Testimone

Parla il medico

La prima visita medica autorizzata del Dottor
G. Festa avvenne l’8 ottobre 1919.
Stese la relazione che fu consegnata alla
Curia Generale dei Cappuccini il 15 novembre
dello stesso anno.
È da ammirare il rigore scientifico, i dettagli
di ogni ferita, il rispetto assoluto della verità.
Scrive il Dottor Festa: “Nel palmo della mano sinistra,
presso a poco in corrispondenza della metà del terzo
metacarpo, presenta una lesione in forma di escara circolare
a margini netti, un diametro di poco più di 2 cm …
Di quando in quando tale escara si distacca, prima
nei contorni, poi poco alla volta verso il centro, fino a cadere
completamente, e da allora appare il fondo della lesione,
di colore rosso oscuro e levigato.
La sua profondità non sembra molto notevole, per
altro raggiunge certamente ed interessa anche lo spessore
del tessuto sottocutaneo …
Questa lesione ha forma circolare, con contorni il
cui limite di demarcazione è nettissimo, così che la cute
immediatamente circostante non presenta edema, arrossamento
né infiltrazione né qualsiasi altra traccia di reazione
flogistica …
Nella regione dorsale della stessa mano sinistra …
in esatta corrispondenza della palmare, presenta un’altra
lesione, analoga alla prima per forma e per caratteri, ma
con escara più superficiale e contorni più ristretti.
Con le stesse caratteristiche si potrebbero descrivere
le lesioni esistenti sul dorso e nella palma della mano
destra.
Mentre io le esamino, brevi stille di sangue gemono
dal loro contorno.
Le lesioni nei piedi.
Sul dorso di ambedue i piedi e precisamente in corrispondenza
della metà del secondo metacarpo, rilevo qui
pure una lesione circolare, di colorito rosso bruno, ricoperta
da sottile escara nerastra, che ripete esattamente i
caratteri di quelle descritte nelle mani.
Forse di queste sono un po’ più piccole e più superficiali…
Anche qui la cute che circonda le lesioni non presenta
traccia di infiltrazione, né di edema, né di reazione flogistica;
anche qui si ha un leggero, ma continuo gemizio di
seriosità sanguigna.
Nelle piante dei piedi, e in punti che presso a poco
corrispondono a quelle del dorso, si osservano altre due
lesioni, una in ciascuna regione plantare, ben nette nei loro
contorni e perfettamente identiche alle precedenti.
La pressione diretta su tutte le lesioni, tanto delle
mani che dei piedi, per quanto dolcemente esercitata, riesce
dolorosissima …
Più intense ancora, per quanto egli si studi di nasconderle,
sono le sofferenze che gli procurano nel camminare
le lesioni dei piedi: di qui la difficoltà di rimanere
per lungo tempo in stazione eretta, di qui la sua andatura
lenta e talora incerta.
La lesione del costato.
Nella regione anteriore del torace sinistro, circa a
due dita trasverse al di sotto della papilla mammaria, presenta
un’ultima e più interessante lesione, in forma di croce
capovolta.
L’asta longitudinale di questa misura all’incirca 7
centimetri di lunghezza, parte dalla linea ascellare anteriore
a livello del quinto spazio intercostale, e discende
obliquamente fin presso il bordo cartilagineo delle costole,
solcando la cute …
L’asta trasversale della croce è lunga circa 4 centimetri,
interseca non ad angolo retto, ma in modo obliquo;
è pressappoco a 5 centimetri dal suo punto di partenza l’asta
longitudinale e si presenta più espansa e rotondeggiante
alla sua estremità inferiore.
Questa figura di croce è superficialissima: interessa
appena l’epidermide e forse lo strato più esterno del derma.
Le due aste di cui si compone sono nastriformi, hanno
una larghezza di circa mezzo centimetro con margini e
contorni nettissimi … Il suo colorito come le altre lesioni
che il Padre Pio presenta alle mani e ai piedi è rosso bruno;
una sottile e breve pellicola ne ricopre la parte centrale e
neppur qui i tessuti circostanti offrono tracce di rossore, di
infiltrazione o di edema; però la loro ipersensibilità dolo54
rosa è più intensa e più estesa che non è nei tessuti normali
limitrofi alle altre lesioni.
Osservazione generale sulle lesioni.
Esse non sono il prodotto di un traumatismo di origine
esterna, e … neppure sono dovute all’applicazione di
sostanze chimiche potentemente irritanti. È da escludere
che siano conseguenti ad un trauma, perché non presentano
nessuna delle caratteristiche di tali lesioni.
Da escludere l’origine da sostanze caustiche o irritanti,
perché la loro applicazione non si limita strettamente
– come nelle stimmate del Padre – alla zona lesa, ma si
estenderebbero gradatamente nei tessuti normali limitrofi.
[L’analisi]
Costata inoltre la mancanza di riparazione progressiva.
Anzi, costata un’emorragia continua e cospicua, con
la conservazione tenace dei caratteri e della vivacità del
primo momento.
Respinge il considerare le lesioni come il frutto di
autolesioni, sia pure involontarie.
Esclude in modo assoluto questa ipotesi il fatto che
egli (Padre Pio) ponga ogni studio perché questi (segni)
sfuggano all’attenzione altrui, e che per l’animo suo costituiscono
non un motivo di soddisfazione, ma una sorgente
di mortificazione, congiunto al perfetto equilibrio che ad
ogni istante si rivela tra le funzioni del suo sistema nervoso
e le facoltà della sua mente”.
«“Il Padre Pio che, nella sua profonda modestia,
considera come una vera umiliazione il suo stato, procura
per quanto gli è possibile, di nascondere le lesioni che ha e
le sofferenze che gliene derivano”.
A differenza di qualsiasi altra lesione, riscontrabile
nel corpo umano, quelle che appaiono sul corpo di Padre
Pio hanno contorni nettissimi, niun accenno di reazione
offrono i tessuti che le circondano e non presentano nessuna
tendenza a cicatrizzare, neppure dopo tanto tempo che
sono comparse, e nonostante la loro breve estensione e la
loro limitata profondità.
All’obiezione che si tratti di alterazioni spontanee
circoscritte della cute (casi, pur rari, registrati dalla scienza
– ne presentarono la sintomatologia caratteristica lo
Chariot, l’Hucard, il Bourneville, il Niemeyer e altri -),
riscontrate in soggetti neuropatici o con perturbazioni delle
facoltà psichiche e mentali, il Dottor Festa fa il ritratto
dello stigmatizzato del Gargano: “Il perfetto equilibrio che
esiste tra le funzioni del suo sistema nervoso e le facoltà
della sua mente; l’armonia e la coerenza che si scorge in
ogni suo atto, in tutte le sue parole; la sua consacrazione
alla preghiera, alla meditazione e al bene di coloro che lo
avvicinano; la persistenza e la perfetta simmetria delle lesioni
che presenta alla superficie del suo corpo; anche dal
punto di vista clinico, non consentono … in nessun modo
di classificare tra questi il caso del Padre Pio”.
Concludendo, il Festa afferma che le lesioni e l’emorragia,
riscontrate in Padre Pio, «hanno un’origine che
le nostre cognizioni sono ben lungi dallo spiegare. Ben più
alta della scienza umana è la ragione del loro essere».
Sono “avvenimenti che la nostra scienza non spiega”
» (Fernando da Riese Pio X, Padre Pio da Pietrelcina crocifisso senza croce, pp 138-141).
Una seconda visita Festa la eseguì insieme al Dottor Romanelli il 15 luglio 1920.
Cinque anni dopo, il 5 ottobre 1925 visitò il Padre una terza volta.
Stese ogni volta la relazione che sempre concordava con le precedenti.
Ancor più che le ferite, colpivano l’attenzione del medico l’umiltà, il silenzio, la riservatezza e la sofferenza interiore di Padre Pio.
Il Padre un giorno disse: “Le anime si comprano
con lo stesso prezzo che ha pagato Gesù, cioè col sangue”, ed egli ne ha versato per più di cinquant’anni, con tutto l’amore possibile ad una creatura umana.
Dunque Papa Paolo VI può ben dire: “Padre Pio è il
rappresentante stampato delle stimmate di Nostro Signore
Gesù Cristo”.
 
P. G. Alimonti OFM cap, Raggi di sole, Vol. 1, pp 51-52-53-54-55-56