Permetti, Gesù mio
O dolce mio Signore,
è sotto gli occhi tuoi
colui che ti tradisce.
Tu vedi l’occhio torbido
E meglio ancora vedi
Il cuore ostinato.
Appena ingoia il pane
ch’è segno di unità,
si spezza il suo legame.
Fra poco il traditore
diventa disperato.
Andrà ad impiccarsi.
Tu stesso lo confermi:
“Sarebbe stato meglio
se mai non fosse nato”.
In quella impiccagione
assomma doppia morte:
tragedia senza fine.
Col gesto dell’amore
due volte hai provato,
perché non si perdesse.
La prima volta a cena,
quand’egli stesso chiese
chi era il traditore.
E l’altra nel Getsemani,
allor che precedette
la turba dei giudei.
“Amico, con un bacio
tradisci il tuo Maestro?”.
E nulla ti rispose.
Neppure la tua morte
Può riscattar la sua!
E’ il sommo del dolore.
Permetti Gesù mio,
che ti consoli anch’io
insieme al tuo Giovanni.
P. G. Alimonti, Tra fine e confine, p. 47-8