Messa quotidiana

Omelia 21-7-15

Santi di Dio pregate per noi

SAN LORENZO DA BRINDISI

Lorenzo da Brindisi (al secolo Giulio Cesare Russo; Brindisi, 22 luglio 1559 – BelĂ©m, 22 luglio 1619) è stato un presbitero italiano dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Proclamato santo da papa Leone XIII nel 1881, nel 1959 venne annoverato tra i Dottori della Chiesa.

Giulio Cesare Russo nacque da Guglielmo Russo ed Elisabetta Masella il 22 luglio 1559. AllorchĂ© intraprese gli studi nelle scuole esterne dei Francescani Conventuali di San Paolo Eremita in Brindisi, era giĂ  orfano del padre, scomparso dopo il 1561 e prima del 1565. Tra il 1565 e il 1567 prese l’abito dei conventuali e passò dalla scuola esterna a quella per oblati e candidati alla vita religiosa. In questo periodo tradizioni variamente riportate collocano le prime sortite pubbliche del futuro santo; il riferimento è all’uso dei Conventuali di far predicare i fanciulli in determinate solennitĂ .

Il futuro santo, orfano ora anche di madre, è in notevoli difficoltĂ  economiche. I parenti, fra questi Giorgio Mezosa suo insegnante presso i Conventuali, non pare se ne prendessero molta cura; è forse per questo che Giulio Cesare, quattordicenne, si trasferisce in Venezia presso uno zio sacerdote che dirigeva una scuola privata e aveva cura dei chierici di San Marco. La scelta, infatti, gli consente di proseguire i suoi studi e maturare la vocazione all’ordine dei Minori Cappuccini. Il 18 febbraio 1575 gli è concesso l’abito francescano e gli è imposto dal vicario provinciale, padre Lorenzo da Bergamo, il suo stesso nome: da quel momento sarĂ  padre Lorenzo da Brindisi. Mandato a Padova a seguire i corsi di logica e filosofia e a Venezia quello di teologia, il 18 dicembre 1582 diviene sacerdote.

La sua ascesa nell’ordine è rapida; nel 1589 è vicario generale di Toscana; nel 1594 provinciale di Venezia; nel 1596 secondo Definitore Generale; nel 1598 vicario provinciale di Svizzera; nel 1599 ancora Definitore Generale. In questo stesso anno è posto a capo della schiera di missionari che i cappuccini, su sollecitazione del pontefice, inviano in Germania. Qui, a divulgare e ad accrescere la sua fama di santitĂ  contribuì un episodio avvenuto nell’ottobre del 1601; il brindisino volle essere uno dei quattro cappellani necessari per assistere spiritualmente le truppe cattoliche nella campagna in atto contro i turchi ed il 9 ottobre giunse ad Albareale, l’attuale SzĂ©keshefer vár in Ungheria, ove era accampato l’esercito imperiale.

Padre Lorenzo, quando il nemico sferrò l’attacco, fu d’esempio sia con la parola che coi comportamenti. I turchi lo ritennero un negromante e un mago, i cristiani un santo. Il 24 maggio 1602, quasi all’unanimitĂ , padre Lorenzo viene eletto vicario generale dell’ordine; con l’alta carica gli è affidato il compito di visitare tutte le province oltre le Alpi.

Nel triennio del generalato, il 1604, può tornare a Brindisi ove decide la costruzione di una chiesa sotto il titolo di Santa Maria degli Angeli con annesso monastero per le claustrali. Finanziatori dell’opera, che doveva svilupparsi sul luogo stesso in cui era la casa natale del santo, saranno il duca di Baviera, la principessa di Caserta e altre personalitĂ  che il cappuccino aveva avuto modo d’incontrare durante le sue missioni in Europa.

PiĂą volte, dopo il 1604, pensa di tornare a Brindisi e nel 1618 vi è ormai diretto quando è costretto a mutare itinerario e fermarsi a Napoli. Qui è convinto dal patriziato napoletano a recarsi in Spagna per esporre al re Filippo III le malversazioni del vicerĂ© don Pietro Giron duca di Ossuna. Il 25 maggio 1619, evitati sicari e ostacoli d’ogni genere, padre Lorenzo raggiunge il re a Lisbona; ricevuto il giorno seguente, a conferma delle sue parole soggiunse che era sicuro di ciò che riferiva quanto del fatto che presto sarebbe morto e che il re, se non avesse provveduto al bene dei propri sudditi, lo sarebbe stato entro due anni. Il 22 luglio del 1619, forse avvelenato, il brindisino moriva; il 31 marzo 1621, giusto l’ammonimento, si spegneva Filippo III che aveva continuato a favorire di fatto l’Ossuna.

 

Padre Lorenzo sarĂ  beatificato nel 1783 da Pio VI, canonizzato nel 1881 da Leone XIII, proclamato dottore della chiesa, col titolo di doctor apostolicus, nel 1959 da Giovanni XXIII.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura  Es 14, 21-31
Gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare.

Dal libro dell’Ésodo
In quei giorni, Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare sull’asciutto, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono, e tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono dietro di loro in mezzo al mare.
Ma alla veglia del mattino il Signore, dalla colonna di fuoco e di nube, gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!».
Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l’esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra.
In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani, e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto, e il popolo temette il Signore e credette in lui e in Mosè suo servo.

Salmo Responsoriale
   Es 15
Cantiamo al Signore: stupenda è la sua vittoria.


Al soffio della tua ira
si accumularono le acque,
si alzarono le onde come un argine,
si rappresero gli abissi nel fondo del mare.

Il nemico aveva detto:
«Inseguirò, raggiungerò,
spartirò il bottino,
se ne sazierĂ  la mia brama;
sfodererò la spada,
li conquisterà la mia mano!».

Soffiasti con il tuo alito:
li ricoprì il mare,
sprofondarono come piombo
in acque profonde.
Stendesti la destra:
li inghiottì la terra.

Guidasti con il tuo amore
questo popolo che hai riscattato.
Tu lo fai entrare e lo pianti
sul monte della tua ereditĂ .

Canto al Vangelo  Gv 14, 23 
Alleluia, alleluia.

Se uno mi ama, osserverĂ  la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerĂ  e noi verremo a lui.
Alleluia.

Vangelo   Mt 12, 46-50
Tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!».

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre GesĂą parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».