San Charbel Makhlouf
Monaco eremita – Bkaakafra (Libano) 8 maggio 1828
+ Annaya 24 dicembre 1898
Quinto figlio dei contadini Antun e
Brigitte Chidiac. Presto rimase orfano
di padre. La madre si risposò con uomo
molto religioso, che poi ricevette anche
il diaconato. Fino a 22 anni Youssef, si
dedicò alla pastorizia. Volle seguire la
vocazione religiosa, che si faceva sempre
più forte. Nel monastero di Nostra
Signora di Mayfouq fu accolto. Iniziò
il noviziato con il nome di Charbel.
Passò al monastero di San Marone, ad
Annaya. Emise i voti perpetui e fu mandato al monastero
di San Cipriano di Kfifen. Studiò filosofia e teologia sotto
la guida di Nimatullah Youssef Kassab Al-Hardini, canonizzato
da Giovanni Paolo II nel 2004. Fu ordinato sacerdote
il 23 luglio del 1859. Tornò ad Annaya. Qui decise di
vivere in un eremo. Gli fu permesso e vi restò fino alla
morte. Il suo corpo trasudava sangue misto ad acqua. La
sua tomba spesso emanava luce. Esumato per il Processo di
beatificazione, il suo corpo fu trovato sano e flessibile. Nel
1965 fu beatificato da Paolo VI e dallo stesso canonizzato
il 9 ottobre 1977. In quella circostanza il pontefice fece un
discorso dallo stile tutto ecumenico esaltando l’umiltà , la
penitenza, l’obbedienza, lo spirito di preghiera di San Charbel.
Sottolineò l’efficacia della vita monastica ed eremitica
per un cammino di perfezione evangelica. Una bella biografia
scritta da Monsignor Salvatore Garofalo è intitolata:
“Il profumo del Libano” (Roma 1977). San Charbel è ora
molto conosciuto sia in Oriente che in Occidente. Una più
recente biografia è stata scritta da Patrizia Cattaneo (Gribaudi)
“San Charbel – Sole d’Oriente”.
Su, vieni mia sposa,
o vieni dal Libano!
Lo spirito e la sposa!
La sposa è la Chiesa.
M’attira il profumo
di tanta bellezza.
L’ardente mia sposa
mi offre l’amore.
Risuona nei cieli
il grido di Cristo,
che sposa la croce
per darci la vita.
Di santa umiltà,
d’amore di Dio,
d’intensa preghiera
profumi, San Charbel.
Lasciasti il mondo;
cercasti Gesù.
Il suo sacrificio
tu offri ogni giorno.
Il Cristo nascosto
nel Pane eucaristico
adori in ginocchio
per ore di seguito.
È quella la fonte
di grazie e virtù.
Ti prega la gente,
tu preghi Gesù.
Son tutti stupiti
dei grandi prodigi.
È segno evidente,
che Dio benedice.
Tu affidi ogni cosa
in mano a Colei,
che tenne nel seno
il Figlio di Dio.
Un giorno a Mayfouq
ti tese le braccia,
ti diede il sorriso
t’avvolse d’amore.
Or Paolo sesto
proclama te santo
e tutta la Chiesa
esulta di gioia.
L’eroica virtù,
che in vita rifulse,
ancora di più
adesso ci attrae.
P. G. Alimonti OFM cap, Vento impetuoso, vol VI, pp 266-267-268