Percosso e trafitto
Il Verbo di Dio,
essendo Dio,
è dall’eternità.
È potenza, sapienza, gaudio.
Così lo conoscono,
così lo adorano,
così lo amano
gli Angeli e i Santi in Cielo.
Nel Paradiso si apre un dramma
per la disobbedienza umana.
Occorre rinnovare il rapporto
tra Cielo e terra,
ossia tra Dio e l’uomo.
La terra è divenuta
steppa e deserto.
Appare in uno stato d’abbandono,
anche se il Creatore mai abbandona
ciò che ha creato.
Avendo creato per un fine buono
si deve conseguire quel fine.
Nella frazione del tempo
l’uomo è in crisi
anzi in una vera implosione
spirituale e morale,
perché ha perso Dio e il codice delle sue regole.
In più col castigo fisico
è entrata la morte
e tutto ciò che si allaccia alla morte:
l’infermità, l’ignoranza, la paura.
L’uomo ha perso il potere sul maligno,
ora è il maligno che ha potere su di lui.
Ha perso l’eredità del Cielo,
la conoscenza perfetta
e la dignità di signore del creato.
È questo il dramma
che ha colpito l’umanità
e ha un ritorno sulla divinità.
Poiché tocca tutto l’uomo,
materia e spirito,
ha superato la dimensione del dramma,
è diventata tragedia.
Ne va il sangue, ne va la vita.
Ecco la verità:
di fronte alla giustizia di Dio
l’uomo è impotente.
La morte qui, il Purgatorio di là
non bastano a saldare i conti,
senza dire che purgatorio è già salvezza.
Si può solo sperare nella sua misericordia.
E Dio interviene proprio per questo.
Tuttavia, vuole anche la giusta riparazione.
Pertanto può solo Lui risolvere.
La soluzione è all’interno della Trinità:
Dio Padre manderà il Figlio.
Egli si rivestirà di carne.
Prenderà su di sé la colpa
e la cancellerà.
E qui il quadro di vita e di morte
dell’Incarnato Redentore
assume il valore
di una portata indescrivibile.
L’Apocalisse ne è una pallida idea,
e a sua volta appendice dei meritati castighi.
Isaia, il grande profeta del Messia
e della sua Passione,
usa termini pesantissimi
a proposito dei castighi che subirà
quale prezzo della Redenzione.
“L’uomo dei dolori” “si è caricato
delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori” (cfr Is 53, 4).
Per questo da Dio è: “percosso, umiliato”.
Dagli uomini è: “disprezzato, reietto,
trafitto, schiacciato …” (cfr Is 53, 3).
“Per le sue piaghe noi siamo stati guariti” (Is 53, 3-5).
Ecco, la Redenzione
e la conseguente salvezza.
… A Gesù competono i titoli,
che prima la Profezia e poi la Chiesa,
gli danno: Figlio dell’Uomo,
Verbo Incarnato, Redentore, Salvatore.
P. G. Alimonti, I Colori del vespro, vol. 2, pp. 228 e ss.