Santa Messa 30-5-21
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SANTISSIMA TRINITÀ
Anno B – Solennità
Protagonisti della salvezza dell’uomo
Raggiunta la vetta, se la giornata è limpida si guarda tutto il cammino percorso, per misurarne l’ampiezza, per contemplare nel suo insieme l’immenso panorama che prima si è ammirato nei particolari. È un simbolo di ciò che la festa della SS. Trinità ci chiama a fare, a conclusione della celebrazione del mistero dell’Incarnazione e della Redenzione. Dio è il protagonista della storia della salvezza; ma non un Dio astratto, solitario: è il Dio comunità di amore, Padre, Figlio e Spirito Santo.
La vera storia degli uomini è cominciata così
Da sempre Dio ci ha scelti, ci ama, ci parla; è vicino a noi, è con noi; egli prosegue il suo piano di salvezza, è fedele e chiede agli uomini fedeltà. Sono i temi, della prima presa di coscienza che Israele fa della storia della sua salvezza: «Dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra…» (prima lettura). Israele, salvato dalla schiavitù, educato dalla parola di Dio, si è sentito oggetto della sua elezione, ha ricevuto da Dio una legge di saggia convivenza umana e di intimità con lui; ripensando a tutto questo, Israele intuisce che dalle origini la sua storia è nelle mani di Dio, che Dio vi interviene per salvare il suo popolo e condurlo a una patria di benessere e di felicità.
Questa è anche la nostra storia: dobbiamo prenderne coscienza. Dio si è impegnato per noi, ci ha dato la sua parola, ci mette in mano dei fatti, ci dà garanzia nel suo amore e nella sua elezione, perciò chiede fiducia e fedeltà, perché egli stesso mostra fiducia nell’uomo e gli è fedele. Se vi pensassimo, ci renderemmo conto di tutto questo, sentiremmo che Dio con la sua forza di salvezza si mette alla radice degli avvenimenti, per orientarli al bene, nonostante che gli uomini troppo spesso li volgano al male, anzi proprio per questo.
Non c’è bisogno di falsi dèi. Il vero Dio non tace; egli ci parla perché ci ama e vuole salvarci da ogni schiavitù; forse siamo noi che non sappiamo ascoltare. Apriamo il Vangelo, la Bibbia, guardiamo la natura, leggiamo nella nostra storia! Quel popolo che Dio ha scelto e ama, siamo noi ai quali chiede di essere di salvezza per gli altri. Tutto questo ci schiude una reale speranza; ma soltanto nella misura della nostra fede, noi sentiremo viva questa speranza e sapremo comunicarla agli altri.
Dio si è fatto per noi Padre e Fratello
Per gli antichi pagani, ossessionati dal destino (il «fato») pensato inesorabile, e scandalizzati dagli dèi e dalle dee peggiori degli uomini, che sollievo venire a conoscere che vi è un solo Dio, santo, onnipotente, ma «Padre»! Noi troviamo lo stupore gioioso di questa scoperta nella letteratura dei primi cristiani. È il messaggio che Paolo ha richiamato ai Romani (seconda lettura), coinvolgendo in un unico e ormai meraviglioso destino di famiglia, il Padre, Cristo, lo Spirito Santo e gli uomini figli di Dio.
Ormai l’uomo non è più schiavo, perché Dio l’ha liberato dal peccato, e non deve più rendersi schiavo di nessuno e di nulla. Per questo, Dio ha dato all’uomo per guida il suo stesso Spirito di amore, perché si comporti con amore verso gli altri uomini e verso Dio. Allora sentirà la gioia di chiamare Dio col nome di «Padre» e persine di «Papa» (Abbà, Babbo).
In ciò è nuovamente aperta agli uomini una sicura speranza. Dio ha avuto l’iniziativa della salvezza degli uomini, che non vi pensavano; la conduce avanti, anche se non vi pensano e la ostacolano; egli sa volgere a bene, a strumento di salvezza anche la sofferenza umana, come ha fatto per la sofferenza e la croce del suo Figlio che si è fatto nostro «Fratello» per salvarci e renderci suoi coeredi.
Fate miei discepoli tutti i popoli
Questo comando di Gesù non è stato dato solo agli apostoli, è dato per sempre alla Chiesa, cioè a tutti noi che siamo i «credenti in Cristo». Oggi, siamo chiamati a considerarlo nella luce calda della Trinità, di Dio-Amore, Padre, Figlio, Spirito, più e meglio che non lo facciamo usualmente. Tutto ciò che Gesù ha compiuto, i poteri che ha mostrato e che dona alla Chiesa, sono dati a Cristo e alla Chiesa dal Padre, e tutti li corona il dono di comunione che è lo Spirito di amore.
Gli uomini che hanno preso coscienza che la loro è una storia di salvezza, e sentono profondamente di avere Dio per Padre e Fratello, sono spronati a comunicare al mondo questo messaggio, a fare «discepoli» di Cristo tutti i popoli perché anch’essi entrino in questo dinamismo di salvezza per cui Dio conduce fra noi vita umana nella fraternità, nella solidarietà, nella collaborazione.
Luce, splendore e grazia della Trinità
Dalle «Lettere» di sant’Atanasio, vescovo (Lett. 1 a Serap. 28-30; PG 26, 594-595. 599)
Non sarebbe cosa inutile ricercare l’antica tradizione, la dottrina e la fede della Chiesa cattolica, quella s’intende che il Signore ci ha insegnato, che gli apostoli hanno predicato, che i padri hanno conservato. Su di essa infatti si fonda la Chiesa, dalla quale, se qualcuno si sarà allontanato, per nessuna ragione potrà essere cristiano, né venir chiamato tale.
La nostra fede é questa: la Trinità santa e perfetta é quella che é distinta nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo, e non ha nulla di estraneo o di aggiunto dal di fuori, né risulta costituita del Creatore e di realtà create, ma é tutta potenza creatrice e forza operativa. Una é la sua natura, identica a se stessa. Uno é il principio attivo e una l’operazione. Infatti il Padre compie ogni cosa per mezzo del Verbo nello Spirito Santo e, in questo modo, é mantenuta intatta l’unità della santa Trinità. Perciò nella Chiesa viene annunziato un solo Dio che é al di sopra di ogni cosa, agisce per tutto ed é in tutte le cose (cfr. Ef 4, 6). E’ al di sopra di ogni cosa ovviamente come Padre, come principio e origine. Agisce per tutto, certo per mezzo del Verbo. Infine opera in tutte le cose nello Spirito Santo.
L’apostolo Paolo, allorché scrive ai Corinzi sulle realtà spirituali, riconduce tutte le cose ad un solo Dio Padre come al principio, in questo modo: «Vi sono diversità di carismi, ma uno solo é lo Spirito; e vi sono diversità di ministeri, ma uno solo é il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo é Dio, che opera tutto in tutti» (1 Cor 12, 4-6).
Quelle cose infatti che lo Spirito distribuisce ai singoli, sono date dal Padre per mezzo del Verbo. In verità tutte le cose che sono del Padre sono pure del Figlio. Onde quelle cose che sono concesse dal Figlio nello Spirito sono veri doni del Padre. Parimenti quando lo Spirito é in noi, é anche in noi il Verbo dal quale lo riceviamo, e nel Verbo vi é anche il Padre, e così si realizza quanto é detto: «Verremo io e il Padre e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23). Dove infatti vi é la luce, là vi é anche lo splendore; e dove vi é lo splendore, ivi c’è parimenti la sua efficacia e la sua splendida grazia.
Questa stessa cosa insegna Paolo nella seconda lettera ai Corinzi, con queste parole: «La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi» (2 Cor 13, 13). Infatti la grazia é il dono che viene dato nella Trinità, é concesso dal Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo. Come dal Padre per mezzo del Figlio viene data la grazia, così in noi non può avvenire la partecipazione del dono se non nello Spirito Santo. E allora, resi partecipi di esso, noi abbiamo l’amore del Padre, la grazia del Figlio e la comunione dello stesso Spirito.
MESSALE
Antifona d’Ingresso
Sia benedetto Dio Padre,
e l’unigenito Figlio di Dio, e lo Spirito Santo:
perché grande è il suo amore per noi.
Benedíctus sit Deus Pater,
unigenitúsque Dei Fílius,
Sanctus quoque Spíritus,
quia fecit nobíscum misericórdiam suam.
Colletta
O Dio Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito santificatore per rivelare agli uomini il mistero della tua vita, fa’ che nella professione della vera fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l’unico Dio in tre persone. Per il nostro Signore…
Deus Pater, qui, Verbum veritátis et Spíritum sanctificatiónis mittens in mundum, admirábile mystérium tuum homínibus declárasti, da nobis, in confessióne veræ fídei, ætérnæ glóriam Trinitátis agnóscere, et Unitátem adoráre in poténtia maiestátis. Per Dóminum.
Oppure:
O Dio altissimo, che nelle acque del Battesimo ci hai fatto tutti figli nel tuo unico Figlio, ascolta il grido dello Spirito che in noi ti chiama Padre, e fa’ che obbedendo al comando del Salvatore, diventiamo annunziatori della salvezza offerta a tutti i popoli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te…
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Dt 4, 32-34. 39-40
Il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n’è altro.
Dal libro del Deuteronòmio
Mosè parlò al popolo dicendo: «Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo?
O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi?
Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro.
Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 32
Beato il popolo scelto dal Signore.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.
Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.
Seconda Lettura Rm 8, 14-17
Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
Canto al Vangelo Cf Ap 1,8
Alleluia, alleluia.
Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo:
a Dio che è, che era e che viene.
Alleluia.
Vangelo Mt 28, 16-20
Battezzate tutti popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».