Omelia 15-12-17
Gesù Bambino riempi il nostro cuore del tuo amore
SAN VALERIANO
La figura del martire San Valeriano non va assolutamente confusa con quella dell’omonimo presunto promesso sposo della martire romana Santa Cecilia, anche se il loro ricordo si celebra nel medesimo giorno. San Valeriano venerato a Cumiana ed in altre località del Piemonte, rientra nel folto gruppo dei martiri appartenenti alla famosa Legione Tebea, capitanata da San Maurizio, e sterminata nel Vallese nei pressi dell’antica Agaunum, ove oggi sorge il centro di Sainte Maurice.
Secondo una tradizione molto consolidata nei territori dell’arco alpino nord occidentale, non tutti i soldati furono uccisi sulle rive del Rodano, molti riuscirono a fuggire e a raggiungere le vallate della Valle d’Aosta, del Piemonte e della Lombardia. In questi luoghi svolsero opera di evangelizzazione presso le popolazioni ancora pagane e testimoniarono col sacrificio della vita la loro fede, o perché raggiunti da altri soldati mandati al loro inseguimento, o uccisi per mano di persecutori locali.
La critica agiografica, che molto si è occupata del caso della Legione Tebea, ha tentato di far luce anche su queste altre figure, giungendo a differenti risultati, tra loro spesso in contrasto. Da chi respinge totalmente le varie tradizioni locali di questi tebei fuggitivi, a chi accetta acriticamente ogni particolare delle loro leggende. Non è ovviamente possibile giungere ad una conclusione definitiva od univoca della problematica, dovendo ogni caso essere studiato ed analizzato singolarmente e solo successivamente confrontato con gli altri.
E’ oggi opinione comune che santi o martiri locali, di cui per i più diversi motivi si perse memoria della loro reale identità, siano stati legati, per motivi agiografici e di necessità cultuale, agli autentici martiri tebei. Il loro numero fu ulteriormente accresciuto dalla traslazione di reliquie, dallo sdoppiamento di personaggi o anche semplicemente per motivi iconografici: bastava, infatti, che un santo fosse ritratto in abiti militari, per essere assimilato ai compagni di San Maurizio.
Valeriano dunque, secondo la tradizione, avrebbe raggiunto il territorio di Cumiana e lì si sarebbe dedicato alla diffusione della buona novella presso gli abitanti del luogo. Venne decapitato da un drappello di soldati che scoprirono il suo nascondiglio: il santo, prima di morire si inginocchiò e sulla pietra rimasero impresse le impronte delle sue ginocchia. Sul luogo del martirio, a circa un chilometro dalla frazione di Tavernette, alle pendici del monte Piuerne, venne poi innalzata una cappella votiva, ancor oggi esistente anche se in una più recente riedificazione, in cui è visibile il sasso del prodigio. E’ molto probabile che questa tradizione sia da ricollegarsi all’esigenza di sacralizzare un luogo di culto pagano, dove si praticavano particolari riti litici, un fenomeno documentato per numerosi altri santuari dell’arco alpino e non.
Poco distante dalla cappella sorge il santuario vero e proprio. L’attuale costruzione venne terminata nel 1787, ma già dal 1454 è documentata la concessione, da parte del vescovo di Torino, di particolari indulgenze a chi avrebbe contribuito, con offerte o prestando manodopera, all’edificazione dell’oratorio in prossimità del sasso, venerato già in precedenza. Dietro l’altare maggiore dell’odierno santuario vi sarebbero ancora delle tracce di affreschi risalenti, molto probabilmente, a questa prima fase edilizia documentata.
Purtroppo i tre quadri che ornavano l’interno della chiesa e che rappresentavano altrettanti episodi della vita di San Valeriano, furono rubati negli scorsi decenni, insieme al reliquario in cui era conservata un’insigne reliquia del martire.
La festa annuale di San Valeriano si celebra il lunedì dell’Angelo; infatti, non essendo riportato dalla tradizione un dies natalis del santo, il suo nome venne segnato nei calendari al 14 di aprile, giorno in cui è commemorato, come si è detto, l’omonimo martire romano. Poiché tale giorno cade frequentemente in quaresima o nella Settimana Santa, la celebrazione venne fissata al giorno successivo la Pasqua, una giornata festiva che favorisce la partecipazione dei fedeli alla processione fino al pianoro sottostante il santuario e alla successiva celebrazione eucaristica.
Il santo, raffigurato nell’arte come un soldato romano, è anche venerato nella località che da lui prende il nome a Borgone di Susa, ove un oratorio, la cui costruzione presenta tracce di una fase romanica, venne edificato in prossimità della grotta in cui Valeriano avrebbe vissuto. forse anche in questo caso il culto del presunto martire tebeo fu una sacralizzazione di un più antico luogo di culto pagano.
Autore: Damiano Pomi
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Is 48, 17-19
Se tu avessi prestato attenzione ai miei comandi!
Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore tuo redentore, il Santo di Israele:
“Io sono il Signore tuo Dio
che ti insegno per il tuo bene,
che ti guido per la strada su cui devi andare.
Se avessi prestato attenzione ai miei comandi,
il tuo benessere sarebbe come un fiume,
la tua giustizia come le onde del mare.
La tua discendenza sarebbe come la sabbia
e i nati dalle tue viscere come i granelli d’arena;
non sarebbe mai radiato né cancellato
il tuo nome davanti a me”.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 1
Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita.
Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.
È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.
Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Il Signore viene, andiamogli incontro:
egli è il principe della pace.
Alleluia.
Vangelo Mt 11, 16-19
Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».