi da vivere ed aiutare i genitori lavorando come domestica ad Aleksandrów e Lodz. In quel periodo il desiderio di entrare in convento maturò in lei gradualmente. Visto che i genitori non le diedero il consenso, la piccola Elena cercò di soffocare in sé questa chiamata di Dio.
Passati gli anni, nel suo “Diario” ha confessato:
“Una volta ero andata ad un ballo con una delle mie sorelle. Quando tutti si divertivano moltissimo, l’anima mia cominciò a provare intimi tormenti. Al momento in cui cominciai a ballare, scorsi improvvisamente Gesù accanto a me, Gesù flagellato, spogliato delle vesti, tutto coperto di ferite, che mi disse queste parole: “Quanto tempo ancora ti dovrò sopportare? Fino a quando mi ingannerai?”. All’istante si spense l’allegro suono della musica; scomparve dalla mia vista la compagnia in cui mi trovavo. Rimanemmo soli Gesù e io. Mi sedetti accanto alla mia cara sorella, facendo passare per un mal di testa quanto era accaduto dentro di me. Poco dopo abbandonai la compagnia e mia sorella senza farmi notare e andai nella cattedrale di S. Stanislao Kostka. Era quasi buio. Nella cattedrale c’erano poche persone. Senza badare affatto a quanto accadeva intorno, mi prostrai, le braccia stese, davanti al SS.mo Sacramento e chiesi al Signore che si degnasse di farmi conoscere ciò che dovevo fare. Udii allora queste parole: “Parti immediatamente per Varsavia; là entrerai in convento”. Mi alzai dalla preghiera, andai a casa e sbrigai le cose indispensabili. Come potei, misi al corrente mia sorella di quello che era avvenuto nella mia anima, le chiesi di salutare i genitori e così, con un solo vestito, senza nient’altro, arrivai a Varsavia” (Diario, 9).
Là bussò alle porte di varie congregazioni religiose, cercando un posto per sé, ma non fu accolta da nessuna parte. Il 1 agosto 1925 si presentò alla Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia nella casa di via Zytnia a Varsavia e lì fu accolta. Prima, per avere tutti i requisiti necessari, dovette guadagnarsi la dote lavorando come domestica presso una famiglia numerosa nei pressi di Varsavia.
Sulle impressioni che aveva entrando in Convento, scrisse nel “Diario”:
“Mi sentivo infinitamente felice; mi pareva di essere entrata nella vita del paradiso. Dal mio cuore erompeva, unica, la preghiera della gratitudine” (Diario, 17).
Nella Congregazione ricevette il nome di suor Maria Faustina. Trascorse il tempo del noviziato a Cracovia e lì, alla presenza del vescovo S. Rospond, pronunziò i primi voti, e dopo cinque anni i voti perpetui: castità, povertà e obbedienza. Lavorò in diverse case della Congregazione, più a lungo a Cracovia (Polonia), a Plock (Polonia) e a Vilna (Vilnius, Lituania), svolgendo i compiti di cuoca, giardiniera e portinaia. Nulla all’esterno rivelava la sua vita mistica così eccezionalmente ricca. Svolgeva i suoi compiti con ardore, osservava con fedeltà tutte le regole della vita religiosa, viveva in raccoglimento e silenzio, e allo stesso tempo era spontanea, serena, piena di cordiale e disinteressata carità verso gli altri. Lo stile di vita austero e i digiuni estenuanti che si era imposta ancora prima di entrare in convento, esaurirono il suo organismo così che si dovette mandarla a curare già nel postulato.
Dopo il primo anno di noviziato arrivarono le dolorose esperienze mistiche della cosiddetta notte oscura e poi le sofferenze spirituali e morali legate alla realizzazione della missione che aveva ricevuto dal Signore Gesù. Suor Faustina offrì la propria vita in sacrificio a Dio per i peccatori, per salvare le loro anime, e per tale motivo patì varie sofferenze.
Negli ultimi anni della sua vita aumentarono i disturbi fisici: si sviluppò la tubercolosi che invase i polmoni e l’apparato digerente. Per questo motivo venne ricoverata due volte, per alcuni mesi, in ospedale a Cracovia (nel quartiere di Prądnik).
Del tutto distrutta nel fisico, ma pienamente matura nello spirito, unita misticamente a Dio, morì in fama di santità il 5 ottobre 1938 a Cracovia (Łagiewniki), all’età di appena 33 anni, di cui 13 di vita religiosa (Dalle note del “Diario” di santa suor Faustina).
Le 30 avril 2000 le pape Jean Paul II a proclamé soeur Faustine sainte et il a constitué la Fête de la Miséricorde Divine pour toute l’Eglise.
Łódź Il 10 dicembre 2005 con un decreto della Santa Sede, santa suor Faustina Kowalska fu dichiarata il patrona della città.
I MIEI RICORDI DELLA DEFUNTA SUOR FAUSTINA
don Sopocko confessore e direttore spirituale di suor Faustina
(Frammento ricordi)
“Conobbi suor Faustina in estate (nel luglio o nell’agosto del 1933), come una delle penitenti della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia a Vilnius (via Senatorska 25). In quel periodo ero confessore ordinario di questa Congregazione. Attirò la mia attenzione con una sensibilità straordinaria della coscienza, e con la sua stretta unione con Dio.
(…) Conoscendo meglio suor Faustina, constatai che i doni dello Spirito Santo operavano in lei in modo nascosto, ma in alcuni momenti, assai frequenti, si manifestavano più chiaramente, conferendole un’intuizione viva che coinvolgeva la sua anima, risvegliava slanci di amore, nobili ed eroici atti di rinnegamento di se stessa. In particolare di frequente si manifestava l’opera del dono della scienza, della sapienza e dell’intelletto grazie alle quali suor Faustina vedeva chiaramente la nullità delle cose terrene e l’importanza della sofferenza e delle mortificazioni.Comprendeva con semplicità gli attributi di Dio, e particolarmente la Sua Misericordia infinita.
Alle volte aveva una visione beatificante vedendo una luce inaccessibile. Fissava lo sguardo in questa luce per un po’di tempo, vedendo apparire la figura di Cristo che camminava, benedicendo il mondo con la mano destra, e con la mano sinistra aprendo la veste vicino al Cuore. Da sotto la veste uscivano due raggi – bianco e rosso. Suor Faustina aveva tali visioni, e altre ancora, già da alcuni anni e sentiva parole soprannaturali che percepiva con il senso dell’udito, con l’immaginazione e con la mente.
Temendo che suor Faustina potesse avere delle illusioni, delle allucinazioni o delle idee fisse, mi rivolsi alla Superiora, Madre Irene, per essere informato su chi fosse suor Faustina, che opinione avevano di lei le altre Suore della Congregazione e le Superiori. Chiesi anche di controllare il suo stato di salute dal punto di vista psicologico e fisico. Dopo aver ricevuto delle risposte positive sotto ogni aspetto, aspettai ancora un po’di tempo, in parte non credevo fino in fondo, riflettevo, pregavo e cercavo, chiedevo consigli ad alcuni sacerdoti più esperti per sapere come comportarmi, senza dire di che cosa né di chi si trattasse. E si trattava di realizzare alcune presunte, ferme richieste del Signore Gesù: dipingere un’immagine che suor Faustina vedeva e istituire la festa della Divina Misericordia la prima domenica dopo Pasqua.
Alla fine, motivato più dalla curiosità di come sarebbe stata questa immagine piuttosto che dal fatto di credere nella verità delle visioni di suor Faustina, decisi di far dipingere questo quadro. Mi misi d’accordo con Eugeniusz Kazimirowski, un artista pittore che abitava con me nella stessa casa. L’artista doveva dipingere il quadro in cambio di una somma pattuita.
(…) Il lavoro durò per alcuni mesi e finalmente, a giugno o a luglio del 1934, l’immagine fu dipinta. Suor Faustina si lamentò che l’immagine non era così bella come quella che lei vedeva, ma Gesù la calmò dicendo che andava bene così com’era, e aggiunse: “Porgo agli uomini il recipiente, col quale deb-bono venire ad attingere le grazie alla sorgente della Misericordia. Il recipiente è quest’immagine con la scritta: Gesù confido in Te”.
(…) Gli effetti delle apparizioni di suor Faustina, sia per la sua anima, sia per le anime di altre persone, sorpassarono ogni aspettativa. Se all’inizio suor Faustina fu un po’perplessa, temeva la possibilità di eseguire gli ordini e cercava di evitarlo, gradualmente si calmò e la sua anima giunse a uno stato di certezza assoluta e di profonda gioia interiore. Diventò sempre più umile e ubbidiente, sempre più unita a Dio e sempre più paziente, accettando la Sua volontà in tutto e senza riserve.
(…) Mi preannunciò assai precisamente le difficoltà e persino le persecuzioni che avrei subito diffondendo il culto della Divina Misericordia e cercando di ottenere l’istituzione dell’omonima festa la domenica in Albis. (Era più facile sopportare tutto questo sapendo che questa era la volontà di Dio, sin dall’inizio). Il 26 settembre mi preannunciò anche il giorno della sua morte. Disse che sarebbe morta tra dieci giorni. E morì il 5 di ottobre. Per mancanza di tempo non potei venire al suo funerale”.
Bialystok 27.I.1948
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Bar 4, 5-12.27-29
Chi vi ha afflitti con tanti mali vi darà anche una gioia perenne.
Dal libro del profeta Baruc
Coraggio, popolo mio, tu, memoria d’Israele!
Siete stati venduti alle nazioni
non per essere annientati,
ma perché avete fatto adirare Dio
siete stati consegnati ai nemici.
Avete irritato il vostro creatore,
sacrificando a dèmoni e non a Dio.
Avete dimenticato chi vi ha allevati, il Dio eterno,
avete afflitto anche colei che vi ha nutriti, Gerusalemme.
Essa ha visto piombare su di voi l’ira divina
e ha esclamato: «Ascoltate, città vicine di Sion,
Dio mi ha mandato un grande dolore.
Ho visto, infatti, la schiavitù in cui l’Eterno
ha condotto i miei figli e le mie figlie.
Io li avevo nutriti con gioia
e li ho lasciati andare con pianto e dolore.
Nessuno goda di me nel vedermi vedova
e abbandonata da molti;
sono stata lasciata sola per i peccati dei miei figli,
perché hanno deviato dalla legge di Dio».
Coraggio, figli, gridate a Dio,
poiché si ricorderà di voi colui che vi ha afflitti.
Però, come pensaste di allontanarvi da Dio,
così, ritornando, decuplicate lo zelo per ricercarlo;
perché chi vi ha afflitto con tanti mali
vi darà anche, con la vostra salvezza, una gioia perenne.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 68
Il Signore ascolta i miseri.
Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.
A lui cantino lode i cieli e la terra,
i mari e quanto brulica in essi.
Perché Dio salverà Sion,
ricostruirà le città di Giuda:
vi abiteranno e ne riavranno il possesso.
La stirpe dei suoi servi ne sarà erede
e chi ama il suo nome vi porrà dimora.
Canto al Vangelo Mt 11,25
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.
VangeloLc 10, 17-24
Rallegratevi che i vostri nomi sono scritti nei cieli.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».