Omelia 28-7-17
BEATA MARIA TERESA DI GESU’ BAMBINO
Il 13 giugno 1999, a Varsavia, durante il suo settimo viaggio apostolico in Polonia, Papa Giovanni Paolo II ha beatificato 108 martiri vittime della persecuzione nazista, dal 1939 al 1945, contro la Chiesa polacca. Tra loro ci sono una monaca clarissa cappuccina e cinque frati minori cappuccini.
Maria Teresa Kowalska nasce a Varsavia nel 1902. Il 23 gennaio 1923 entra tra le cappuccine di Przasnysz. Alla vestizione ricevette il nome di Maria Teresa del Bambin Gesù. Il 26 giugno del 1928 emise la sua professione perpetua.
II 2 aprile 1941, quando i tedeschi invasero la Polonia, anche il monastero di Przasnysz venne occupato con l’arresto delle 36 monache. Tutte furono trasportate nel campo di concentramento di Działdowo. Suor Maria Teresa disse: “Io non uscirò viva da qui, offro la mia vita per le sorelle affinché possano ritornare in monastero”.
Morì nella notte del 25 luglio 1941. Dio aveva accettato il suo sacrificio. Due settimane dopo la sua morte, il 7 agosto 1941, tutte le monache furono liberate dal campo di Działdowo e ritornarono alle loro famiglie di origine. Nel 1945 tutte fecero ritorno al loro monastero in Przasnysz.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Es 20, 1-17
La legge fu data per mezzo di Mosè.
Dal libro dell’Ésodo
In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole:
«Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile:
Non avrai altri dèi di fronte a me.
Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano.
Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato.
Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà.
Non ucciderai.
Non commetterai adulterio.
Non ruberai.
Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 18
Signore, tu hai parole di vita eterna.
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.
Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.
Canto al Vangelo Lc 8,15
Alleluia, alleluia.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza.
Alleluia.
Vangelo Mt 13, 18-23
Colui che ascolta la Parola e la comprende, questi dà frutto.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».