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L’eterno riposo dona loro o Signore, splenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace. Amen
DEDICAZIONE DELLAÂ BASILICA LATERANENSE
Festa
Il  palazzo del Laterano, proprietà della famiglia imperiale, diventò nel secolo IV abitazione ufficiale del Papa. La basilica adiacente, dedicata al divin Salvatore, fu la prima cattedrale del mondo: vi si celebravano specialmente i battesimi nella notte di Pasqua. Dedicata poi anche ai due santi Giovanni, Battista ed Evangelista, per molto tempo fu considerata la Chiesa-madre di Roma e ospitò le sessioni di cinque grandi Concili ecumenici.
Le Chiese di tutto il mondo, unendosi oggi alla Chiesa di Roma, le riconoscono la « presidenza della carità » di cui parlava già sant’Ignazio di Antiochia. Similmente avviene per la festa della Dedicazione della chiesa cattedrale di ogni diocesi, alla quale sono «legate» tutte le parrocchie e le comunità che ne dipendono. In ogni edificio-chiesa dedicato a Dio si celebra quel «mistero di salvezza» che opera meraviglie in Maria, negli Angeli e nei Santi. Quella di oggi è una festa del «Signore». Il Verbo, facendosi carne, ha piantato la sua tenda fra noi (cf Gv 1,14). Cristo risorto è presente nella sua Chiesa: ne è il Capo. Le chiese in muratura sono un segno di questa presenza di Cristo: è lui che ivi parla, dà se stesso in cibo, presiede la comunità raccolta in preghiera, «rimane» con noi per sempre (SC 7).
Il Cenacolo, le basiliche paleocristiane, le cattedrali del Medioevo, gli edifici sacri del rinascimento o del barocco, le architetture religiose moderne sono sempre «qualificate a dimensione d’uomo»: in ogni tempo la comunità ha proiettato nella struttura dei suoi edifici l’immagine di sé. E non le sono mai mancate le pietre vive per la costruzione del tempio spirituale di cui il Risorto è pietra d’angolo. «Il tempio come figura della Chiesa (cf LG 6) è un richiamo alla comunità e alla comunione. Come un edificio non potrebbe stare in piedi se tutti i materiali di cui è composto non fossero tenuti saldamente insieme in forza dei progetto elaborato dall’architetto ed eseguito dai costruttori, così tutti i membri della Chiesa, «comunità di fede, di speranza e di carità » (LG 8). debbono vivere e operare in una sincera e costante solidarietà e comunione».
Con il battesimo siamo tutti diventati tempio di Dio
Dai «Discorsi» di san Cesario di Arles, vescovo (Disc. 229, 1-3; CCL 104,905-908)
Con gioia e letizia celebriamo oggi, fratelli carissimi, il giorno natalizio di questa chiesa: ma il tempio vivo è vero di Dio dobbiamo esserlo noi. Questo è vero senza dubbio. Tuttavia i popoli cristiani usano celebrare la solennità della chiesa matrice, poiché sanno che è proprio in essa che sono rinati spiritualmente.
Per la prima nascita noi eravamo coppe dell’ira di Dio; secondo nascita ci ha resi calici del suo amore misericordioso. La prima nascita ci ha portati alla morte; la seconda ci ha richiamati alla vita. Prima del battesimo tutti noi eravamo, o carissimi, tempio del diavolo. Dopo il battesimo abbiamo meritato di diventare tempio di Cristo. Se riflettiamo un pò piĂą attentamente sulla salvezza della nostra anima, non avremo difficoltĂ a comprendere che siamo il vero e vivo tempio di Dio. «Dio non dimora in
templi costruiti dalle mani dell’uomo» (At 17, 24), o in case fatte di legno e di pietra, ma soprattutto nell’anima creata a sua immagine per mano dello stesso Autore delle cose. Il grande apostolo Paolo ha detto: «Santo è il tempio di Dio che siete voi» (1 Cor 3, 17). PoichĂ© Cristo con la sua venuta ha cacciato il diavolo dal nostro cuore per prepararsi un tempio dentro di noi, cerchiamo di fare, col suo aiuto, quanto è in nostro potere, perchĂ© questo tempio non abbia a subire alcun danno per le nostre cattive azioni. Chiunque si comporta male, fa ingiuria a Cristo. Prima che Cristo ci redimesse, come ho giĂ detto, noi eravamo abitazione del diavolo. In seguito abbiamo meritato di diventare la casa di Dio, solo perchĂ© egli si è degnato di fare di noi la sua dimora.
Se dunque, o carissimi, vogliamo celebrare con gioia il giorno natalizio della nostra chiesa, non dobbiamo distruggere con le nostre opere cattive il tempio vivente di Dio. Parlerò in modo che tutti mi possano comprendere: tutte le volte che veniamo in chiesa, riordiniamo le nostre anime così come vorremmo trovare il tempio di Dio. Vuoi trovare una basilica tutta splendente? Non macchiare la tua anima con le sozzure del peccato. Se tu vuoi che la basilica sia piena di luce, ricordati che anche Dio vuole che nella tua anima non vi siano tenebre. Fa’ piuttosto in modo che in essa, come dice il Signore, risplenda la luce delle opere buone, perchĂ© sia
glorificato colui che sta nei cieli. Come tu entri in questa chiesa, così Dio vuole entrare nella tua anima. Lo ha affermato egli stesso quando ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò (cfr. Lv 26, 11.12).
LITURGIA DELLA PAROLA
Lettura  1 Cor 3,9c-11.16-17
Voi siete il tempio di Dio.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, voi siete edificio di Dio.
Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.
Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.
Salmo Responsoriale  Dal Salmo 45
Un fiume rallegra la cittĂ di Dio .
Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare.
Un fiume e i suoi canali rallegrano la cittĂ di Dio,
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo a essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba.
Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra.
Canto al Vangelo   2Cr 7,16
Alleluia, alleluia.
Io mi sono scelto e ho consacrato questa casa
perchĂ© il mio nome vi resti sempre.Â
Alleluia.
Vangelo    Gv 2,13-22
Siete tempio di Dio.
Dal vangelo secondo Giovanni
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà ».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da GesĂą.