Omelia 8-2-16
SAN GIROLAMO EMILIANI
(1486-1537)
Girolamo Emiliani nasce a Venezia nel 1486 da nobile famiglia.
Nel 1511 durante la guerra tra la Repubblica Veneta e gli stati della Lega di Cambrai, gli è affidata la difesa della fortezza di Castel Nuovo di Quero.
Fatto prigioniero, invoca la “Madonna Grande” di Treviso, viene prodigiosamente liberato e ritorna a Venezia a servizio della Repubblica. Progressivamente matura una radicale conversione alla vita cristiana: per imitare “il suo divino Maestro Gesù”, rinuncia a tutti i suoi averi dedicandosi al servizio dei poveri, in particolare dei fanciulli orfani e abbandonati, coi quali “vuole vivere e morire”.
A questo scopo costituisce la “Compagnia dei servi dei poveri”, sacerdoti e laici insieme, che condividono in tutto la vita dei piccoli.
Muore a Somasca l’8 febbraio 1537.
In seguito la Chiesa inserisce la Compagnia da lui fondata tra le Congregazioni dei chierici regolari e proclama il Santo “Patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata”.
Dobbiamo confidare soltanto nel Signore
Dalle «Lettere ai suoi confratelli» di san Girolamo Emiliani (Venezia, 21 giugno 1535)
Carissimi fratelli in Cristo e figli dell’Ordine dei Servi dei poveri.
Il vostro povero padre vi saluta e vi esorta a perseverare nell’amore di Cristo e nella fedele osservanza della legge cristiana, come vi ho mostrato con le parole e con le opere quando ero in mezzo a voi, in modo che il Signore sia glorificato in voi per mezzo mio.
Il nostro fine è Dio, fonte di tutti i beni, e dobbiamo confidare soltanto in lui e non in altri, come diciamo nella nostra preghiera. E il nostro misericordioso Signore, volendo accrescere la vostra fede (senza la quale, come dice l’evangelista, Cristo non poté operare molti miracoli) ed esaudire la vostra preghiera, ha stabilito di servirsi di voi poveri, maltrattati, afflitti, stremati di forze, disprezzati da tutti e privati della stessa mia presenza corporale, ma non dello spirito del vostro povero e amatissimo e dolce padre.
Perché vi abbia trattato così, egli solo lo sa; tuttavia possiamo individuare tre cause. Anzitutto il Signore nostro benedetto vi avverte che vuole accogliervi tra i suoi figli diletti, purché perseveriate nelle sue vie: così infatti si è comportato con i suoi amici e li ha resi santi.
La seconda causa è questa, che desidera vivamente che voi sempre più confidiate in lui e non in altri, perché, come ho detto, Dio non compie le sue opere in coloro che rifiutano di porre soltanto in lui tutta la loro fede e speranza, ma ha sempre infuso la pienezza della carità in coloro che erano dotati di grande fede e speranza, e in essi ha compiuto grandi cose. Perciò se sarete ricchi di fede e di speranza, egli stesso, che esalta gli umili, farà in voi grandi cose. Dunque, portando via da voi me e qualunque altro a voi gradito, vi imporrà di scegliere fra queste due cose: o allontanarvi dalla fede e ritornare alle cose del mondo, o rimanere saldi nella fede e così essere approvati da lui.
Ed ecco la terza causa: Dio vi vuole provare come l’oro nel crogiuolo. Infatti le scorie dell’oro sono distrutte dal fuoco, ma l’oro buono rimane e aumenta di valore. Allo stesso modo Dio si comporta con il servo buono che spera e rimane fermo in lui nelle tribolazioni. Dio lo solleva e di quelle cose che per suo amore ha abbandonato, gli darà il centuplo in questo mondo e la vita eterna nel futuro.
In questo modo egli si è comportato con tutti i santi. Così fece con il popolo d’Israele dopo quanto aveva sofferto in Egitto: non solo infatti lo trasse fuori di là con tanti prodigi e lo nutrì con la manna nel deserto, ma gli concesse anche la terra promessa. Se pertanto anche voi sarete costanti nella fede contro le tentazioni, il Signore vi concederà pace e riposo a tempo debito in questo mondo, e per sempre nell’altro.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura 1 Re 8, 1-7.9-13
Introdussero l’arca dell’alleanza nel Santo dei Santi e la nube riempì il tempio del Signore.
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, Salomone convocò presso di sé in assemblea a Gerusalemme gli anziani d’Israele, tutti i capitribù, i prìncipi dei casati degli Israeliti, per fare salire l’arca dell’alleanza del Signore dalla Città di Davide, cioè da Sion. Si radunarono presso il re Salomone tutti gli Israeliti nel mese di Etanìm, cioè il settimo mese, durante la festa.
Quando furono giunti tutti gli anziani d’Israele, i sacerdoti sollevarono l’arca e fecero salire l’arca del Signore, con la tenda del convegno e con tutti gli oggetti sacri che erano nella tenda; li facevano salire i sacerdoti e i levìti. Il re Salomone e tutta la comunità d’Israele, convenuta presso di lui, immolavano davanti all’arca pecore e giovenchi, che non si potevano contare né si potevano calcolare per la quantità.
I sacerdoti introdussero l’arca dell’alleanza del Signore al suo posto nel sacrario del tempio, nel Santo dei Santi, sotto le ali dei cherubini. Difatti i cherubini stendevano le ali sul luogo dell’arca; i cherubini, cioè, proteggevano l’arca e le sue stanghe dall’alto. Nell’arca non c’era nulla se non le due tavole di pietra, che vi aveva deposto Mosè sull’Oreb, dove il Signore aveva concluso l’alleanza con gli Israeliti quando uscirono dalla terra d’Egitto.
Appena i sacerdoti furono usciti dal santuario, la nube riempì il tempio del Signore, e i sacerdoti non poterono rimanervi per compiere il servizio a causa della nube, perché la gloria del Signore riempiva il tempio del Signore. Allora Salomone disse:
«Il Signore ha deciso di abitare nella nube oscura.
Ho voluto costruirti una casa eccelsa,
un luogo per la tua dimora in eterno».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 131
Sorgi, Signore, tu e l’arca della tua potenza..
Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata,
l’abbiamo trovata nei campi di Iàar.
Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.
Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l’arca della tua potenza.
I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi fedeli.
Per amore di Davide, tuo servo,
non respingere il volto del tuo consacrato.
Canto al Vangelo Mt 4, 23
Alleluia, alleluia.
Gesù annunciava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di malattie e infermità nel popolo.
Alleluia.
Vangelo Mc 6, 53-56
Quanti lo toccavano venivano salvati.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono.
Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse.
E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.