Poesie

San Bernardo da Corleone

Rel. francescano cappuccino
– Corleone (Pa) 16 febbraio 1605
+ Palermo 12 gennaio 1667

La sua famiglia era chiamata “dei santi” per la bontà dei familiari verso gli orfani e poveri. Aveva 19 anni quando ferì in un duello un tale Vito Catino e si rifugiò presso un convento di Cappuccini. Il convento, la preghiera, il suo impegno a cambiare il carattere focoso, lo portarono alla conversione. Prese i voti. Essendo analfabeta, compiva i lavori più umili in cucina e in lavanderia. Durante un soggiorno a Bivona, un’epidemia colpì i frati. Molti furono ridotti in fin di vita. Bernardo prese una statuina di San Francesco dalla cappella e la nascose nel saio, promettendo al Santo di non restituirla fino alla completa guarigione dei confratelli. Tutti guarirono. Sottoposto a vessazioni continue dal demonio, reagì con la preghiera, con il digiuno e con i flagelli. Innumerevoli i prodigi legati alla sua vita. Consumato e sfinito dalle penitenze, morì vicino al taberna-colo. “La sua vita fu tutta protesa verso Dio, attraverso uno sforzo costante di ascesi … Dall’ininterrotto colloquio con Dio, traeva linfa vitale per il suo coraggioso apostolato, rispondendo alle sfide sociali del tempo … L’umile esempio di questo Cappuccino costituisce un incoraggiamento a non stancarci di pregare, essendo la preghiera e l’ascolto di Dio l’anima dell’autentica santità”(Giovanni Paolo II, 10 giugno 2001).

Sei Filippo Latino.
Il papà calzolaio.
Fratello sacerdote.
Sei spada di Sicilia!

E viene da Palermo
a lanciarti la sfida
quel tal Vito Catino
con la spada in pugno.

Non c’era alcun motivo.
Da lontano ha saputo
che tu sei molto bravo.
Ti vuole umiliare.

Il sangue ti ribolle
e afferri la tua spada.
Un solo colpo basta
ed il suo braccio è monco.

Occorre defilarsi.
Bisogna fare i conti.
Con legge e giustizia
e sarai condannato.

Ti rifugi in convento
e non saranno gli altri
a far quell’uomo nuovo,
che presto tu divieni.

Poi a Caltanissetta
indossi il sacro abito.
Fai penitenza e preghi:
sei novizio esemplare.

Sei sempre obbediente.
Sei umile e paziente.
I frati trovan gusto
a farti pur penare.

Servizio più gradito
è aiutar gli infermi
e dar soccorso ai poveri,
che aspettano il tuo arrivo.

Ci fu l’epidemia:
tu solo sei in piedi.
Durante notte e giorno
ti prodighi per tutti.

Si scatena lucifero
e ti percuote a morte.
Con la preghiera vinci
e cresci in santità.

Ecco l’Epifania!
Annunzi ai confratelli:
finita è la giornata;
io vado a riposare.

P. G. Alimonti OFM Cap,
Collana “Vento impetuoso”,
Volume IV, pp. 41-42-43