Messa quotidiana

Omelia 26-9-14

 

SANTI COSMA e DAMIANO, MARTIRI
(sec. III, inizio sec. IV)

Popolari in Occidente e in Oriente dove sono stati martirizzati in epoca sconosciuta, Cosma e Damiano erano probabilmente medici. Furono comunque considerati tali dopo la loro morte per il gran numero di guarigioni che si verificarono sulla loro tomba. Il 26 settembre è probabilmente l’anniversario della chiesa eretta a Roma in loro onore da Felice IV (525-530) e decorata di mosaici stupendi.

Preziosa è la morte dei martiri, acquistata col prezzo della morte di Cristo

Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo   (Disc. 329, 1-2; PL 38, 1454-1455)
Le gesta gloriose dei santi martiri fanno rifiorire la Chiesa in ogni luogo. Perciò possiamo constatare con i nostri stessi occhi quanto sia vero ciò che abbiamo cantato: «Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli» (Sal 115, 15). Questa morte è preziosa ai nostri occhi e agli occhi di colui, per il cui nome venne affrontata.
Ma il prezzo versato per queste morti è stato la morte di uno solo. Quante morti ha riscattato con la sua morte uno solo! Se quel solo non fosse morto, il chicco di frumento non si sarebbe moltiplicato. Avete sentito le parole che dice all’avvicinarsi della sua passione, cioè della nostra redenzione: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto»? (Gv 12, 24-25).
Sulla croce egli compì un’operazione di incalcolabile valore. Su di essa fu fatto il versamento per il nostro riscatto. La lanciata del soldato gli aprì il costato e da quella ferita sgorgò il prezzo di tutto il mondo. Con esso furono comprati i fedeli e i martiri, e il loro sangue è testimone che la loro fede era autentica. Essi restituirono ciò che era stato speso per loro, e misero in pratica quello che dice san Giovanni: Come Cristo ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli (cfr. 1 Gv 3, 16). E in un altro passo troviamo scritto: Quando sei seduto a mangiare con un potente, considera bene che cosa hai davanti, perchĂ© bisogna che tu prepari altrettanto (cfr. Pro 23, 1-2)
Lauta è quella mensa dove il cibo è costituito dallo stesso padrone della mensa. Nessuno nutre gli invitati con la propria carne: questo lo fa solo Cristo Signore. Egli è colui che invita, egli è il cibo e la bevanda. Compresero bene i martiri che cosa avessero mangiato e bevuto, per rendere un tale contraccambio.
Ma come avrebbero potuto rendere questo contraccambio, se egli, che sborsò per primo il prezzo, non avesse dato loro il mezzo per corrisponderlo? «Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?». «Alzerò il calice della salvezza» (Sal 115, 12-13). Qual è questo calice? E` il calice della passione, amaro, ma benefico: quel calice avrebbe causato terrore al malato, se il medico non l’avesse bevuto per primo. Questo calice è proprio la passione. Lo riconosciamo dalle parole stesse di Cristo, che dice: «Padre, se è possibile, passi da me questo calice» (Mt 26, 39). DI questo stesso calice i martiri hanno detto: «Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore» (Sal 115, 13).
Non temi dunque tu, o martire, nel momento della tua passione? Tu non temi e sta bene! Ma sai dirmi il perché «Perché invocherò il nome del Signore».
Come potrebbero vincere i martiri, se non vincesse negli stessi martiri colui che ha detto: «Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo»? (Gv 16, 33).
Il sovrano del cielo sosteneva il loro animo, guidava la loro lingua, sconfiggeva, per mezzo loro il demonio sulla terra, e li coronava martiri in cielo. O beati loro che bevvero questo calice! I dolori hanno avuto fine ed essi hanno conseguito la gloria.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura   Qo 3, 1-11
Ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.

Dal libro del Qoèlet
Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato.
Un tempo per uccidere e un tempo per curare,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per conservare e un tempo per buttar via.
Un tempo per strappare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
Che guadagno ha chi si dĂ  da fare con fatica?
Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini perché vi si affatichino. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza però che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine.   

Salmo Responsoriale
    Dal Salmo 143 
Benedetto il Signore, mia roccia.

Benedetto il Signore, mia roccia,
mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido.

Signore, che cos’è l’uomo perché tu l’abbia a cuore?
Il figlio dell’uomo, perché te ne dia pensiero?
L’uomo è come un soffio,
i suoi giorni come ombra che passa.      

Canto al Vangelo   
Mt 10,45
Alleluia, alleluia.

Il Figlio dell’uomo è venuto per servire
e dare la propria vita in riscatto per molti.
Alleluia.

Vangelo   Lc 9, 18-22
Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.

Dal vangelo secondo Luca
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Â