Protomartiri francescani
Protomartiri francescani
+ 16 gennaio 1220
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Pietro e Ottone sacerdoti, Berardo
suddiacono, Adiuto e Accursio fratelli
conversi, oriundi del territorio di Terni,
furono ricevuti da Francesco nel suo Ordine.
Ebbero dal Santo l’obbedienza di
andare missionari presso i Saraceni. Raggiunsero
la Spagna e a Siviglia, chiesero
udienza al sultano Miramolino; e lì davanti
a lui cominciarono a predicare con
ardore la fede cristiana. Smentiscono a
gran voce l’inganno del profeta Maometto.
Vengono arrestati e spediti nel Marocco.
Appena usciti dalla prigione tornano sulle piazze
a predicare. Il Sultano sfodera la scimitarra e taglia
la testa a tutti e cinque. I loro corpi sono gettati
su un letamaio in pasto a cani e avvoltoi. Una
pioggia torrenziale permette ai cristiani di raccoglierli
e consegnarli a don Pietro Fernando, Infante
del Portogallo. Questi dentro due casse
d’argento, sotto scorta d’onore li rimanda a Coimbra.
Appena i corpi dei martiri giungono alle porte
della cittĂ tutte le campane, da sole, suonano a
festa. Il popolo al miracolo si commuove e prega.
Don Fernando, agostiniano (futuro Sant’Antonio di Padova),
chiede e ottiene di entrare nell’Ordine Minore col
desiderio e la speranza di cogliere la palma del martirio.
Alla notizia di quel martirio, Francesco esclama: – Adesso
posso dire di avere cinque veri frati minori -.
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Francesco ha la brama del martirio.
S’imbarca per raggiungere la Siria
ma un gagliardo vento lo respinge.
C’è Chiara che l’attende e la Quaresima.
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Riprende poi la via del Marocco.
Sospinto dall’ardore lascia indietro
frate Bernardo della Quintavalle.
Per malattia ritorna in Assisi.
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Organizzato l’Ordine in Province,
spedisce missionari in tutto il mondo.
Ai saraceni andranno Ottone, Accursio,
Berardo, Pietro, Adiuto e Vitale.
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Solo Vital s’ammala e torna indietro.
A Coimbra li accoglie la Regina.
Poi vanno senza indugio in Siviglia.
Miramolino ascolta e resta offeso.
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Berardo sa la lingua e grida forte:
– Vi ha ingannati tutti Maometto.
Lasciate la menzogna e convertitevi.
Vi salverĂ soltanto GesĂą Cristo -.
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Miramolino usa compassione.
Li spedirĂ per ora nel Marocco.
Puniti con torture e rilasciati,
riprendon con coraggio a predicare.
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Fa scaturir Berardo con prodigio,
per dissetar l’esercito, tant’acqua.
Di nuovo flagellati e imprigionati
e condannati a orribili torture.
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Miramolino con la scimitarra
volle lui stesso uccidere quei frati.
Li abbandona sopra un letamaio
per farne cibo ai cani ed avvoltoi.
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Li risparmiò la pioggia torrenziale.
Posson così raccoglierli i cristiani.
Il portoghese Infante don Fernando
li ricompone dentro casse argentee.
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Li rispedì in patria sotto scorta.
I santi corpi approdano a Coimbra
e nello stesso istante le campane
della cittĂ da sole a suonare!
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A quel prodigio il popolo accorse
a venerare i martiri gloriosi.
Fernando agostiniano, poi Antonio,
volle abbracciar la loro santa Regola.
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Frate Francesco esulta alla notizia.
Riconoscente a Dio, così esclama:
– Signore, ti ringrazio! E posso dire,
che tu mi hai dato cinque veri frati! –
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P. G. Alimonti OFM cap, Vento impetuoso, vol. III, pp 125-126-127