Messa quotidiana

Omelia 13-8-13

Spirito Santo rinnova i nostri cuori

Carlo Domenico Cristofori nacque ad Aviano (Pn) il 17 novembre 1631. Studiò nel Collegio dei Gesuiti di Gorizia. Un giorno, dopo un’uscita dei collegiali, non rientrò. Cammino due giorni finchĂ©, esausto, bussò alla porta del convento dei Cappuccini di Capodistria. La Provvidenza risolse la sua crisi giovanile con la vocazione alla vita francescana.

beatomarco

Il 21 novembre 1648 vestì l’abito dei cappuccini nel noviziato di Conegliano, cambiando il nome in Marco. Fu ordinato sacerdote il 18 settembre 1655. Nel 1670 venne nominato superiore del convento cappuccino di Belluno e dopo un paio d’anni di quello di Oderzo.

 

La responsabilità della carica, però, ostacolava il suo desiderio di solitudine e preghiera, quindi i superiori, accogliendo la sua richiesta, lo trasferirono a Padova. Fu in questa città che si rivelò per quel grande predicatore che era. Un prodigio avvenuto il 18 settembre 1676 accrebbe la sua popolarità.

 

Così padre Marco d’Aviano divenne un instancabile viaggiatore e predicatore per il Veneto e per tutta l’Europa, accompagnato da una sempre piĂą crescente fama di taumaturgo. Usava, a favore dei malati e dei bisognosi, una particolare formula di benedizione che rimase famosa, procurandogli però qualche noia da parte delle autoritĂ  ecclesiastiche. Nel 1680 viaggiò nel Tirolo, in Baviera e Austria.L’imperatore Leopoldo I d’Asburgo lo volle come suo consigliere a Vienna.

 

Ritornato a Venezia, nel 1681, partì poi per le Fiandre attraversando la Francia, anche se per motivi pretestuosi re Luigi XIV non permise, a padre Marco d’Aviano di passare per Parigi. Ritornò in Italia attraversando la Germania e la Svizzera.

 

Intanto i Turchi erano giunti fino a Vienna, forti di un esercito di 150.000 turchi e giannizzeri, comandati da MustafĂ  “il Nero”, generalissimo di Maometto IV. Papa Innocenzo XI inviò allora padre Marco d’Aviano a riunificare i comandanti degli eserciti cristiani, in lotta tra di loro, sotto il comando del coraggioso Giovanni Sobieski. Incitando poi i soldati a credere incrollabilmente nell’aiuto divino padre Marco contribuì senz’altro a che Vienna il 12 settembre 1683 fosse liberata dall’assedio ed i Turchi sconfitti. Il valore politico-religioso di quella vittoria era enorme: se Vienna fosse caduta ai turchi si sarebbe aperta la strada per arrivare fino a Roma! Marco d’Aviano per questo divenne il “Salvatore d’Europa“.

 

Successivamente continuò a riunire ed organizzare i cristiani provocando la sconfitta definitiva dell’Islam in Europa dopo le battaglie di Budapest (1684-1686), Neuhäusel (1685), Mohacz (1687), Belgrado (1688) fino alla pace di Karlowitz (1689).

 

Terminate le guerre Marco d’Aviano riprese instancabile la sua opera pastorale. Nel 1699, a 68 anni, ripartì per Vienna, ma era oramai afflitto da un tumore che lo stava consumando. Il 25 luglio fu costretto a letto e, il 13 agosto 1699 moriva assistito dallo stesso imperatore Leopoldo I. Dopo solenni funerali venne sepolto nella cripta dei Cappuccini di Vienna, accanto alle tombe imperiali. La sua figura, poco ricordata in Italia, è, invece, studiata a scuola in Austria e nell’Europa dell’Est.

 

Papa Pio X nel 1912 firmò il decreto d’introduzione della causa di beatificazione e il 27 aprile 2003 è stato beatificato in Piazza s. Pietro a Roma, da papa Giovanni Paolo II.

 

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura  Dt 31, 1-8
Sii forte e fatti animo, Giosuè, perché tu condurrai questo popolo nella terra.

Dal libro del Deuteronòmio
Mosè andò e rivolse queste parole a tutto Israele. Disse loro:
«Io oggi ho centovent’anni. Non posso più andare e venire. Il Signore inoltre mi ha detto: “Tu non attraverserai questo Giordano”. Il Signore, tuo Dio, lo attraverserà davanti a te, distruggerà davanti a te quelle nazioni, in modo che tu possa prenderne possesso. Quanto a Giosuè, egli lo attraverserà davanti a te, come il Signore ha detto.
Il Signore tratterĂ  quelle nazioni come ha trattato Sicon e Og, re degli Amorrei, e come ha trattato la loro terra, che egli ha distrutto. Il Signore le metterĂ  in vostro potere e voi le tratterete secondo tutti gli ordini che vi ho dato.
Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore, tuo Dio, cammina con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà».
Poi Mosè chiamò Giosuè e gli disse alla presenza di tutto Israele: «Sii forte e fatti animo, perché tu condurrai questo popolo nella terra che il Signore giurò ai loro padri di darvi: tu gliene darai il possesso. Il Signore stesso cammina davanti a te. Egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà. Non temere e non perderti d’animo!». 

Salmo Responsoriale   Dt 32,3-4b.7-9.12
Porzione del Signore è il suo popolo. 

Voglio proclamare il nome del Signore:
magnificate il nostro Dio!
Egli è la Roccia: perfette le sue opere,
giustizia tutte le sue vie.

Ricorda i giorni del tempo antico,
medita gli anni lontani.
Interroga tuo padre e te lo racconterĂ ,
i tuoi vecchi e te lo diranno.

Quando l’Altissimo divideva le nazioni,
quando separava i figli dell’uomo,
egli stabilì i confini dei popoli
secondo il numero dei figli d’Israele.

Perché porzione del Signore è il suo popolo,
Giacobbe sua parte di ereditĂ .
Il Signore, lui solo lo ha guidato,
non c’era con lui alcun dio straniero.

Canto al Vangelo  Mt 11,29  
Alleluia, alleluia.

Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore.
Alleluia.

Vangelo   Mt 18,1-5.10.12-14
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
«In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».