Santa Messa 4-9-23
SANTA ROSA DA VITERBO
Santa Rosa da Viterbo, terziaria francescana Viterbo, 1235 ca., – Viterbo, 6/03/1252. Nasce in una modesta famiglia di contadini.
Avvenimenti
• Per tre volte non viene accettata dalle Clarisse a motivo della sua salute cagionevole. Rosa, molto dispiaciuta ma serena, profetizza: «Non mi avete voluto da viva, mi accoglierete da morta».
• Viene cacciata da Viterbo perché, nella lite tra papa Innocenzo IV e l’imperatore Federico II, si schiera dalla parte del papa e invita i cittadini a fare altrettanto. Fa ritorno a Viterbo dopo che la città rientra sotto il potere papale.
Aneddoti
• Predica per le piazze e le vie della città : per farsi vedere dagli ascoltatori sale su una pietra. Questa si innalza miracolosamente per portarla più in alto, rimanendo sospesa in aria.
• Durante la festa di san Nicola del 1250, le appare la Madonna che la invita a diventare terziaria francescana.
• A Vitorchiano sfida un mago che, con la sua influenza, soggioga tutta la popolazione. Rosa fa accendere un rogo sulla piazza e vi resta illesa per tre ore: quando ne discende senza nessuna ustione, il mago si getta ai suoi piedi.
• Dopo pochi anni dalla sua morte, Rosa appare per tre volte a papa Alessandro IV, che in quel tempo dimora a Viterbo, invitandolo a far trasferire il suo corpo nel monastero delle Clarisse.
SpiritualitĂ
Non riuscendo a entrare tra le Clarisse, trasforma la sua cameretta in una cella e trascorre il tempo nella più alta contemplazione e nelle più aspre penitenze.
Morte
Muore a soli 18 anni (come lei stessa ha predetto), forse consunta dalla tisi o forse anche a causa della rarissima e grave malformazione fisica caratterizzata dalla mancanza dello sterno che può causare la morte entro i primi tre anni di vita. Sei anni dopo la morte il suo corpo, trovato incorrotto, viene trasferito nel monastero delle Clarisse di Santa Maria delle Rose, dove tutt’ora si conserva. E’ canonizzata nel 1457. Nel 1922 è nominata patrona della Gioventù Femminile di Azione Cattolica. Ogni 4 settembre, anniversario della traslazione del suo corpo nel monastero delle Clarisse, è festeggiata a Viterbo. La sera del 3 settembre viene trasportata per le vie della città la “macchina di Santa Rosa“, una specie di torre portata da un centinaio di uomini (chiamati “facchini” e vestiti in bianco con una fascia rossa sulla vita).
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura   1 Ts 4, 13-18
Dio, per mezzo di GesĂą, radunerĂ con lui coloro che sono morti.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.
Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore.
Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
Salmo Responsoriale   Dal Salmo 95
Il Signore viene a giudicare la terra.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.
Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherĂ il mondo con giustizia
e nella sua fedeltĂ i popoli.   Â
Canto al Vangelo  Lc 4,18Â
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me;
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia.
Vangelo   Lc 4, 16-30
Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. Nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù venne a Nà zaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertĂ gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafà rnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamà n, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città , per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.