Omelia 19-10-15
Maria, Regina del Rosario, prega per noi
San Pietro d’Alcantara
Alcantara, Estremadura, Spagna, 1499 – Estremadura, Spagna, 18 ottobre 1562
Nasce ad Alcantara, piccola città dell’Estremadura, ai confini con il Portogallo, nel 1499. A sedici anni prende l’abito da francescano, Ordine che in tutto il suo operato volle riportare al rigore della prima regola. Durante la sua vita da l’esempio della più severa penitenza e della più dura povertà. Ma talvolta questo stile si imbatte con la resistenza di alcuni confrantelli. Il suo rigore è testimoniato da un aneddoto in cui si narra della visita di un altro religioso che lo trovò dentro una grotta nell’orto, nudo, con addosso il solo mantelletto. Davanti alla perplessità del visitatore il santo si scusò: «Nel Vangelo c’è scritto di avere soltanto una tunica. Ho lavato la mia pochi momenti fa. Appena sarà un po’ asciugata, me la rimetterò addosso». L’Imperatore Carlo V lo avrebbe voluto per confessore ma egli rifiutò. Pietro morì nel 1562 non senza aver appoggiato santa Teresa d’Avila nella sua opera di riforma delle Carmelitane, che di lui lasciò una testimonianza viva nei suoi scritti. (Avvenire)“
Santa Teresa d’Avila venne chiamata l”onor di Spagna’. Ma occorre aggiungere che ella divise tale onore con un suo conterraneo e contemporaneo, San Pietro d’Alcantara.
Di lui, la stessa Santa Teresa d’Avila scrisse: “Che modello di virtù era nel fratello Pietro d’Alcantara! Il mondo d’oggi non è più capace di una tale perfezione. Si dice che i Santi sono più deboli di una volta, e che noi non siamo più come i cristiani del tempo passato. Quest’uomo santo è stato del nostro tempo, ma il suo fervore era robusto come quello di una volta! Così egli teneva il mondo sotto i piedi. Che coraggio ha dato il Signore a questo santo, per fare quarantasette anni di così aspra penitenza!”.
Da queste parole si capisce come San Pietro d’Alcantara fosse un uomo soprattutto di penitenza e di preghiera. La stessa Santa Teresa accenna ai rigori in mezzo ai quali trascorse gran parte della sua esistenza: quelli dei dormire, per esempio, o meglio del non dormire; o quelli dei mangiare, o meglio del digiunare. Pietro era nato ad Alcantara, piccola città dell’Estremadura, ai confini con il Portogallo, nel 1499. A sedici anni prese l’abito di San Francesco e per tutta la vìta volle riportare l’Ordine al rigore della prima Regola.
Cercava di dare l’esempio della più severa penitenza e della più dura povertà. Non meraviglia se incontrò in molti confratelli un’accanita resistenza. Non tutti avevano la sua tempra di penitente.
Un giorno andò a trovarlo un religioso di un altro Ordine. Lo trovò dentro una grotta nell’orto, nudo, con addosso il solo mantelletto. ” Come mai siete vestito così poco decentemente? “, gli chiese l’ospite. Il Santo si scusò: ” Oh, padre mio, leggete il Vangelo. C’è scritto di avere soltanto una tunica. Ho lavato la mia pochi momenti fa, e l’ho stesa su quella pietra. Appena sarà un po’ asciugata, me la rimetterò addosso “.
L’Imperatore Carlo V, il conquistatore del mondo, lo avrebbe voluto per confessore. Il francescano gli si gettò ai piedi, e baciandogli la mano, disse: ” Vostra Maestà cercherà certamente di fare la volontà di Dio. Se io non tornerò più, vorrà dire che Dio non ha voluto che io accettassi questa carica “. E non si fece più rivedere.
Morì, dolcemente, il 18 ottobre 1562. Santa Teresa scrisse di avere avuto più volte la visione del penitente nella gloria di quell’eterna patria celeste da lui desiderata e conquistata con la penitenza.
La Famiglia Francescana lo celebra il 19 ottobre.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Rm 4, 20-25
È stato scritto anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, di fronte alla promessa di Dio, Abramo non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato, ma anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.
Salmo Responsoriale Lc 1,68-75
Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato il suo popolo.
Ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo.
Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza.
Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
Canto al Vangelo Mt 5,3
Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.
Vangelo Lc 12, 13-21
Quello che hai preparato, di chi sarà?
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».