Ridotto al niente
La veritĂ , nel momento in cui libera gli uomini dalla schiavitĂą, fa tremare i prepotenti e gli oppressori.
Ecco la forza del Vangelo. Gesù si offre per di più alla condizione di reo.
Il disprezzo e la condanna si abbattono su di Lui. Così ha voluto pagare il nostro ritorno alla verità e alla
salvezza.
Pietrelcina 4/11/1914 – Ep. II, p. 222 (a Raffaelina Cerase)
“… considerate il Figliuolo di Dio quanto si abbassò e nella sua incarnazione, e nella sua vita mortale, special- mente nella sua dolorosa morte da poter dire col Profeta: «Sono ridotto al niente» (Sal. 72,22; 77,59).
Teniamo pure sempre a noi presente che una tanta umi- liazione fu appunto quella che lo rese onorevole e glorioso, verificandosi in lui quel suo celeste detto: «Chi si umilia, sarà esaltato» (Lc 14,11; 18,14).
Desidero che gli abbassamenti del Figliuolo di Dio e la gloria che a lui da questo ne venne siano l’oggetto delle vostre quotidiane meditazioni”.
RIDOTTO AL NIENTE
Predetto Re dei re,
Tu nasci in povertĂ .
La Madre, che t’adora,
t’adagia sulla paglia.
Sei fuori la cittĂ .
Ti guadagnasti il pane
con umile lavoro.
Vivesti per trent’anni
confuso tra la gente,
che conta poco o niente.
Per volontĂ del Padre,
che ti mandò nel mondo
a riscattar la vita,
hai detto e dimostrato
che sei Tu stesso Dio.
La verità allarmò
i traballanti troni.
Ci fu calunnia e insulto
e farsa d’un processo,
e la condanna a morte.
Per burla e per disprezzo
percosso con la canna,
indossi un cencio rosso.
Di spine è la corona.
Sei Re che muore in croce!
P. G. Alimonti, In cammino, p. 142-143