Messa quotidiana

Omelia 18-8-15

Spirito Santo rendici degni dell’amore e del perdono di Dio

Beati Martiri dei Pontoni di Rochefort 64 martiri della Rivoluzione Francese

La Rochelle, Rochefort, † 1794-1795

 

La Rivoluzione Francese ebbe dei grandi meriti nella formazione politica, morale e sociale dell’epoca moderna, ma come tutte le rivoluzioni, che in qualche modo presuppongono un capovolgimento vilento delle classi al potere con i rivoltosi, lasciò dietro di sé un lago di sangue, morti ingiuste, delitti e violenze.
E la Chiesa Cattolica che in ogni rivoluzione avvenuta nel mondo, sin dalle sue origini, ha dovuto pagare un tributo di sangue, anche in questa ebbe innumerevoli martiri, morti per il solo fatto di essere religiosi.
L’Assemblea Costituente nel 1789, dopo aver confiscato tutti i beni ecclesiastici e soppresso gli Istituti religiosi, decretò la Costituzione Civile del, Clero, per cui vescovi e parroci, dovevano essere eletti con il voto popolare e imponendo al clero il giuramento di adesione alla Costituzione stessa; ci fu chi aderì (clero giurato) e chi non lo volle fare (clero “refrattario”).
L’Assemblea Legislativa andata al potere, infierì contro il clero ‘refrattario’ giungendo nel 1792 a massacrarne 300, fra vescovi e sacerdoti.
Seguì al potere la Convenzione Nazionale, che emise contro il clero ‘refrattario’ dei decreti di deportazione, per cui bisognava presentarsi spontaneamente pena la morte, furono così colpiti 2412 sacerdoti e religiosi, deportati in tre zone della Francia, 829 a La Rochelle (Rochefort), 76 a Nantes-Brest e 1494 a Bandeau-Blayc.
I deprtati di Rochefort, dei quali parliamo in questa scheda, appartenenti a 35 diocesi, affrontarono per la fede i crudeli trattamenti ordinati dalla Convenzione, che voleva disfarsi clandestinamente della loro opposizione. Ma la fermezza nella fede dimostrata dai deportati, li rese intrepidi testimoni di Cristo, confermandoli fedeli figli della Chiesa.
Nella primavera 1794, gli 829 sacerdoti e religiosi furono imbarcati su due vecchie navi (pontoni), che rimasero ancorate nella foce del fiume Charente, di fronte all’isola di Aix.
Ammucchiati di notte in uno strettissimo interp0onte, vissero un vero inferno di sofferenze, che furono appesantite dalla cattiveria dell’equipaggio che, ogni mattina, “affumicava” i poveri prigionieri con il fumo di catrame.
I miseri detenuti, costretti a vivere numerosi in così poco spazio, subirono sofferenze e stenti indicibili, senza alcuna assistenza sanitaria e molti di loro erano anziani ed ammalati.
Dopo cinque mesi di quella invivibile detenzione, si contarono ben 547 morti, fra i quali il canonico Jean-Baptiste Souzy, che nel marzo 1794 aveva ricevuto dal vescovo di La Rochelle la sua delega per l’assistenza ai suoi compagni deportati, prima per il disagevole viaggio poi per la prigionia, come molti altri confratelli, fu sepolto nella sabbia dell’isola Madame.
Con la testimonianza dei 282 sopravvissuti, liberati nel febbraio 1795, si poterono raccogliere notizie più o meno complete sul martirio di tutti questi sacerdoti diocesani e religiosi; nel 1932 fu istruito a La Rochelle il processo ordinario per la beatificazione di 64 martiri, dei quali si era potuto reperire una documentazione sufficiente sulla loro morte.
Il 2 luglio 1994 fu riconosciuto il loro martirio, ciò ha permesso la loro beatificazione a Roma il 1° ottobre 1995, da parte di papa Giovanni Paolo II. Ma nella cerimonia di beatificazione furono commemorati tutti i 547 deportati morti a Rochefort, gli eroici “Martiri dei Pontoni” del 1794.
Sulla spiaggia dell’Isola Madame, nell’estuario del fiume Charente, i pellegrini hanno deposto una croce di ciottoli, sul luogo ove furono sepolti molti martiri, indicando simbolicamente la loro tomba.

Si riportano di seguito i 64 nomi, con la qualifica e le date di nascita e morte; nati e vissuti in città e diocesi diverse, morirono tutti nella zona di Rochefort, accomunati nella fedeltà a Cristo, vittime della Rivoluzione Francese; a parte la celebrazione singola per ognuno nel giorno della morte, tutti insieme vengono ricordati il 18 agosto.

91351 – Jean-Baptiste Souzy – sacerdote, vicario episcopale della deportazione (24/3/1732 – 27/8/1794)
– Antoine Bannassat – parroco (20/5/1729 – 18/8/1794)
– Jean-Baptiste di Bruxelles – canonico (12/9/1734 – 18/7/1794)
– Florent Dumontet de Cardaillac – vicario generale di Castres (8/2/1749 – 5/9/1794)
– Jean-Baptiste Duverneuil – carmelitano (1737 – 1/7/1794)
– Pierre Gabilhaud – parroco (luglio 1747 – 13/8/1794)
– Louis-Wulphy Huppy – sacerdote (1/4/1767 – 29/8/1794)
– Pierre Jarrige de La Morelie de Puyredon – canonico (19/4/1737 – 12/8/1794)
– Barthélémy Jarrige de La Morelie de Blars – religioso cluniacense (18/3/1753 – 13/7/1794)
– Jean-François Jarrige de La Morelie de Breuil – canonico (11/1/1752) – 31/7/1794)
– Joseph Juge de Saint-Martin – sulpiziano, direttore di seminario (14/6/1739 – 7/7/1794)
– Marcel-Gaucher Labiche de Reignefort – compagnia missionaria (3/11/1751 – 26/7/1794)
– Pierre-Yrieix Labrouche de Labordaire – canonico (24/5/1756 – 1/7/1794)
– Claude-Barnabé Laurent de Mascloux – canonico (11/6/1735 – 7/9/1794)
– Jacques Lombardie – parroco (1/12/1737 – 22/7/1794)
– Joseph Marchandon – parroco (21/8/1745 – 22/9/1794
– François d’Oudinot de La Boissiere – canonico (3/9/1746 – 7/9/1794)
– Raymond Petiniaud de Jourgnac – vicario episcopale (3/1/1747 – 26/6/1794)
– Jacques Retauret – carmelitano (15/9/1746 – 26/8/1794)
93144 – Paul-Jean Charles – cistercense (29/9/1743 – 25/8/1794)
93142 – Augustin-Joseph Desgardin – cistercense (21/12/1750 – 6/7/1794)
91889 – Pierre-Sulpice-Christophe Faverge – lasalliano (25/7/1745 – 12/9/1794)
93223 – Joseph Imbert – gesuita (1719 – 9/6/1794)
– Claude-Joseph Jouffret de Bonnefont – sulpiziano, direttore di seminario (23/12/1752 – 10/8/1794)
– Claude Laplace – vice direttore tribunale vescovile (15/11/1725 – 14/9/1794)
– Noël-Hilaire Le Conte – canonico cattedrale di Bourges (3/10/1765 – 17/8/1794)
– Pierre-Joseph Legroing de La Romagére – canonico (28/6/1752 – 26/7/1794)
93139 – Jean-Baptiste-Xavier Loir – frate cappuccino († 19/5/1794)
92948 – Jean Mopinot – lasalliano (12/12/1724 – 21/5/1794)
– Philippe Papon – parroco (5/10/1744 – 17/6/1794)
– Nicolas Savouret – consigliere delle clarisse (27/2/1733 – 16/7/1794)
– Jean-Baptiste Vernoy de Mont-Journal – canonico (17/11/1736 – 1/6/1794)
– Louis-Armand-Joseph Adam – sacerdote (19/12/1741 – 13/7/1794)
– Charles-Antoine-Nicolas Angel – religioso dell’Immacolata Concezione (11/10/1763 – 29/7/1794)
– Claude Beguignot – certosino (19/9/1736 – 16/7/1794)
93140 – Jean Bourdon – frate cappuccino (3/4/1747 – 23/8/1794)
– Louis-François Lebrun – benedettino (4/4/1744 – 20/8/1794)
– Michel-Bernard Marchand – sacerdote (28/9/1749 – 15/7/1794)
– Pierre-Michel Noel – sacerdote (23/2/1754 – 5/8/1794)
– Gervais-Protais Brunel – cistercense trappista (18/6/1744 – 20/8/1794)
93141 – François François – frate cappuccino (17/1/1749 – 10/8/1794)
– Jacques Gagnot – carmelitano (9/2/1753 – 10/9/1794)
93168 – Jean-Baptiste Guillaume – lasalliano (1/2/1755 – 27/8/1794)
– Jean-Georges Rhem – domenicano (21/4/1752 – 11/8/1794)
– Claude Richard – benedettino (19/5/1741 – 9/8/1794)
– Jean Hunot – canonico (21/9/1742 – 7/10/1794)
– Sébastien-Loup Hunot – canonico (7/8/1745 – 17/11/1794)
– François Hunot – canonico (12/2/1753 – 6/10/1794)
– Georges Edme Rene – sacerdote (16/11/1748 – 2/10/1794)
– Lazare Tiersot – certosino (29/3/1733 – 10/8/1794)
– Scipion Jérome Brigeat Lambert – decano capitolo cattedrale (9/6/1733 – 4/9/1794)
93224 – Jean-Nicolas Cordier – gesuita, professore (3/12/1710 – 30/9/1794)
– Charles-Arnould Hanus – parroco e decano (18/10/1723 – 28/8/1794)
– Nicolas Tabouillot – parroco (16/2/1745 – 23/2/1795)
– Antoine, detto Constant, Auriel – vicario (19/4/1764 – 16/6/1794)
– Elie Leymarie de Laroche – priore (8/1/1758 – 22/8/1794)
– François Mayaudon – canonico (4/5/1739 – 11/9/1794)
– Claude Dumonet – sacerdote, professore di collegio (2/2/1747 – 13/9/1794)
– Jean-Baptiste Laborie du Vivier – canonico (19/9/1734 – 27/9/1794)
93213 – Gabriel Pergaud – canonico regolare di s. Agostino, priore – (29/10/1752 – 21/7/1794)
91355 – Michel-Louis Brulard – carmelitano scalzo (11/6/1758 – 25/7/1794)
– Charles-René Collas du Bignon – sulpiziano, superiore seminario (25/8/1743 – 3/6/1794)
– Jacques-Morelle Dupas – vicario (10/11/1754 – 21/6/1794)
– Jean-Baptiste Munestrel – canonico (5/12/1748 – 16/8/1794)


Autore: 
Antonio Borrelli

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura  Gdc 6, 11-24
Gedeone, salverai Israele: non ti mando forse io?

Dal libro dei Giudici
In quei giorni, l’angelo del Signore venne a sedere sotto il terebinto di Ofra, che apparteneva a Ioas, Abiezerita. Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel frantoio per sottrarlo ai Madianiti. L’angelo del Signore gli apparve e gli disse: «Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!». Gedeone gli rispose: «Perdona, mio signore: se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: “Il Signore non ci ha fatto forse salire dall’Egitto?”. Ma ora il Signore ci ha abbandonato e ci ha consegnato nelle mani di Madian».
Allora il Signore si volse a lui e gli disse: «Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?». Gli rispose: «Perdona, mio signore: come salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manasse e io sono il più piccolo nella casa di mio padre». Il Signore gli disse: «Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo».
Gli disse allora: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che proprio tu mi parli. Intanto, non te ne andare di qui prima che io torni da te e porti la mia offerta da presentarti». Rispose: «Resterò fino al tuo ritorno».
Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e con un’efa di farina fece focacce àzzime; mise la carne in un canestro, il brodo in una pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì. L’angelo di Dio gli disse: «Prendi la carne e le focacce àzzime, posale su questa pietra e vèrsavi il brodo». Egli fece così. Allora l’angelo del Signore stese l’estremità del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce àzzime; dalla roccia salì un fuoco che consumò la carne e le focacce àzzime, e l’angelo del Signore scomparve dai suoi occhi.
Gedeone vide che era l’angelo del Signore e disse: «Signore Dio, ho dunque visto l’angelo del Signore faccia a faccia!». Il Signore gli disse: «La pace sia con te, non temere, non morirai!». Allora Gedeone costruì in quel luogo un altare al Signore e lo chiamò «Il Signore è pace».

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 84
Il Signore annuncia la pace per il suo popolo.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.   

Canto al Vangelo  Mt 19,23-30  
Alleluia, alleluia.

Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Alleluia.

Vangelo   Mt 19, 23-30
E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».