Messa quotidiana

Omelia 2-9-16

 

Beato Apollinare da Posat (Jean-Jacques Morel) Sacerdote e martire

Jean-Jacques Morel nacque il 12 giugno 1739 nel villaggio di Préz-vers-Noréaz, nei pressi di Friburgo in Svizzera. Dal 1747 al 1750 fu affidato alle cure del curato del paese, suo zio Francesco Giuseppe Morel, e nel 1755 entrò nel collegio San Michele dei gesuiti a Friburgo per perfezionare la sua formazione. Il 28 luglio 1762 sostenette brillantemente una disputa filosofica pubblica ed il 26 settembre dello stesso anno vestì l’abito cappuccino nel convento di Zug assumendo il nome di Apollinare da Posat, nome d’origine del padre. Il 26 settembre 1763 emise la professione religiosa e il 22 settembre 1764 ricevette l’ordinazione presbiterale a Bulle.
Dal 1769 al 1774 Padre Apollinare fu impegnato ad aiutare il clero di varie parrocchie presso Sion, Porrentruy, Bulle e Romont. Alla fine dell’agosto 1774 divenne insegnante e direttore degli studenti di teologia a Friburgo e nel 1780 vicario nel convento di Sion. Il 20 agosto 1781 fu trasferito sempre quale vicario nel convento di Bulle e nel 1785 a Stans, direttore della scuola annessa al convento. Il 16 aprile 1788 lasciò Stans ed andò a Lucerna e nell’autunno del 1788 fu confessore dei tedeschi nel convento di Marais in Francia.
In questo paese fu sorpreso dalla Rivoluzione Francese, nemica del cristianesimo, ed alla soppressione gli ordini religiosi, ai primi di marzo 1790 fu inviato come vicario nella parrocchia di San Sulpizio. Dal 1° aprile 1791 poi si diede al ministero clandestino. Il 14 agosto 1792, celebrata la messa, si costituì ai commissari di Lussemburgo. Il 2 settembre seguente anche Padre Apollinare rimase vittima del massacro perpetrato dai rivoluzionari in odio alla fede nel convento carmelitano di parigi.
Lasciò scitto a coloro che piangevano la sua tragica fine: “Perché affliggervi tanto per me? Non sapete che io debbo essere nelle cose che riguardano il mio ministero? A chi appartiene il regno di Dio? A coloro che soffrono persecuzioni per la giustizia. Non è forse soffrendo tormenti ben piú atroci, che il Cristo è entrato nella sua gloria? Il servo sarà piú grande del suo padrone? Invocherò il Signore nella lode e sarò liberato dai miei nemici”.
Papa Pio XI il 17 ottobre 1926 beatificò Apollinare da Posat insieme ad altre 190 vittime della medesima persecuzione, 94 delle quali morte proprio con lui nel convento carmelitano.


Autore:
Fabio Arduino

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura   1 Cor 4, 1-5
Il Signore manifesterà le intenzioni dei cuori.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele.
A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!
Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode.

Salmo Responsoriale
    Dal Salmo 36 
La salvezza dei giusti viene dal Signore.

Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore.

Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno.

Sta’ lontano dal male e fa’ il bene
e avrai sempre una casa.
Perché il Signore ama il diritto
e non abbandona i suoi fedeli.

La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati.

Canto al Vangelo   Gv 8,12
Alleluia, alleluia.

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me avrà la luce della vita.
Alleluia.

Vangelo   Lc 5, 33-39
Quando lo sposo sarà loro tolto, allora in quei giorni digiuneranno.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».