Messa quotidiana

Santa Messa 18-5-20

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San Felice da Cantalice

Cappuccino

Cantalice, Rieti, 1515 – Roma, 18 maggio 1587

Felice Porro nacque a Cantalice quasi sicuramente nel 1515; fanciullo si trasferì a Cittaducale, dove servì in casa Picchi in qualità di pastore e di contadino. Alimentò l’innata inclinazione ad una vita austera, ascoltando leggere le Vite dei Padri. Nei primi mesi del 1544, travolto da giovenchi non domi e rimasto miracolosamente incolume, si decise a mettere in atto senza altri rinvii il proposito, lungamente meditato, di rendersi religioso tra i Cappuccini. Compì l’anno di noviziato a Fiuggi e nel maggio 1545 emetteva la professione dei voti nel convento di S. Giovanni Campano. Quindi sostò per poco più di due anni nei conventi di Tivoli e di Viterbo-Palanzana e, verso la: fine del 1547 o l’inizio del 1548, si trasferì a Roma, nel convento di S. Bonaventura (attualmente S. Croce dei Lucchesi sotto il Quirinale), dove nei rimanenti quarant’anni della sua vita questuò pane e vino per i suoi confratelli.
Felice ebbe un temperamento mistico. Dormiva appena due o tre ore e il resto della notte lo trascorreva in chiesa in preghiera, che per lo più era contemplazione dei misteri della vita di Gesù. Negli ultimi tre lustri della sua vita si comunicò quotidianamente. Nei giorni festivi soleva peregrinare alle “Sette Chiese” oppure visitava gli infermi nei vari ospedali romani. Nutrì una tenera devozione alla Vergine Madre, che gli apparve più volte.
Nei suoi contatti quotidiani con il popolo, fu efficace consigliere spirituale di gente umile e della stessa aristocrazia della Roma rinascimentale. Per molti anni dopo la sua morte (18 maggio 1587) ragazzi e signore seguitarono a cantare ballate da lui composte e insegnate, come queste:
“Gesù, somma speranza,
del cuor somma baldanza.
Deh! dammi tanto amore,
che mi basti ad amarti “;

oppure:

” Se tu non sai la via
d’andare in paradiso,
vattene a Maria
con pietoso viso,
ch’è clemente e pia:
t’insegnerà la via
d’andare in paradiso”.

Fu amico di s. Filippo Neri e di Sisto V, al quale predisse il papato ammonendolo a comportarsi rettamente, e che ne fece celebrare il processo canonico l’anno stesso della morte (giugno-ottobre 1587) con l’intenzione di canonizzarlo immediatamente, poiché i miracoli operati dal santo ancor vivente e subito dopo la morte erano sulla bocca di tutti. Ma di fatto Felice fu beatificato il 1 ottobre 1625 e canonizzato da Clemente XI il 22 maggio.
Il suo corpo riposa nella chiesa dell’Immacolata Concezione di via Veneto in Roma, dove fu trasportato il 27 aprile 1631. La festa liturgica ricorre il 18 maggio.


Autore:
Mariano da Alatri

 

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura   At 16, 11-15
Il Signore aprì il cuore a Lidia per aderire alle parole di Paolo.

Dagli Atti degli Apostoli
Salpati da Tròade, facemmo vela direttamente verso Samotràcia e, il giorno dopo, verso Neàpoli e di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della Macedònia.
Restammo in questa città alcuni giorni. Il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera e, dopo aver preso posto, rivolgevamo la parola alle donne là riunite.
Ad ascoltare c’era anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo.
Dopo essere stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò dicendo: «Se mi avete giudicata fedele al Signore, venite e rimanete nella mia casa». E ci costrinse ad accettare.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 149 
Il Signore ama il suo popolo.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca.
Questo è un onore per tutti i suoi fedeli.

Canto al Vangelo     Gv 15,26.27
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito della verità darà testimonianza di me,
dice il Signore,
e anche voi date testimonianza.

Alleluia.

Vangelo  Gv 15, 26 – 16,4
Lo Spirito della verità darà testimonianza di me.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».