Messa quotidiana

Santa Messa 14-12-18

SAN GIOVANNI DELLA CROCE
sacerdote e dottore della Chiesa (1542-1591)
Memoria

Giovanni de Yepez, nato a Fontiveros presso Avila (Spagna) entrò ventenne nel Carmelo nel 1563, in un’epoca in cui la vita regolare dell’ordine era molto rilassata. Sotto l’ispirazione della concittadina santa Teresa tentò di ricondurlo alla primitiva osservanza. Il lavoro di riforma gli costò l’espulsione dal convento. Finì anche in prigione dove scrisse alcune delle più belle liriche di tutti i tempi. Serio e austero, era sovente oggetto degli scherzi della gioviale Teresa, che lo stimava enormemente. Le sofferenze che subì gli insegnarono a scoprire il mistero della croce e ad avanzare sulla strada della più alta contemplazione e della vita mistica. Di questa descrisse le tappe nelle opere di teologia spirituale che la Chiesa addita come sicura dottrina a tutti i suoi fedeli: Salita a! monte Carmelo, Notte oscura dell’anima, Cantico spirituale, Fiamma viva di amore. Egli vede l’essenza della Chiesa nella sua unione vitale con Cristo, pienamente integrata con l’esistenza umana concreta. Cristo è «presente e operoso» sempre nella Chiesa.

La conoscenza del mistero nascosto in Cristo Gesù

Dal «Cantico spirituale» di san Giovanni della Croce, sacerdote.
Per quanto siano molti i misteri e le meraviglie scoperte dai santi dottori e intese dalle anime Sante nel presente stato di vita, tuttavia ne è rimasta da dire e da capire la maggior parte e quindi c’è ancora molto da approfondire in Cristo.
Egli infatti è come una miniera ricca di immense vene di tesori, dei quali, per quanto si vada a fondo, non si trova la fine; anzi in ciascuna cavità si scoprono nuovi filoni di ricchezze.
Perciò san Paolo dice di lui: «In Cristo si trovano nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza» (Col 2,3) nei quali l’anima non può penetrare, se prima non passa per le strettezze della sofferenza interna ed esterna. Infatti a quel poco che è possibile sapere in questa vita dei misteri di Cristo, non si può giungere senza aver sofferto molto, aver ricevuto da Dio numerose gra­zie intellettuali e sensibili e senza aver fatto precedere un lungo esercizio spirituale, poiché tutte queste grazie sono più imperfette della sapienza dei misteri di Cristo, per la quale servono di semplice disposizione.
Oh, se l’anima riuscisse a capire che non si può giungere nel folto delle ricchezze e della sapienza di Dio, se non entrando dove più numerose sono le sofferenze di ogni genere, riponendovi la sua consolazione e il suo desiderio!
Come chi desidera veramente la sapienza divina, in primo luogo brama di entrare veramente nello spessore della croce!
Per questo san Paolo ammoniva i discepoli di Efeso che non venissero meno nelle tribolazioni, ma stessero forti e radicati e fondati nella carità, e così potessero comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, per essere ricolmi di tutta la pienezza di Dio (cfr. Ef 3, 17-19). Per accedere alle ricchezze della sapienza divina la porta è la croce. Si tratta di una porta stretta nella quale pochi desiderano entrare, mentre sono molti coloro che amano i diletti a cui si giunge per suo mezzo.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura    Is 48, 17-19
Se tu avessi prestato attenzione ai miei comandi!

Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore tuo redentore, il Santo di Israele:
“Io sono il Signore tuo Dio
che ti insegno per il tuo bene,
che ti guido per la strada su cui devi andare.
Se avessi prestato attenzione ai miei comandi,
il tuo benessere sarebbe come un fiume,
la tua giustizia come le onde del mare.
La tua discendenza sarebbe come la sabbia
e i nati dalle tue viscere come i granelli d’arena;
non sarebbe mai radiato né cancellato
il tuo nome davanti a me”. 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 1
Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina. 

Canto al Vangelo 
Alleluia, alleluia.

Il Signore viene, andiamogli incontro:
egli è il principe della pace.
Alleluia.

Vangelo   Vangelo   Mt 11, 16-19
Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».