Santa Messa 15-9-22
BEATA MARIA VERGINE ADDOLORATA
La devozione ai dolori di Maria fu assai prima popolare che liturgica, diffusa particolarmente dai Serviti e dai Passionisti (cf 17 febbraio e 19 ottobre), e contempla i sette momenti messi in rilievo dai Vangeli. Fu papa Pio VII, che in ricordo delle sofferenze inflitte da Napoleone alla Chiesa nel suo capo, introdusse nella liturgia la celebrazione dei dolori di Maria. La compartecipazione dolorosa della Madre dei Salvatore alla sua opera di salvezza (Lc 2,33-35) è testimoniata nell’ora della croce da Giovanni che l’ha ricevuta in Madre (Gv 19,25.27). Attualmente, questa memoria dei dolori di Maria si concentra meglio su lei, la Addolorata, e sul sacrificio di Cristo, che lei stessa offre con lui al Padre. E il gesto in cui la ritrae l’arte raffigurandola nella «Pietà », espressione dei «martirio» intimo della Madre del Crocifisso.
La Madre di Gesù stava presso la croce
Dai «Discorsi» di san Bernardo, abate      (Disc. nella domenica fra l’ottava dell’Assunzione 14-15; Opera omnia, ed. Cisterc. 5 [1968] 273-274)
Il martirio della Vergine viene celebrato tanto nella profezia di Simeone, quanto nella storia stessa della passione del Signore. Egli è posto, dice del bambino Gesù il santo vegliardo, quale segno di contraddizione, e una spada, dice poi rivolgendosi a Maria, trapasserà la tua stessa anima (cfr. Lc 2, 34-35).
Una spada ha trapassato veramente la tua anima, o santa Madre nostra! Del resto non avrebbe raggiunto la carne del Figlio se non passando per l’anima della Madre. Certamente dopo che il tuo GesĂą, che era di tutti, ma specialmente tuo, era ispirato, la lancia crudele, non potĂ© arrivare alla sua anima. Quando, infatti, non rispettando neppure la sua morte, gli aprì il costato, ormai non poteva piĂą recare alcun danno al Figlio tuo. Ma a te sì. A te trapassò l’anima. L’anima di lui non era piĂą lĂ , ma la tua non se ne poteva assolutamente staccare.
Perciò la forza del dolore trapassò la tua anima, e così non senza ragione ti possiamo chiamare piĂą che martire, perchĂ© in te la partecipazione alla passione del Figlio, supererò di molto, nell’intensitĂ , le sofferenze fisiche del martirio.
Non fu forse per te piĂą che una spada quella parola che davvero trapassò l’anima ed arrivò fino a dividere anima e spirito? Ti fu detto infatti: «Donna, ecco il tuo figlio» (Gv 19, 26). Quale scambio! Ti viene dato Giovanni al posto di GesĂą, il servo al posto del Signore, il discepolo al posto del maestro, il figlio di Zebedeo al posto del Figlio di Dio, un semplice uomo al posto del Dio vero. Come l’ascolto di queste parole non avrebbe trapassato la tua anima tanto sensibile, quando il solo ricordo riesce a spezzare anche i nostri cuori, che pure sono di pietra e di ferro?
Non meravigliatevi, o fratelli, quando si dice che Maria è stata martire nello spirito. Si meravigli piuttosto colui che non ricorda d’aver sentito Paolo includere tra le piĂą grandi colpe dei pagani che essi furono privi di affetto. Questa colpa è stata ben lontana dal cuore di Maria, e sia ben lontana anche da quello dei suoi umili devoti.
Qualcuno potrebbe forse obiettare: Ma non sapeva essa in antecedenza che GesĂą sarebbe morto? Certo. Non era forse certa che sarebbe ben presto risorto? Senza dubbio e con la piĂą ferma fiducia. E nonostante ciò soffrì quando fu crocifisso? Sicuramente e in modo veramente terribile. Del resto chi sei mai tu, fratello, e quale strano genere di sapienza è il tuo, se ti meravigli della solidarietĂ nel dolore della Madre col Figlio, piĂą che del dolore del Figlio stesso di Maria? Egli ha potuto morire anche nel corpo, e questa non ha potuto morire con lui nel suo cuore? Nel Figlio operò l’amore superiore a ogni altro amore. Nella Madre operò l’amore, al quale dopo quello di Cristo nessuno altro amore si può paragonare.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura  Eb 5, 7-9
Imparò l’obbedienza e divenne causa di salvezza eterna.
Dalla lettera agli Ebrei
Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito.
Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono..
Salmo Responsoriale  Dal Salmo 30
Salvami, Signore, per la tua misericordia.
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Tendi a me il tuo orecchio.
Vieni presto a liberarmi.
Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi.
Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.
Quanto è grande la tua bontà , Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
la dispensi, davanti ai figli dell’uomo,
a chi in te si rifugia.
SEQUENZA FACOLTATIVA | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Canto al VangeloÂ
Alleluia, alleluia.
Beata la Vergine Maria,
perché senza morire meritò, sotto la croce del Signore,
la palma del martirio.
Alleluia.
 Â
Vangelo  Gv 19, 25-27
Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Mà gdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Oppure:Â
Vangelo  Lc 2, 33-35
Anche a te una spada trafiggerà l’anima.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il padre e la madre di GesĂą si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perchĂ© siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerĂ l’anima».