Poesie

Madre Santa

L’invitata eri tu.
Agli sposi dicesti:
vorrei portare mio figlio
e alcuni suoi amici.
Gli sposi furono contenti.
La parentela era numerosa.
Quando i preparativi 
furono terminati
tutti sedettero a mensa.
Gli sposi furono accolti
con inchini, applausi,
voci e frasi di augurio.
Una coppia modesta e felice.
L’uso tradizionale di mangiare con le dita
evitava l’esigenza di tanti piatti e posate,
che ai giorni nostri
ingombrano la mensa.
Gesù era seduto vicino a te.
Conversazione tenera, affettuosa.
Non giudizi sul pubblico
ma amore per tutti.
I brindisi si susseguivano
e ormai erano anche un po’ brilli.
Sul tuo cuore pesava
un motivo di materno dolore.
Era questo il pensiero:
oggi debbo io stessa donare Gesù
all’attesa del mondo.
Gesù è mio figlio
ma è venuto sulla terra
per il bene di tutti.
Vedo che è finito il vino.
E questo il momento.
Una morsa mi stringe il cuore.
– Figlio mio, non hanno più vino – (cfr Gv 2,3)
Ci devi pensare tu.
– Madre, non è giunta l’ora
di farmi conoscere dagli altri – (cfr Gv 2,4)
E la mamma, non deve replicare.
Chiama con cenno sommesso
uno degli addetti alla mensa;
gli sussurra: non e’è più vino.
Fate quello che vi dice mio figlio (cfr Gv 2,5)
Gesù discretamente ordina.
Il vino è pronto, è ottimo.
Il direttore della mensa non sa,
e se la prende con lo sposo.
L’incidente finisce lì;
le conseguenze del prodigio no.
Addio intimità familiare!
Addio piccola casa di Nazareth!
Il Figlio dell’Uomo
non avrà più una casa.
La mia famiglia è l’umanità.
E tu Madonnina, che fai?
Giuseppe non e’è più.
Gesù parte per il mondo.
Ora siamo tutti intorno a tè.
Siamo tutti nel tuo cuore.
Madre Santa, ti preghiamo,
in ogni famiglia porta Gesù.

P. G. Alimonti OFM cap, I colori del vespro 1, pp 183-184-185