Messa quotidiana

Santa Messa 14-7-23

SAN CAMILLO DE LELLIS

È un violento soldato di ventura: altissimo, forte, robusto. Nato a Bucchianico (Chieti), in Abruzzo, il 25 maggio 1550, Camillo de Lellis, di famiglia nobile, dai diciassette ai venticinque anni trascorre la sua vita tra i campi di battaglia e i tavoli da gioco, fino a perdere tutto quello che possiede. Un giorno qualcosa cambia radicalmente nel suo cuore. È ferito, ricoverato in un ospedale romano, il San Giacomo. Camillo si rende conto delle difficoltà in cui versano i nosocomi dell’epoca e, soprattutto, delle incompetenze e dei modi brutali con cui vengono trattati i sofferenti poveri, abbandonati a se stessi. Decide, quindi, di dedicarsi ai malati e al miglioramento della loro condizione.
Inizia la propria opera di assistenza come inserviente volontario proprio al San Giacomo e, per seguire la propria vocazione, su consiglio di San Filippo Neri, suo contemporaneo, nel 1584 Camillo si fa ordinare prete. Fonda una congregazione di laici e religiosi consacrati a Cristo crocifisso “i Ministri degli Infermi” (infermieri camilliani) per la cura degli ammalati, dei poveri e degli affamati, a casa, per le strade, in ospedale. L’ex soldato apre ospedali in varie città italiane e per primo organizza l’assistenza sui campi di battaglia, attraverso l’invio di unità mobili con medici, infermieri, medicine e attrezzature: viene considerato il precursore della “Croce Rossa Internazionale” e, quindi, il suo protettore. Una grande croce rossa di stoffa, infatti, campeggia sugli abiti dei “camilliani”.
Camillo introduce anche alcune novità fondamentali per la cura degli ammalati, come un apposito reparto per le malattie contagiose, l’apertura delle finestre per il ricambio dell’aria, adeguata alimentazione, ordine e pulizia. In un momento di crisi, calunniato e criticato dagli stessi collaboratori, Camillo prega davanti al crocifisso. Improvvisamente il santo vede le braccia della statua staccarsi dalla croce, Gesù gli parla esortandolo a continuare la sua missione: «Io ti aiuterò. Questa impresa non è tua, è mia». Il santo, rinfrancato dalla visione, fino all’ultimo giorno della sua vita, nonostante soffra per varie disfunzioni, visita e cura i malati. Si spegne a Roma nel 1614 dove viene sepolto, nella Chiesa di Santa Maria Maddalena. Patrono dell’Abruzzo, è protettore di ospedali, ammalati e infermieri. Viene invocato per la buona riuscita di interventi chirurgici. Oggi la “Famiglia Camilliana” è diffusa in tutto il mondo.


Autore: 
Mariella Lentini

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura  Gn 46, 1-7. 28-30
Posso anche morire, dopo aver visto la tua faccia.

Dal libro della Gènesi
In quei giorni, Israele levò le tende con quanto possedeva e arrivò a Bersabea, dove offrì sacrifici al Dio di suo padre Isacco.
Dio disse a Israele in una visione nella notte: «Giacobbe, Giacobbe!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché laggiù io farò di te una grande nazione. Io scenderò con te in Egitto e io certo ti farò tornare. Giuseppe ti chiuderà gli occhi con le sue mani».
Giacobbe partì da Bersabea e i figli d’Israele fecero salire il loro padre Giacobbe, i loro bambini e le loro donne sui carri che il faraone aveva mandato per trasportarlo. Presero il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistato nella terra di Canaan e vennero in Egitto, Giacobbe e con lui tutti i suoi discendenti. Egli condusse con sé in Egitto i suoi figli e i nipoti, le sue figlie e le nipoti, tutti i suoi discendenti.
Egli aveva mandato Giuda davanti a sé da Giuseppe, perché questi desse istruzioni in Gosen prima del suo arrivo. Arrivarono quindi alla terra di Gosen. Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì incontro a Israele, suo padre, in Gosen. Appena se lo vide davanti, gli si gettò al collo e pianse a lungo, stretto al suo collo. Israele disse a Giuseppe: «Posso anche morire, questa volta, dopo aver visto la tua faccia, perché sei ancora vivo».

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 36
La salvezza dei giusti viene dal Signore.

Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore.

Il Signore conosce i giorni degli uomini integri:
la loro eredità durerà per sempre.
Non si vergogneranno nel tempo della sventura
e nei giorni di carestia saranno saziati.

Sta’ lontano dal male e fa’ il bene
e avrai sempre una casa.
Perché il Signore ama il diritto
e non abbandona i suoi fedeli.

La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati.

Canto al VangeloGv 16,14
Alleluia, alleluia.
Quando verrà lo Spirito della verità,
vi guiderà a tutta la verità,
e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Alleluia.

VangeloMt 10, 16-23
Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».