Messa quotidiana

Santa Messa 24-9-20

 

 

TEMPO ORDINARIO

43.   MARIA VERGINE
DELLA MERCEDE


Tra le famiglie religiose dedicate con vincolo speciale alla Madre di Cristo, vi è l’Ordine della beata Vergine Maria della mercede, fondato a Barcellona nel 1218, per la redenzione dei cristiani prigionieri, da san Pietro Nolasco (†1256) con la collaborazione di san Raimondo di Peñafort († 1275} e di Giacomo I († 1276), re di Aragona. La beata Vergine sotto il titolo «della mercede» è venerata soprattutto in Aragona e in Catalogna, come pure in numerose regioni dell’America Latina. Il formulario, considerato il fine per cui l’Ordine mercedario è stato istituito, celebra anzitutto Cristo «redentore del mondo»(Colletta), che con il suo sacrificio ci ha conquistato «la libertà filiale» (Colletta). Fa poi memoria della beata Vergine che, essendo la serva del Signore (cfr Lc 1,38) ed avendo dedicato tutta se stessa all’opera del Figlio suo redentore (cfr LG 56), giustamente è riconosciuta come congiunta indissolubilmente «alla missione redentrice del Figlio (di Dio)» (Prefazio). La beata Vergine è celebrata come: – nuova Giuditta: come l’antica Giuditta con grande coraggio, liberò il popolo dall’assedio di Oloferne, così Maria, lottando con l’antico serpente, procurò la salvezza al popolo d’Israele e a tutta la Chiesa (cfr Prima Lettura, Gdt 15,8-10.14; 16,13-14); – profetessa della redenzione di Israele: fatta voce del suo popolo, magnifico il Signore perché, ricordandosi della sua misericordia, aveva soccorso Israele redimendolo dalla schiavitù del peccato (cfr Antifona d’ingresso, Lc 1, 46a. 54-55a); – compagna della passione di Cristo: la beata Vergine, che sin dall’«umiltà del presepe»fu accanto al Figlio come madre amorevolissima, stette salda sotto la croce «come generosa compagna della (sua) passione» (Prefazio); giustamente quindi per la lettura del vangelo si prende il testo di Giovanni che riguarda la presenza della Vergine accanto alla croce del Signore (Vangelo, Gv 19, 25-27); – piissima madre, che Dio misericordioso ci ha donato (cfr Orazione dopo la Comunione), e che «con materna sollecitudine» si china sui fratelli del suo Figlio che gemono nell’oppressione e nell’angoscia, perché, spezzati i ceppi di ogni schiavitù, riacquistino la piena libertà del corpo e dello spirito (Prefazio); – nostra avvocata (Prefazio) e celeste patrona (Orazione dopo la Comunione): Maria «esaltata alla Gerusalemme del cielo»(Prefazio), intercede incessantemente per noi. Il formulario è tratto dal Proprio delle messe dell’Ordine della beata Vergine Maria della mercede, Roma 1976, pp. 26-28.50. 

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura   Qo 1, 2-11
Non c’è niente di nuovo sotto il sole.

Dal libro del Qoèlet
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Quale guadagno viene all’uomo
per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole?
Una generazione se ne va e un’altra arriva,
ma la terra resta sempre la stessa.
Il sole sorge, il sole tramonta
e si affretta a tornare là dove rinasce.
Il vento va verso sud e piega verso nord.
Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento.
Tutti i fiumi scorrono verso il mare,
eppure il mare non è mai pieno:
al luogo dove i fiumi scorrono,
continuano a scorrere.
Tutte le parole si esauriscono
e nessuno è in grado di esprimersi a fondo.
Non si sazia l’occhio di guardare
né l’orecchio è mai sazio di udire.
Quel che è stato sarà
e quel che si è fatto si rifarà;
non c’è niente di nuovo sotto il sole.
C’è forse qualcosa di cui si possa dire:
«Ecco, questa è una novità»?
Proprio questa è già avvenuta
nei secoli che ci hanno preceduto.
Nessun ricordo resta degli antichi,
ma neppure di coloro che saranno
si conserverà memoria
presso quelli che verranno in seguito.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 89
Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.  

Canto al Vangelo    Gv 14,6
Alleluia, alleluia.

Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore,
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia.

Vangelo   Lc 9, 7-9
Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.