San Marco Evangelista
San Marco era di origine ebrea, figlio di Maria di Gerusalemme, che ospitò Pietro liberato da carcere (At 12,12).
Insieme a Barnaba collaborò all’apostolato di Paolo (Col 4,10) e gli stette vicino durante la prigionia di Roma (Fm 24).
Fu discepolo fedele di Pietro, che lo chiama: “mio figlio” (1Pt 5, 13) del quale raccolse la predicazione su Gesù scrivendo il secondo Vangelo.
Il suo simbolo è il leone alato che artiglia un libro con la scritta:
“Pax tibi Marce, evangelista meus”.
La sua festa è il 25 aprile ed è celebrata anche dai copti e dai bizantini.
O Marco, la tua storia
esplode come fulmine
nell’ora del processo,
vigilia di tragedia.
Si legge tra le righe
che appari all’improvviso
fra minacciose grida,
fra la paura e il pianto.
Ma che ci fai tu, Marco,
nel buio della notte,
coperto dal lenzuolo,
confuso in quella calca?
Una ragione c’è!
Qualcuno t’è amico.
Qualcuno t’è parente.
Qualcuno ti sta a cuore.
Ancora giovanissimo
ti trovi tra i discepoli.
Infine poi per sempre
rimani accanto a Pietro.
Le parole e le opere
compiute da Gesù
racconti con lo stile
scarno ed essenziale.
Appaiono talvolta
più che pazienti annunzi,
sol verità filtrante
dal cielo sulla terra.
È Vangelo che martella
e lentamente abbatte
i sì del paganesimo
e colma grandi abissi.
La Verità provata
è l’unica che passa.
È l’unica che lascia
certezza senza dubbi.
La fedeltà al Signore
conferma Simon Pietro.
Offre per Lui la vita.
Si lascia crocifiggere.
Inizi: “Com’è scritto…”
avvenne la sua nascita.
Finisci: “Coi prodigi
conferma la Parola”.
“Il Signore Gesù …
così fu assunto in Cielo,
alla destra di Dio”.
È questa la vittoria.
P.G.Alimonti OFM, cap,
“Vento impetuoso “, vol.I,
pp 238-239-240