Messa quotidiana

Omelia 30-7-15

Sangue di Gesù rendici sempre più degni di Te

SAN PIETRO CRISOLOGO
Vescovo e Dottore della Chiesa (380?-450)

Nato a Imola, fu dal 424 vescovo della Chiesa di Ravenna che durante il suo episcopato divenne metropoli ecclesiastica. Pietro è uno dei più grandi pastori del suo tempo. Predicatore famoso è autore di stupendi sermoni pieni di pietà, si meritò il nome di « Crisologo» « uomo dalla parola d’oro» e da Benedetto XIII il titolo di dottore della Chiesa.  San Pietro visse l’ideale del vescovo che aveva tracciato in uno dei sermoni: « Essere in Cristo il libero servo di tutti».

Il mistero dell’incarnazione

Dai «Discorsi» di san Pietro Crisologo, vescovo (Disc. 148; PL 52, 596-598)

Quando la Vergine concepisce, vergine partorisce e vergine rimane. Non rientra nell’ordine della natura, ma dei segni divini. Non c’entra la ragione, ma la potenza superiore, non la natura, ma il Creatore. Non è cosa normale, ma singolare; è un fatto divino, non umano. La nascita di Cristo non fu dettata dalla necessità, ma da una libera scelta. Fu un sacramento di pietà, fu la restaurazione della salvezza umana. Colui che senza nascere aveva formato l’uomo da un intatto limo, quando egli stesso nacque, formò un uomo da un intatto corpo. La mano che si era degnata di prendere del fango per plasmare il nostro corpo, si degnò di prendere anche la carne per la nostra restaurazione. Ora che il Creatore dimori nella sua creatura e che Dio si trovi nella nostra carne, è un onore per l’uomo, non una sconvenienza per Dio.
O uomo, perché hai di te un concetto così basso quando sei stato tanto prezioso per Dio? Perché mai, tu che sei così onorato da Dio, ti spogli irragionevolmente del tuo onore? Perché indaghi da che cosa sei stato tratto e non ricerchi per qual fine sei stato creato? Tutto questo edificio del mondo, che i tuoi occhi contemplano, non è stato forse fatto per te? La luce infusa in te scaccia le tenebre che ti circondano. Per te è stata regolata la notte, per te definito il giorno, per te il cielo è stato illuminato dal diverso splendore del sole, della luna e delle stelle. Per te la terra è dipinta di fiori, di boschi e di frutti. Per te è stata creata la mirabile e bella famiglia di animali che popolano l’aria, i campi e l’acqua, perché una desolata solitudine non appannasse la gioia del mondo appena fatto.
Tuttavia il tuo creatore trovò ancora qualcosa da aggiungere per onorarti. Ha stampato in te la sua immagine, perché l’immagine visibile rendesse presente al mondo il creatore invisibile, e ti ha posto in terra a fare le sue veci, perché un possedimento così vasto, qual è il mondo, non fosse privo di un vicario del Signore.
Dio, nella sua infinita bontà, prese in sé ciò che aveva fatto in te per sé. Volle essere visto nell’uomo direttamente e in se stesso. Egli, che nell’uomo aveva prima voluto essere visto per riflesso, fece sì che diventasse sua proprietà l’uomo che prima aveva ottenuto di essere solo sua immagine riflessa.
Nasce dunque Cristo, per reintegrare con la sua nascita la natura decaduta. Accetta di essere bambino, vuole, essere nutrito, passa attraverso i vari stadi dell’età per restaurare l’unica perfetta duratura età, quella che egli stesso aveva creato. Regge l’uomo, perché l’uomo non possa più cadere. Fa diventare celeste colui che aveva creato terreno. Fa vivere dello spirito divino chi aveva soltanto un’anima umana. E così lo innalza tutto fino a Dio, perché nulla più rimanga nell’uomo di ciò che in lui v’è di peccato, di morte, di travagli, di dolore, di terra, per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo che vive e regna con il Padre nell’unità dello Spirito Santo, ora e sempre per gli infiniti secoli dei secoli. Amen.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura   Es 40, 16-21. 34-38
La nube coprì la tenda del convegno e la gloria del Signore riempì la Dimora. 

Dal libro dell’Èsodo
In quei giorni, Mosè eseguì ogni cosa come il Signore gli aveva ordinato: così fece.
Nel secondo anno, nel primo giorno del primo mese fu eretta la Dimora. Mosè eresse la Dimora: pose le sue basi, dispose le assi, vi fissò le traverse e rizzò le colonne; poi stese la tenda sopra la Dimora e dispose al di sopra la copertura della tenda, come il Signore gli aveva ordinato.
Prese la Testimonianza, la pose dentro l’arca, mise le stanghe all’arca e pose il propiziatorio sull’arca; poi introdusse l’arca nella Dimora, collocò il velo che doveva far da cortina e lo tese davanti all’arca della Testimonianza, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
Allora la nube coprì la tenda del convegno e la gloria del Signore riempì la Dimora. Mosè non poté entrare nella tenda del convegno, perché la nube sostava su di essa e la gloria del Signore riempiva la Dimora.
Per tutto il tempo del loro viaggio, quando la nube s’innalzava e lasciava la Dimora, gli Israeliti levavano le tende. Se la nube non si innalzava, essi non partivano, finché non si fosse innalzata. Perché la nube del Signore, durante il giorno, rimaneva sulla Dimora e, durante la notte, vi era in essa un fuoco, visibile a tutta la casa d’Israele, per tutto il tempo del loro viaggio.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 83
Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti!

L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.

Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido
dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari,
Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio.

Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio,
cresce lungo il cammino il suo vigore.

Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa;
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.

Canto al Vangelo    At 16,14
Alleluia, alleluia.

Apri, Signore, il nostro cuore
e comprenderemo le parole del Figlio tuo.
Alleluia.

Vangelo   Mt 13, 47-53
Raccolgono i buoni nei canestri e buttano via i cattivi.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.