San Fedele da Sigmaringen
Sac. francescano cappuccino martire – Sigmaringen
1° ottobre 1577 + Seewis im Prättigau (Svizzera) 1622
San Fedele da Sigmaringen (Svevia Germania), è il primo martire dell’Ordine Cappuccino ed anche della Propaganda Fide. Studiò con impegno, intelligenza e profitto. Il conte Stotzingen lo volle
precettore dei suoi tre figli e per sei anni viaggiò in Italia, Francia e Spagna. Si laureò in Diritto Civile e Canonico. Fu avvocato consigliere della corte di giustizia austriaca a Ensisheim, nell’Alsazia. Esercitò magistratura con grande competenza ed onestà. Prega molto. Sente che il Signore lo chiama alla vita religiosa.
Entra fra i Frati Cappuccini a Costanza, professa, viene ordinato sacerdote. È eletto guardiano in vari conventi: Rheinfelden, Feldkirch, Friburgo e ancora Feldkirch. Lasua attività principale è la predicazione. È profondo, caldo, efficace. Il Signore lo favorisce di vari carismi: visioni, guarigioni. Sempre più è arso dal desiderio di andare fra gli eretici protestanti, pronto a dare la vita. Prima di partire per i Grigioni, dove sarà ucciso dagli eretici, il Signore gli rivela che è giunto il giorno del suo sacrificio. Egli brama quel momento. Partendo, dà l’addio ai fedeli di Feldkirch: – Pregate per me, non ci vedremo più -. Fuori di Grisch, viene assalito da una banda di protestanti. Lo colpiscono con la spada poi gli fracassano la testa con la mazza; infine gli tagliano la testa e la gamba sinistra in segno di sommo disprezzo. I Cappuccini riavranno il suo corpo che sarà deposto e venerato nella propria chiesa a Feldkirch. Un anno dopo, alla ricognizione, il suo corpo fu trovato incorrotto. Fu beatificato nel 1729 e canonizzato nel 1746.
Sei protomartire dei Cappuccini,
la Propaganda Fide pur ti onora
come suo primo martire glorioso.
T’invoca qual suo Santo, Sigmaringa.
Qual precettor dei figli di Stotringen
percorri per sei anni l’Europa.
Poi in utroque iure laureato,
tu fosti consigliere della Corte.
“Avvocato dei poveri” ti chiamano,
perché tu sei il loro difensore.
Per la brama di preghiera e penitenza
ottieni tu d’entrar fra i Cappuccini.
Ti chiamerai non Marco ma Fedele.
Apollinare, amato tuo fratello,
t’ha preceduto nella stessa scelta
e morirà servendo gli appestati.
Nel testamento scrivi di tua mano:
“Propongo con l’aiuto del Signore
di dare tutto ai poveri malati
e d’esser casto, povero ed obbediente”.
Tu ami San Francesco Poverello
ed ami la sua santa povertà.
Pane e conforto è l’Eucaristia
e fonte di dolcezza è Maria.
Sei sacerdote umile e fervente.
Sei confessore ovunque ricercato.
Eletto sei guardiano a Rheinfelden,
a Feldkirch, a Friburgo ed altrove.
Scoppia la peste, tu corri in ospedali,
abitazioni, carceri e tuguri.
Tutti ti chiaman “l’angelo di pace”.
Ma s’avvicina l’ardua tua battaglia.
Papa Gregorio cerca missionari
per la ribelle Rezia, protestante.
Tu vai. Partendo dalla tua Feldkirch,
presago del martirio, dici “addio”.
Rodolfo Salis, conte protestante
da te convinto, ritorna nella Chiesa.
A questo punto l’odio degli eretici
giura di far vendetta su di te.
Tutti i Grigioni bollon di furore.
A Seewis Dio t’invita ad esser pronto.
A Grisch, t’attende il gruppo omicida
guidato dal pastore protestante.
Tu pieghi le ginocchia e dici il “Credo”.
T’abbatton con la spada e con la mazza.
I Cappuccini riebbero il tuo corpo.
È in Cielo la tua anima beata.
P.G. Alimonti OFM cap, Vento impetuoso, vol. IV, pp 20-21-22