Testimone

Queste porte sono aperte

Da fanciullo la figura di San Michele Arcangelo mi ha affascinato. Quell’aria di guerriero di Dio, dimostra che è l’invitto difensore dei diritti sacrosanti del Signore. Il modo stesso con cui l’arte sacra tradizionale lo  rappresenta, invita a confidare nella sua potente difesa contro Lucifero e l’infernale esercito. È lì con la spada sguainata e col piede sulla testa di lucifero.
Da piccolo recitavo questa giaculatoria appresa dai nostri anziani: “San Michele Arcangelo, Principe delle celesti milizie, grazie e gloria a te e ai tuoi santi Angeli”.
Ripetendo questa bella invocazione mi sentivo accendere il cuore di amore e di devozione verso il fedele amico di Dio e del popolo di Dio. Questo amore è diventato più forte dal giorno in cui ho conosciuto San Francesco d’Assisi e sono entrato a far parte della schiera dei suoi figli.
63Si sa l’ardente devozione del Serafico Padre verso l’Arcangelo San Michele. In suo onore San Francesco faceva ogni anno un’intera quaresima. Speciali eventi della sua vita sono legati a questo periodo penitenziale.
Trovandomi così spesso a San Giovanni Rotondo mi sbocciò nel cuore un vivo desiderio: recarmi alla Grotta di San Michele, in Monte Sant’Angelo, facendo a piedi andata e ritorno in giornata.
Una mattina dopo la Messa, appena il Padre è risalito in cella, sono andato da lui.
Mi sono inginocchiato e gli ho detto: -Padre, io desidero andare e tornare a piedi alla Grotta di San Michele.
Mi dà la sua benedizione?-
-Sì, ti benedico. Vai, figlio mio. Ci sono andato anch’io a piedi-.
Anni dopo ebbi conferma dai confratelli di questo suo pellegrinaggio, che dovette costargli fatica e dolore indescrivibile a causa delle piaghe dei piedi.
Di ritorno pregai e sostai un poco sul sagrato. Poi mangiai una frutta che avevo con me.
Invece di suonare il campanello chiesi al Padre di aprirmi. Spinsi il portone. Si aprì. Non c’era nessuno. Così trovai aperte tutte le porte fino a raggiungere la mia stanza. Mi sentivo felice e commosso. Il Padre mi aveva esaudito.
La mattina vado per accompagnarlo in Chiesa. Eravamo in due a sorreggere il Padre, uno da un lato e uno dall’altro. Il Padre sottovoce continuava la sua preghiera. Quando arriviamo alla porta della sacrestia la troviamo insolitamente spalancata.
Il Padre interrompe la preghiera; si volta verso di me e dice: -Oh, ma queste porte sono tutte aperte?-
La sera avanti, alla mia richiesta, le aveva aperte tutte.
E bisogna dire che il portinaio la sera era attento a chiudere a chiave tutte le porte..

P.G. Alimonti OFM cap, I miei giorni con P. Pio, p 116