Messa quotidiana

Santa Messa 24-2-22

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BEATA ISABELLA DI FRANCIA

La principessa Isabella, sorella minore del re San Luigi IX di Francia, nacque nel 1225 dal re Luigi VIII e dalla regina Santa Bianca di Castiglia. La principale fonte circa la vita di questa beata è la “Vita” scritta da Agnese di Harcourt, badessa del monastero di Longchamp fondato dalla stessa Isabella, che si occupò di lei negli ultimi dieci anni della sua vita. E’ difficile a distanza di così tanto tempo discernere se le sue scelte di vita quali il rifiuto del matrimonio e del cibo, comuni a numerose altre ragazze di un tempo, fossero dettate da convinzioni spirituali e da libere scelte, piuttosto che da elementi patologici, psicologici o politici. Sin dall’adolescenza Isabella nutrì una repulsione verso la sua condizione regale, disprezzando il lusso che la circondava e cadendo in una profonda anoressia, al punto che alla madre per tentare di aiutarla non restò che appellarsi ad una “donna santa”. Costeì si limitò però a fare una profezia, cioè che la giovane principessa sarebbe ancora vissuta come “morta al mondo”. In seguito rifiutà non pochi pretendenti ed al papa Innocenzo IV, che le aveva scritto affinchè accettasse la mano del re Corrado di Gerusalemme per il bene della cristianità, rispose con fermezza negativamente, chiedendo piuttosto con risolutezza ed ottenendo di poter emettere il voto perpetuo di verginità.
Nel 1226 era asceso al trono suo fratello, che si rivelò per lei ispiratore della carità verso i poveri e del fervore religioso: quotidianamente infatti Isabella era solita invitare alla sua mensa numerosi mendicanti e visitava malati e poveri. Luigi prese parte a due crociate, risultate però inefficaci, e quando nella prima fu fatto prigioniero in Egitto, per Isabella fu un duro colpo, giàcche sovvenzionava il sostentamento di dieci cavalieri per contribuire al recupero dei luoghi santi. Altra figura influente nella sua vita fu Santa Chiara d’Assisi e nel 1252, alla morte della madre, Isabella decise di fondare a Longchamp un convento ove vivere secondo gli ideali delle clarisse: re Luigi approvò e finanziò tale progetto ed alcuni francescani, fra cui San Bonaventura, furono chiamati a collaborare alla formulazione della regola e delle costituzioni. Il nuovo monastero, sito nei sobborghi parigini, fu dedicato all’Umiltà della Beata Vergine Maria.
Da allora Isabella profuse buona parte delle proprie sostanze a sostegno del convento e proseguì la sua attività di assistenza ai poveri. Assai probabilmente, ella però non emise mai i voti perpetui, forse a motivo delle sue precarie condizioni di salute: la stessa sua decisione di vivere in un luogo separato dell’edificio, non a stretto contatto con le celle delle suore, fu dovuta a quanto pare a motivi di umiltà uniti al desiderio di scongiurare l’eventuale elezione a badessa. Per dieci ani condusse in monastero una vita di digiuno, penitenza, contemplazione e preghiera. Prima della sua morte, avvenuta il 22 febbraio 1270, il suo cappellano, il confessore e suor Agnese, suo futura biografa, furono testimoni di un suo rapimento estatico. Pochi mesi dopo morì a Tunisi il suo santo fratello, di ritorno dalla seconda crociata.
Papa Leone X, con bolla pontificia del 3 gennaio 1521, dichiarò “beata” la principessa Isabella di Francia, una delle prime sante clarisse. Un tempo la sua festa era celebrata dall’ordine francescano all’8 giugno insieme alle consorelle Agnese di Boemia e Camilla Battista da Varano. Luigi IX fu invece uno dei primi terziari francescani ad essere riconosciuto santo.


Autore: 
Fabio Arduino

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura   Gc 5, 1-6
Il salario da voi defraudato ai lavoratori grida,
e le proteste sono giunte alle orecchie del Signore.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Eccomi ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che vi sovrastano! Le vostre ricchezze sono imputridite, le vostre vesti sono state divorate dalle tarme; il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si leverĂ  a testimonianza contro di voi e divorerĂ  le vostre carni come un fuoco.
Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni! Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori che hanno mietuto le vostre terre grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti.
Avete gozzovigliato sulla terra e vi siete saziati di piaceri, vi siete ingrassati per il giorno della strage.
Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non può opporre resistenza.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 48
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

Questa è la sorte di chi confida in se stesso,
l’avvenire di chi si compiace nelle sue parole:
come pecore sono avviati agli inferi,
sarĂ  loro pastore la morte.

Scenderanno a precipizio nel sepolcro,
svanirĂ  ogni loro parvenza:
gli inferi saranno la loro dimora.
Ma Dio potrĂ  riscattarmi,
mi strapperĂ  dalla mano della morte.

Se vedi un uomo arricchirsi, non temere,
se aumenta la gloria della sua casa.
Quando muore con sé non porta nulla,
né scende con lui la sua gloria.

Nella sua vita si diceva fortunato:
«Ti loderanno, perché ti sei procurato del bene».
AndrĂ  con la generazione dei suoi padri
che non vedranno mai più la luce. 

Canto al Vangelo    Cf 1 Ts 2,13
Alleluia, alleluia.

Accogliete la parola i Dio non come parola di uomini,
ma qual è veramente: parola di Dio
Alleluia.

Vangelo   Mc 9, 41-50
E’ meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, GesĂą disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darĂ  da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perchĂ© siete di Cristo, vi dico in veritĂ  che non perderĂ  la sua ricompensa.
Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare.
Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile.
Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Perché ciascuno sarà salato con il fuoco.
Buona cosa il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».