Santa Messa 25-4-24
S. MARCO
Evangelista (I sec.) – Festa
L’evangelista Marco, o Giovanni-Marco (Atti 12,12.25; 15,37) apparteneva ad una famiglia ellenizzata di Gerusalemme, che mise la sua casa a disposizione dei primi cristiani (Atti 12,12-16). E’ possibile che questa casa fosse aperta a Cristo e ai suoi apostoli e che si sia svolta in tale ambiente l’ultima Cena. Marco accompagnò Paolo nel suo primo viaggio missionario (Atti 12,25; 13,5), ma pare che non abbia partecipato all’entusiasmo dell’Apostolo; rientrò da solo a Gerusalemme (Atti 13,13); a suo riguardo ci fu una viva discussione fra Paolo e Barnaba in occasione della organizzazione del secondo viaggio apostolico di Paolo (Atti 15,39-40). Seguì poi Pietro a Roma e si mise ai suo servizio durante la prigionia dei capo degli apostoli (Col 4,10), e infine si pose di nuovo a disposizione di Paolo durante la prigionia di quest’ultimo (2 Tim 4,11). Marco ci presenta Gesù, scoperto attraverso l’esperienza stessa dei suoi discepoli e apostoli. Una domanda ricorre per presentare ancor oggi Gesù al mondo: «Chi è costui?».
E’ un vangelo concepito in una visuale tutta speciale: quella del contrasto doloroso tra il Cristo rivestito delle prerogative di guarigione (1,31), di perdono (2,10) e di vittoria sui demoni (1,24-27; 1,34; 3,11.23; 5,7), e gli uomini che si beffano di lui (5,40; 6,2; 15,29-32) e vogliono la sua rovina (3,6; 12,13; 14,1). Quando si presenta l’occasione, Marco non esita a mostrare questa stessa opposizione all’interno dei gruppo dei discepoli (4,13) e della famiglia di Cristo (3,20-35). Egli spiega questo «scandaloso» contrasto con lo stesso mistero pasquale (Mc 16), facendo inoltre vedere che in esso si compie una profonda legge del piano di Dio (8,31; 9,31; 10,33) che si ritrova in tutta la vocazione cristiana (8,34; 9,35; 10,24-39; 13,9-13). Vangelo dei Messia umiliato e osteggiato, sofferente e crocifisso, conduce alla professione di fede del centurione: «Costui era veramente il Figlio di Dio ».
Marco è l’Evangelista che pone più in rilievo il tradimento di Giuda e di Pietro. Vendere Cristo o rifiutare di riconoscerlo nei fratelli è il tradimento che perennemente sta in agguato dietro ogni nostra Cena eucaristica.
La proclamazione della verità
Dal trattato «Contro le eresie» di sant’Ireneo, vescovo
(Lib. 1, 10, 1-3; PG 7, 550-554)
La Chiesa, sparsa in tutto il mondo, fino agli ultimi confini della terra, ricevette dagli apostoli e dai loro discepoli la fede nell’unico Dio, Padre onnipotente, che fece il cielo la terra e il mare e tutto ciò che in essi è contenuto (cfr. At 4, 24). La Chiesa accolse la fede nell’unico Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnatosi per la nostra salvezza. Credette nello Spirito Santo che per mezzo dei profeti manifestò il disegno divino di salvezza: e cioè la venuta di Cristo, nostro Signore, la sua nascita dalla Vergine, la sua passione e la risurrezione dai morti, la sua ascensione corporea al cielo e la sua venuta finale con la gloria del Padre. Allora verrà per «ricapitolare tutte le cose» (Ef 1, 10) e risuscitare ogni uomo, perché dinanzi a Gesù Cristo, nostro Signore e Dio e Salvatore e Re secondo il beneplacito del Padre invisibile «ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua lo proclami» (Fil 2, 10) ed egli pronunzi su tutti il suo giudizio insindacabile.
Avendo ricevuto, come dissi, tale messaggio e tale fede, la Chiesa li custodisce con estrema cura, tutta compatta come abitasse in un’unica casa, benché ovunque disseminata. Vi aderisce unanimemente quasi avesse una sola anima e un solo cuore. Li proclama, li insegna e li trasmette all’unisono, come possedesse un’unica bocca.
Benché infatti nel mondo diverse siano le lingue, unica e identica è la forza della tradizione. Per cui le chiese fondate in Germania non credono o trasmettono una dottrina diversa da quelle che si trovano in Spagna o nelle terre dei Celti o in Oriente o in Egitto o in Libia o al centro del mondo. Come il sole, creatura di Dio, è unico in tutto l’universo, così la predicazione della verità brilla ovunque e illumina tutti gli uomini che vogliono giungere alla conoscenza della verità. E così tra coloro che presiedono le chiese nessuno annunzia una dottrina diversa da questa, perché nessuno è al di sopra del suo maestro.
Si tratti di un grande oratore o di un misero parlatore, tutti insegnano la medesima verità. Nessuno sminuisce il contenuto della tradizione. Unica e identica è la fede. Perciò né il fecondo può arricchirla, né il balbuziente impoverirla.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura 1 Pt 5, 5-14
Vi saluta Marco, figlio mio.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Carissimi, rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili.
Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché vi esalti al tempo opportuno, riversando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono imposte ai vostri fratelli sparsi per il mondo.
E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesù, egli stesso, dopo che avrete un poco sofferto, vi ristabilirà, vi confermerà, vi rafforzerà, vi darà solide fondamenta. A lui la potenza nei secoli. Amen!
Vi ho scritto brevemente per mezzo di Silvano, che io ritengo fratello fedele, per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi! Vi saluta la comunità che vive in Babilonia, e anche Marco, figlio mio. Salutatevi l’un l’altro con un bacio d’amore fraterno. Pace a voi tutti che siete in Cristo!
Salmo Responsoriale Dal Salmo 88
Canterò in eterno l’amore del Signore.
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».
I cieli cantano le tue meraviglie, Signore,
la tua fedeltà nell’assemblea dei santi.
Chi sulle nubi è uguale al Signore,
chi è simile al Signore tra i figli degli dèi?
Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia.
Canto al Vangelo 1 Cor 1,23-24
Alleluia, alleluia.
Noi annunciamo Cristo crocifisso:
potenza di Dio e sapienza di Dio.
Alleluia.
Vangelo Mc 16, 15-20
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.