Santa Messa 11-7-19
Sangue di GesĂą, salvaci
SAN BENEDETTO, ABATE
Patrono d’Europa
(480? – 547) Festa
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Dai Dialoghi di san Gregorio Magno conosciamo la vita e l’opera di Benedetto di Norcia, il « padre del monachesimo d’Occidente ». Lasciato il « mondo » di Roma, fu a Subiaco dove per tre anni in una grotta maturò esperienze di vita « eremitica » (solitaria), noto solo a un monaco che gli forniva cibo. Poi, rudi pastori gli chiesero di istruirli, i monaci di Vicovaro lo vollero superiore ma tentarono d’avvelenarlo; infine molti discepoli cercarono la sua direzione. Fondò prima uno e poi dodici monasteri: nasceva la vita « cenobitica » (comunitaria) benedettina. La sua celebre Regola monastica armonizza esperienza ascetica orientale (cf san Basilio, pag. 1625) e saggezza romana con la discrezione e lo spirito dei Vangelo. L’Abate (padre) guida una vita di preghiera e di lavoro manuale e intellettuale, che congiunge semplicità e prudenza, austerità e dolcezza, libertà e obbedienza. Verso il 529, per un’astiosa persecuzione, si recò a Montecassino, e là morì il 21 marzo probabilmente nel 547. I suoi monaci si sparsero per l’Europa, la convertirono a Cristo e ne conservarono l’unità religiosa. Per questo, Benedetto fu proclamato da Paolo VI nel 1964 principale «Patrono d’Europa» e la sua festa (impedita in quaresima al 21 marzo) è alla data di una sua antica festività .
I Benedettini sono sempre stati forze vive nel popolo di Dio, apportandovi le ricchezze della vita contemplativa, l’esemplare «lode di Dio» nel servizio liturgico, lo studio dei santi Padri. Hanno dato alla Chiesa, cominciando da san Gregorio Magno, un gran numero di Papi e sono intervenuti operosamente nelle missioni più delicate.
Non antepongano a Cristo assolutamente nulla
Dalla «Regola» di san Benedetto, abate
(Prologo 4-22; cap. 72, 1-12; CSEL 75, 2-5. 162-163)
Prima di ogni altra cosa devi chiedere a Dio con insistenti preghiere che egli voglia condurre a termine le opere di bene da te incominciare, perchĂ© non debba rattristarsi delle nostre cattivi azioni dopo che si è degnato di chiamarci ad essere suoi figli. In cambio dei suoi doni, gli dobbiamo obbedienza continua. Se non faremo così, egli come padre sdegnato, sarĂ costretto a diseredare un giorno i suoi figli e, come Signore tremendo, irritato per le nostre colpe, condannerĂ alla pena eterna quei malvagi che non l’hanno voluto seguire alla gloria.
Destiamoci, dunque, una buona volta al richiamo della Scrittura che dice: E’ tempo ormai di levarci dal sonno (cfr. Rm 13, 11). Apriamo gli occhi alla luce divina, ascoltiamo attentamente la voce ammonitrice che Dio ci rivolge ogni giorno: «Oggi se udite la sua voce non indurite i vostri cuori» (Sal 94, 8). E ancora: «Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese» (Ap 2, 7).
E che cosa dice? Venite, figli, ascoltate, vi insegnerò il timore del Signore. Camminate mentre avete la luce della vita, perché non vi sorprendono le tenebre della morte (cfr. Gv 12, 35).
Il Signore cerca nella moltitudine del popolo il suo operaio e dice: C’è qualcuno che desidera la vita e brama trascorrere giorni felici? (cfr. Sal 33, 13). Se tu all’udire queste parole rispondi: Io lo voglio! Iddio ti dice: Se vuoi possedere la vera e perpetua vita, preserva la lingua dal male e le tue labbra non pronunzino menzogna: fuggi il male e fĂ il bene: cerca la pace e seguila (cfr. Sal 33, 14-15). E se farete questo, i miei occhi saranno sopra di voi e le mie orecchie saranno attente alle vostre preghiere: prima ancora che mi invochiate dirò: Eccomi.
Che cosa vi è di più dolce, carissimi fratelli, di questa voce del Signore che ci invita? Ecco, poiché ci ama, ci mostra il cammino della vita.
Perciò, cinti i fianchi di fede e della pratica di opere buone, con la guida del vangelo, inoltriamoci nelle sue vie, per meritare di vedere nel suo regno colui che ci ha chiamati. Ma se vogliamo abitare nei padiglioni del suo regno, persuadiamoci che non ci potremo arrivare, se non affrettandoci con le buone opere.
Come vi è uno zelo cattivo e amaro che allontana da Dio e conduce all’inferno, così c’è uno zelo buono che allontana dai vizi e conduce a Dio e alla vita eterna. In questo zelo i monaci devono esercitarsi con amore vivissimo; e perciò si prevengano l’un l’altro nel rendersi onore, sopportino con somma pazienza le infermitĂ fisiche e morali degli altri, si prestino a gara obbedienza reciproca. Nessuno cerchi il proprio utile, ma piuttosto quello degli altri, amino i fratelli con puro affetto, temano Dio, vogliano bene al proprio abate con sincera e umile caritĂ .
Nulla assolutamente anteponiamo a Cristo e così egli, in compenso, ci condurrà tutti alla vita eterna.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Pr 2,1-9
Inclina il tuo cuore alla prudenza.
Dal libro dei Proverbi
Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole
e custodirai in te i miei precetti,
tendendo il tuo orecchio alla sapienza,
inclinando il tuo cuore alla prudenza,
se appunto invocherai l’intelligenza
e rivolgerai la tua voce alla prudenza,
se la ricercherai come l’argento
e per averla scaverai come per i tesori,
allora comprenderai il timore del Signore
e troverai la conoscenza di Dio,
perché il Signore dà la sapienza,
dalla sua bocca escono scienza e prudenza.
Egli riserva ai giusti il successo,
è scudo a coloro che agiscono con rettitudine,
vegliando sui sentieri della giustizia
e proteggendo le vie dei suoi fedeli.
Allora comprenderai l’equità e la giustizia,
la rettitudine e tutte le vie del bene.
Salmo Responsoriale  Dal Salmo 33
Gustate e vedete com’è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.
Canto al Vangelo   Mt 5,3
Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.
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Vangelo Mt 19,27-29
Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».