Messa quotidiana

Santa Messa 15-10-21

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SANTA TERESA D’AVILA
Vergine e Dottore della Chiesa
(1515-1582)

Teresa de Cepeda y de Ahumada, fin da fanciulla, dimostrò una spiccata tendenza alla vita contemplativa e anacoretica. Lettrice assidua specialmente dei Padri, aveva attinto da san Girolamo la sua vocazione religiosa. Il Carmelo della sua città, Avila, quando vi entrò, praticava come molti altri un’osservanza assai mitigata. Teresa si sottomise alle pratiche più rigorose prima di intraprendere la sua vasta opera di riforma con l’aiuto di san Giovanni della Croce. Nonostante l’assorbente attività che dovette esplicare nella formazione dei nuovi conventi, e malgrado le considerevoli difficoltà che dovette affrontare, Teresa giunse alla vetta della vita mistica. Ne danno prova i suoi scritti: Il cammino della perfezione, Le fondazioni, Il libro della sua vita, Il Castello inte­riore, le lettere, le poesie. L’ascesi cristiana è corrispondenza allo Spirito Santo che dal battesimo lavora in ognuno di noi per renderci conformi all’immagine del Figlio di Dio. Figura intensamente umana, Teresa era donna di profondo buon senso, di carattere simpatico, gioviale, ma tenace, abile nell’adattarsi alle circostanze, gioiosa e sorridente, di grande talento organizzativo. Morì la notte del 4 ottobre 1582, proprio nell’anno in cui la correzione del calendario fatta da papa Gregorio XIII fece seguire immediatamente il 15 ottobre. La sua profonda dottrina spirituale, attinta in gran parte a sant’Agostino e a san Gregorio Magno, le ha meritato d’essere dichiarata da Paolo VI nel 1970 «Dottore della Chiesa».

Ricordiamoci sempre dell’amore di Cristo

Dalle «Opere» di santa Teresa di Gesù, Vergine
(Opusc. «Il libro della vita», cap. 22, 6-7, 14)

Chi ha come amico Cristo Gesù e segue un capitano così magnanimo come lui, può certo sopportare ogni cosa; Gesù infatti aiuta e dà forza, non viene mai meno ed ama sinceramente. Infatti ha sempre riconosciuto e tuttora vedo chiaramente che non possiamo piacere a Dio e da lui ricevere grandi grazie, se non per le mani della sacratissima umanità di Cristo, nella quale egli ha detto di compiacersi.
Ne ho fatto molte volte l’esperienza, e me l’ha detto il Signore stesso. Ho visto nettamente che dobbiamo passare per questa porta, se desideriamo che la somma Maestà ci mostri i suoi grandi segreti. Non bisogna cercare altra strada, anche se si è raggiunto il vertice della contemplazione, perché per questa via si è sicuri. E’ da lui, Signore nostro, che ci vengono tutti i beni. Egli ci istruirà.
Meditando la sua vita, non si troverà modello più perfetto. Che cosa possiamo desiderare di più, quando abbiamo al fianco un così buon amico che non ci abbandona mai nelle tribolazioni e nelle sventure, come fanno gli amici del mondo? Beato colui che lo ama per davvero e lo ha sempre con sé! Guardiamo il glorioso apostolo Paolo che non poteva fare a meno di avere sempre sulla bocca il nome di Gesù, perché l’aveva ben fisso nel cuore. Conosciuta questa verità, ho considerato e ho appreso che alcuni santi molto contemplativi, come Francesco, Antonio da Padova, Bernardo, Caterina da Siena, non hanno seguito altro cammino. Bisogna percorrere questa strada con grande libertà, abbandonandoci nelle mani di Dio. Se egli desidera innalzarci fra i principi della sua corte, accettiamo volentieri tale grazia.
Ogni volta poi, che pensiamo a Cristo, ricordiamoci dell’amore che lo ha spinto a concederci tante grazie e dell’accesa carità che Dio ci ha mostrato dandoci in lui un pegno della tenerezza con cui ci segue: amore infatti domanda amore. Perciò sforziamoci di considerare questa verità e di eccitarci ad amare. Se il Signore ci facesse la grazia, una volta, di imprimerci nel cuore questo amore, tutto ci diverrebbe facile e faremmo molto, in breve e senza fatica.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura   Rm 4, 1-8
Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, che diremo di Abramo, nostro progenitore secondo la carne? Che cosa ha ottenuto? Se infatti Abramo è stato giustificato per le opere, ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio.
Ora, che cosa dice la Scrittura? Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia.
A chi lavora, il salario non viene calcolato come dono, ma come debito; a chi invece non lavora, ma crede in Colui che giustifica l’empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia.
Così anche Davide proclama beato l’uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere:
«Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate
e i peccati sono stati ricoperti;
beato l’uomo al quale il Signore non mette in conto il peccato!».

Salmo Responsoriale
    Dal Salmo 31 
Tu sei il mio rifugio, Signore.

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

Canto al Vangelo    Lc 12,32.30
Alleluia, alleluia.

Non temere, piccolo gregge,
il Padre vostro sa di chi avete bisogno. 
Alleluia.

Vangelo   Lc 12, 1-7

Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».