Omelia 25-8-17
SAN LUDOVICO IX, RE
Patrono del Terz’Ordine Francescano
(1214-1270)
Ludovico (Luigi) nacque nell’anno 1214 e fu educato piamente dalla madre Bianca di Castiglia, la quale, dopo la morte prematura dei marito, esercitò la reggenza del regno fino alla maggiore età del figlio. Divenuto re di Francia, Ludovico si distinse subito per il culto della giustizia e per il rispetto dei diritti altrui; curò non solo il bene temporale dei popolo, ma anche quello spirituale. Fu vero modello di laico che lavora per il Regno di Dio, cooperando all’edificazione della città terrena.
Dal matrimonio con Margherita di Provenza ebbe undici figli, che educò molto rettamente. Si iscrisse al Terz’Ordine francescano e fu esemplare nella vita di preghiera, di mortificazione e di carità verso i poveri. Protesse e difese gli Ordini mendicanti.
Intraprese due crociate per liberare il sepolcro di Cristo e morì, colpito dalla peste, vicino a Tunisi il 25 agosto 1270. Il papa Bonifacio VIII lo dichiarò santo nei 1297. E’ patrono del Terz’Ordine francescano.
Un re giusto rende prospera la terra
Dal «Testamento spirituale al figlio» di san Ludovico
(Acta Sanctorum Augusti 5 [1868], 546)
Figlio carissimo, prima di tutto ti esorto ad amare il Signore Dio tuo con tutto il cuore e con tutte le tue forze. Senza di questo no c’è salvezza.
Figlio, devi tenerti lontano da tutto ciò che può dispiacere a Dio, cioè da ogni peccato mortale.
E’ preferibile che tu sia tormentato da ogni genere di martirio, piuttosto che commettere un peccato mortale.
Inoltre, se il Signore permetterĂ che tu abbia qualche tribolazione, devi ringraziando, e sopportarla volentieri, pensando che concorre al tuo bene e che forse te la sei ben meritata.
Se poi il Signore ti darà qualche prosperità , non solo lo dovrai umilmente ringraziare, ma bada bene a non diventar peggiore per vanagloria o in qualunque altro modo, bada cioè a non entrare in contrasto con Dio o offenderlo con i suoi doni stessi.
Partecipa devotamente e volentieri alle celebrazioni della Chiesa. Non guardare distrattamente in giro e non abbandonarti alle chiacchiere, ma prega il Signore con raccoglimento, sia con la bocca che con il cuore. Abbi un cuore pietoso verso i poveri, i miserabili e gli afflitti. Per quanto sta in te, soccorrili e consolali. Ringrazia Dio di tutti i benefici che ti ha elargiti, perchĂ© tu possa renderti degno di riceverne dei maggiori. Verso i tuoi sudditi comportati con rettitudine, in modo tale da essere sempre sul sentiero della giustizia, senza declinare nĂ© a destra nĂ© a sinistra. Sta’ sempre piuttosto dalla parte del povero anzichĂ© del ricco, fino a tanto che non sei certo della veritĂ .
Abbi premurosa cura che tutti i tuoi sudditi si mantengano nella giustizia e nella pace, specialmente le persone ecclesiastiche e religiose. Sii devoto e obbediente alla Chiesa Romana, madre nostra, e al Sommo Pontefice come a padre spirituale. Procura che venga allontanato dal tuo territorio ogni peccato, e specialmente la bestemmia e le eresie.
Figlio carissimo, ti do infine tutte quelle benedizioni che un buon padre può dare al figlio. La Trinità e tutti i santi ti custodiscano da ogni male. Il Signore ti dia la grazia di fare la sua volontà , perché riceva onore e gloria per mezzo tuo e, dopo questa vita, conceda a tutti noi di giungere insieme a vederlo, amarlo e lodarlo senza fine. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Rt 1,1.3-6.14-16.22
Venne Noemi, con Rut la moabita, e arrivò a Betlemme.
Dal libro di Rut
Al tempo dei giudici, ci fu nel paese una carestia e un uomo, [chiamato Elimèlec,] con la moglie Noemi e i suoi due figli emigrò da Betlemme di Giuda nei campi di Moab.
Poi Elimèlec, marito di Noemi, morì ed essa rimase con i suoi due figli. Questi sposarono donne moabite: una si chiamava Orpa e l’altra Rut. Abitarono in quel luogo per dieci anni. Poi morirono anche Maclon e Chilion, [figli di Noemi,] e la donna rimase senza i suoi due figli e senza il marito.
Allora intraprese il cammino di ritorno dai campi di Moab con le sue nuore, perché nei campi di Moab aveva sentito dire che il Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane.
Orpa si accomiatò con un bacio da sua suocera, Rut invece non si staccò da lei. Noemi le disse: «Ecco, tua cognata è tornata dalla sua gente e dal suo dio; torna indietro anche tu, come tua cognata». Ma Rut replicò: «Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch’io, e dove ti fermerai, mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio».
Così dunque tornò Noemi con Rut, la moabita, sua nuora, venuta dai campi di Moab. Esse arrivarono a Betlemme quando si cominciava a mietere l’orzo.
Salmo Responsoriale  Dal Salmo 145
Loda il Signore, anima mia.
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:
la sua speranza è nel Signore suo Dio,
che ha fatto il cielo e la terra,
il mare e quanto contiene.
Egli rimane fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dĂ il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
Canto al Vangelo  Sal 24,4
Alleluia, alleluia.
Insegnami, Signore, i tuoi sentieri,
guidami nella tua fedeltĂ e istruiscimi.
Alleluia.
Vangelo  Mt 22, 34-40
Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».