Messa quotidiana

Santa Messa 20-7-23

SANT’APOLLINARE

Come spesso accade per i Santi del I secolo, non esistono molte fonti storiche certe sulla vita di Sant’Apollinare, primo vescovo di Ravenna. Vissuto al tempo dell’Impero bizantino d’Oriente, determinante nella sua vita sembra essere l’incontro con l’apostolo Pietro. Alcune fonti, invece, datano la figura storica del Santo più tardivamente, intorno al 150-200.

Seguire Gesù in capo al mondo
Apollinare è un giovane di belle speranze, che vive ad Antiochia con la sua famiglia di religione pagana. Un giorno nella sua città arriva qualcuno che parla di un modo nuovo di amarsi gli uni gli altri, proprio come Dio ci ama. Si chiama Pietro e le sue parole sono quelle di Gesù, il Figlio di Dio che egli con i suoi occhi ha visto morire e poi risorgere per redimere l’umanità, e dal quale ha ricevuto l’incarico di costruire la Sua Chiesa. Per questo Pietro viaggia in lungo e in largo e intorno al 44 arriva proprio in Siria. Apollinare resta folgorato dalla Parola e decide di seguirlo a Roma. Da qui Pietro lo invia a Classe, vicino Ravenna, dove la marina romana ha una base con centinaia di marinai per lo più provenienti dalle terre orientali. Alcune fonti descrivono anche una missione evangelizzatrice in Mesia e Tracia della durata di circa 3 anni.

Protovescovo di Ravenna, per l’ira dei pagani
Apollinare è sveglio, afferra le cose al volo, e soprattutto parla bene. Riesce a portare alla fede cristiana molti, ottenendo la conversione di intere famiglie. Per questo Pietro gli affida la costruzione della Chiesa di Ravenna, di cui diventa di fatto pastore, cioè il primo vescovo. Arrivato in città guarisce la moglie del tribuno, ma appena le autorità lo vengono a sapere, gli chiedono di sacrificare idoli agli dei. Apollinare si rifiuta: risponde che gli idoli sono fatti d’oro e d’argento, materiali preziosi che sarebbe stato meglio donare ai poveri, e così viene brutalmente picchiato. Nonostante questo debutto difficile, reggerà questa chiesa per circa 30 anni, costruendosi la fama di “sacerdote” e “confessore” per cui è ricordato.

Il martirio e la diffusione del culto
Apollinare interpreta alla perfezione la missione pastorale del vescovo, riuscendo a conquistare alla fede l’anima di molti. Normale che a un certo punto finisse nel mirino dei pagani. Siamo sotto il regno di Vespasiano, nell’anno 70 d.C. Gli intimano addirittura di non predicare, ma lui si rifiuta di obbedire. Un giorno, di ritorno dalla visita a un lebbrosario, lo battono talmente forte da ridurlo in fin di vita: infatti, muore sette giorni dopo. Sul luogo del martirio verrà edificata una basilica – l’attuale Sant’Apollinare in Classe – consacrata nel 549. Il suo culto si diffonde rapidamente, anche oltre i confini cittadini: arriva a Roma grazie ai pontefici Simmaco e Onorio I, mentre il re franco Clodoveo gli dedica una chiesa vicino Digione. Nel IX secolo, infine, le sue reliquie vengono portate in città, e conservate nella chiesa che da quel momento prende il nome di Sant’Apollinare Nuovo.

Fonte: Vatican News

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura  Es 3, 13-20
Io sono colui che sono. Io-Sono mi ha mandato a voi.

Dal libro dell’Èsodo
In quei giorni, [udendo la voce del Signore dal mezzo del roveto,] Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”».
Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.
Va’! Riunisci gli anziani d’Israele e di’ loro: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, mi è apparso per dirmi: Sono venuto a visitarvi e vedere ciò che viene fatto a voi in Egitto. E ho detto: Vi farò salire dalla umiliazione dell’Egitto verso la terra del Cananeo, dell’Ittita, dell’Amorreo, del Perizzita, dell’Eveo e del Gebuseo, verso una terra dove scorrono latte e miele”.
Essi ascolteranno la tua voce, e tu e gli anziani d’Israele andrete dal re d’Egitto e gli direte: “Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto, a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio”.
Io so che il re d’Egitto non vi permetterà di partire, se non con l’intervento di una mano forte. Stenderò dunque la mano e colpirò l’Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo di che egli vi lascerà andare».

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 104
Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

Dio rese molto fecondo il suo popolo,
lo rese più forte dei suoi oppressori.
Cambiò il loro cuore perché odiassero il suo popolo
e agissero con inganno contro i suoi servi.

Mandò Mosè, suo servo,
e Aronne, che si era scelto:
misero in atto contro di loro i suoi segni
e i suoi prodigi nella terra di Cam.

Canto al Vangelo    Mt 11,28
Alleluia, alleluia.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore.
Alleluia.

VangeloMt 11, 28-30
Io sono mite e umile di cuore.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».