Messa quotidiana

Omelia 29-1-15

Noi ti ringraziamo e speriamo in Te, Signore Gesù

Beato Manuel Domingo y Sol Fondatore

Tortosa (Spagna), 1° aprile 1836 – 25 gennaio 1909

ll beato Manuel Domingo y Sol, nacque a Tortosa (Spagna) il 1° aprile 1836, penultimo di dodici figli, ebbe un’educazione in seno alla famiglia e poi con un precettore privato.
A 15 anni entrò nel seminario diocesano di Tortosa, dove fu conosciuto ed apprezzato per le sue belle virtù e qualità, suscitando l’ammirazione di tutti. Il 9 luglio 1860 venne ordinato sacerdote e subito si dedicò all’insegnamento del catechismo ed alla predicazione.
Altre tappe della sua luminosa vita furono: ben presto venne annoverato fra i missionari diocesani a cui si dedicò con tanta energia; venne nominato parroco di Aldea, in questa funzione profuse tutto il suo zelo pastorale; nel 1862 per desiderio del vescovo, frequentò l’Università di Valencia, dove dopo tre anni, conseguì la licenza in teologia; nel 1864 fu insegnante di religione e nel 1865 professore al seminario.
Nella sua diocesi di Tortosa fu attivista multiforme di apostolato sacerdotale; la gioventù, il catechismo, la stampa e le buone letture, gli operai, la direzione spirituale di molte persone, furono i campi d’azione sociale e pastorale che lo videro impegnato.
Nel 1881 fondò la “Congregazione degli Operai Diocesani” per la direzione dei seminari, con lo scopo di formare i nuovi sacerdoti della Chiesa; poi sarà conosciuta come “Fraternità dei Sacerdoti Operai Diocesani del Cuore di Gesù” e che darà ben trenta martiri alla Chiesa, quasi tutti professori e rettori di seminario, vittime della Guerra Civile di Spagna del 1936-1939.
A Roma fondò nel 1892 il Collegio Spagnolo di S. Giuseppe per la formazione dei giovani chierici connazionali, venuti a Roma per completare gli studi.
Morì a Tortosa il 25 gennaio 1909, rimpianto dai confratelli e circondato dalla fama di santità, per cui furono istruiti i regolari processi, la causa fu introdotta il 12 luglio 1946.
E’ stato beatificato da papa Giovanni Paolo II il 29 marzo 1987.

LITURGIA DELLA PAROLA  

Prima Lettura   Eb 10,19-25

Nella pienezza della fede, manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza per stimolarci a vicenda nella carità.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.
Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.
Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone. Non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 23

Noi cerchiamo il tuo volto, Signore. 
Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

 

Canto al Vangelo   Sal 118,105

Alleluia, alleluia.

Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.

Alleluia.

 

Vangelo   Mc 4,21-25  
La lampada viene per essere messa sul candelabro. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».