Messa quotidiana

Santa Messa 16-5-22


SANTA MARGHERITA DA CORTONA

Nulla è perduto, se si ama davvero: si può così sintetizzare l’esperienza avventurosa e peccatrice di Santa Margherita da Cortona, che, proprio grazie all’amore, riesce a dare una svolta alla propria vita fino a raggiungere le vette del misticismo e della carità più pura ed illuminata. Nasce nel 1247 a Laviano, un paesino a mezza strada tra Montepulciano e Cortona, in una povera famiglia contadina. Orfana di mamma, viene allevata da una matrigna gelosa e bisbetica, in mezzo a maltrattamenti ed angherie. Bellissima e, per questo, ammirata e corteggiata, a 18 anni scappa di casa per realizzare il suo sogno d’amore con un giovane nobile di Montepulciano. Che le spalanca le porte del suo castello e la fa sua amante per nove anni, ma che non la sposa, nemmeno quando dalla loro unione nasce un figlio. Il giovanotto non doveva essere neppure uno stinco di santo, se è vero che muore assassinato e la leggenda narra che sia stato un cagnolino (con il quale viene comunemente raffigurata nelle immagini) ad aiutare Margherita a ritrovarne il cadavere. Ovvio che la famiglia di lui, all’indomani del funerale, la cacci sdegnosamente di casa e così Margherita, da un giorno all’altro, passa dalle agiatezze di una vita mondana e dispendiosa alle misere condizioni di una ragazza madre, senza un tetto e senza di che mangiare. Dato che neppure si può parlare di tornare a casa sua, da dove è già fuggita una volta e dove tutti si vergognano della sua vita peccaminosa, qualche biografo sostiene che Margherita arrivi a prostituirsi per sbarcare il lunario, e non ci sarebbe proprio di che stupirsi, viste le sue condizioni e l’assoluta mancanza di valori. Va a stabilirsi a Cortona, trovando una casa e un lavoro come ostetrica, e qui avviene la sua metamorfosi. Conquistata dall’ideale francescano, si dedica agli ammalati poveri, visitandoli e curandoli a domicilio, scoprendo in se stessa una volontà e un talento di organizzatrice che neppure lei sapeva di possedere. Raduna attorno a sé un gruppo di volontarie e insieme a loro organizza una rete fittissima di carità per chiunque ha bisogno di aiuto. Riesce a contagiare nel suo progetto caritativo le famiglie nobili della zona, che mettono a sua disposizione somme ingenti con le quali, già nel 1278; riesce ad aprire il primo ospedale per i poveri di Cortona. L’assistenza è assicurata dalla confraternita delle Poverelle e dai Mantellati, per la quale ha scritto gli Statuti di chiara impronta francescana ed alla quale, soprattutto, offre la testimonianza della sua vita interamente votata ai più deboli. Scende in piazza, quando è necessario, per pacificare gli animi e per rasserenare il turbolento clima politico del suo tempo, ma, soprattutto, Margherita si dedica ad una intensa preghiera e ad una grande penitenza, che la portano alle più alte vette della mistica, nella Rocca sopra Cortona, dove ha ricavato una piccola cella in cui vive gli ultimi anni in meditazione e solitudine. Qui l’ex concubina muore il 22 febbraio 1297, ad appena 50 anni. Ci vogliono più di 4 secoli prima che la Chiesa la proclami santa, nel 1728, ad opera di Benedetto XIII, e Margherita diventa così una gloria dell’Ordine Francescano e la patrona di Cortona, che da sette secoli custodisce il suo corpo incorrotto.

Autore: Gianpiero Pettiti

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura
   At 14, 5-18
Vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanitĂ  al Dio vivente.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, a Icònio ci fu un tentativo dei pagani e dei Giudei con i loro capi di aggredire e lapidare Paolo e Bàrnaba; essi lo vennero a sapere e fuggirono nelle città della Licaònia, Listra e Derbe, e nei dintorni, e là andavano evangelizzando.
C’era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla nascita, che non aveva mai camminato. Egli ascoltava Paolo mentre parlava e questi, fissandolo con lo sguardo e vedendo che aveva fede di essere salvato, disse a gran voce: «Àlzati, ritto in piedi!». Egli balzò in piedi e si mise a camminare. La gente allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, si mise a gridare, dicendo, in dialetto licaònio: «Gli dèi sono scesi tra noi in figura umana!». E chiamavano Bàrnaba «Zeus» e Paolo «Hermes», perché era lui a parlare.
Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all’ingresso della città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla. Sentendo ciò, gli apostoli Bàrnaba e Paolo si strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando: «Uomini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano. Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che tutte le genti seguissero la loro strada; ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori». E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla dall’offrire loro un sacrificio.

Salmo Responsoriale   Salmo 115
Non a noi, Signore, ma al tuo nome dĂ  gloria.

Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome da’ gloria,
per il tuo amore, per la tua fedeltĂ .
Perché le genti dovrebbero dire:
«Dov’è il loro Dio?».

Il nostro Dio è nei cieli:
tutto ciò che vuole, egli lo compie.
I loro idoli sono argento e oro,
opera delle mani dell’uomo.

Siate benedetti dal Signore,
che ha fatto cielo e terra.
I cieli sono i cieli del Signore,
ma la terra l’ha data ai figli dell’uomo.

Canto al Vangelo  Gv 14,26
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito Santo vi insegnerĂ  ogni cosa,
dice il Signore,
e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto.
Alleluia.

Vangelo   Gv 14, 21-26
Lo Spirito Santo che il Padre manderĂ  nel mio nome vi insegnerĂ  ogni cosa.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».