Maria ti guidi
Dall’Ascensione alla Pentecoste il timone della Chiesa è stato nelle mani di Maria, la Madre di Gesù. Non c’è stato un affidamento pronunciato da Gesù a tale scopo.
La figura di Maria impersonava piĂą di ogni altro la figura di GesĂą.
L’attenzione degli apostoli e dei discepoli era su di lei.
La Chiesa gerarchica era giĂ costituita, ma il cuore della Chiesa era un motore ancora da accendere.
Dalla promessa di Gesù gli Apostoli avevano l’assoluta certezza dell’avvento dello Spirito Santo. Lì nel Cenacolo, in preghiera, lo Spirito era il fuoco atteso per generare la Sposa di Cristo.
Il Padre stava per affidare all’umanità il supremo deposito dell’Amore. Quella del Cenacolo fu una vigilia fatta non tanto dal corpo col digiuno, ma fu vissuta nel profondo dell’anima con la potenza dell’orazione. La liturgia di quei giorni s’innalzava sulle ali della memoria e della parola, e sull’emozionante comune testimonianza della vita, passione, morte e risurrezione di Gesù.
L’immagine dell’Ascensione riempiva ancora i loro occhi e struggeva di nostalgia i loro cuori. Erano scesi felici dal Monte, perchĂ© benedetti, ma indeboliti dall’assenza visibile del Maestro: “Lo vedrete tornare …” (cfr At 1,11).
 Questa era l’essenziale certezza! Ma a che distanza di secoli!
Nel gruppo del Cenacolo erano tutti testimoni, ma ognuno dei discepoli portava nella propria natura umana le ferite comuni a tutti gli uomini, con l’aggiunta di alcune debolezze rivelate nella sequela. Una sola era l’“Intatta”: Maria.
Illibata nell’anima da sempre, Madre vergine. Privilegi che la Chiesa chiarirà e affermerà sempre più dogmaticamente.
Lei era in grado di dichiarare: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente …” (Lc 1,49).
La Chiesa fin da quei giorni ha capito che Maria è l’unica perfetta nell’obbedienza, nel servizio e nell’amore.
Il suo “Fiat” al Signore non contiene riserve e nulla si perde di quanto il Padre ha deposto in lei. Per questo Egli le affida di portare nel cuore la Chiesa, come le aveva affidato di portare nel seno il Verbo. Nel cenacolo la Chiesa tutta insieme conosce finalmente la “Madre”.
Ogni parola che il Vangelo di Luca racconta sull’annuncio, sulla nascita, sull’infanzia, è risuonata per la prima volta tra quelle pareti. Lì fu visibile il tabernacolo dei segreti divini. Lì la Chiesa ha succhiato il latte della tenerezza di Maria per imparare ad essere madre. Chi può descrivere la felicità del cuore di Maria nel giorno in cui lo Spirito Santo inonda di fuoco il cuore dei discepoli di Gesù? Lei sa meglio d’ogni altro, che da quel giorno in poi la Chiesa diventa amore e riempirà d’amore il mondo. A questi pensieri l’anima trabocca di gioia. Vorrei gridare a tutti che Maria è la meraviglia di Dio in mezzo agli uomini.
Torno a Padre Pio.
Egli è vertiginosamente innamorato della Madre di Gesù.
Che luce nei suoi occhi quando li posava sul volto della Madonna!
Un giorno lo pregai di scrivermi un pensiero sull’immaginetta della Madonna da conservare come prezioso ricordo personale.
Mi mostrò le mani gonfie, le dita livide. Non era possibile.
Io mi scusai e non ci pensai piĂą.
Trascorsero molti giorni ed ecco che un pomeriggio, mentre eravamo seduti intorno a lui sulla veranda, mandò Padre Alessio nella sua stanza. Questi tornò con una immaginetta della Madonna tra le mani.
Il Padre vergò per me lentamente dietro l’immaginetta queste parole: “Maria ti guidi col suo materno sorriso”.
A quella sorgente io bevo.
Quel “sorriso” è il segno della speranza che apre i miei giorni.
P.G. Alimonti OFM cap, I miei giorni con P. Pio, p 86