Prega come puoi
Dal giorno in cui Padre Pio, senza che glielo chiedessi, mi aveva guarito dal dolore alla schiena, incominciai pensare di chiedergli la guarigione dal male, che mi procurava lo stare in ginocchio.
Si sa quanto spesso il sacerdote per motivi liturgici è tenuto a rimanere in ginocchio.
Il mio continuo timore era quello di dare cattivo esempio ai fedeli, mettendomi in piedi o seduto, mentre tutti sono in ginocchio.
O sopportare disagio e sofferenza.
Altrettanto sarebbe imbarazzante stare a spiegare il perché. Per cui volta per volta si risolve nel modo più opportuno. In fondo non era un ostacolo che rendesse impossibile il mio compito sacerdotale. Rimaneva una piccola croce.
Ora Padre Pio mi aveva aperto lo spiraglio della speranza.
Pensavo: se mi ha ottenuto una grazia non richiesta, tanto più vorrà ottenermi la grazia, che gli chiederò.
La logica umana, che cammina per deduzioni, non vedeva una ragione contraria. La mediazione di Padre Pio va ben oltre questa portata. Insomma col passare dei giorni avevo molto riflettuto sulla possibilità sia di chiedere che di ottenere. Del resto ero ben certo che il Padre avesse già letto questo desiderio in fondo alla mia anima.
Quante volte mi aveva dato la dimostrazione che nulla ignorava di me, neppure il più remoto dei miei pensieri.
Nei primi tempi, quando io facevo fatica ad aprirgli tutta la mia coscienza, mi disse con un sorriso di incoraggiamento: “Uagliò, io ti rivolto come un calzino”.
Adesso e non da adesso dico: meno male!
Studiai bene il momento più opportuno e le parole più adatte.
Al termine della confessione, che feci di primo mattino in sacrestia, umilmente, gli confidai: -Padre, io faccio fatica a stare in ginocchio quando prego. Chieda lei a Gesù che mi liberi da questo fastidio-.
La risposta fu immediata e chiara: -Prega come puoi-.
P.G. Alimonti OFM cap, I miei giorni con P. Pio, p 109