Lettera a P. Guglielmo
Caro padre, sono un’insegnante della scuola dell’infanzia e sono rimasta sconcertata leggendo la decisione di bandire i crocifissi e di cancellare la festa del Natale in un istituto scolastico di Rozzano, in provincia di Milano.
La scelta del dirigente è all’insegna di una linea di rigorosa laicità.
Ma perché dobbiamo cancellare le nostre radici in virtù dell’integrazione?
Dobbiamo ridurla a una festa di luci o peggio ancora semplicemente dei regali.
Davvero c’è chi potrebbe sentirsi offeso se parliamo di un Bambino che ci insegna solo amore?
RISPOSTA di Padre Guglielmo
Lo scandalo di Rozzano (Mi): bandire il crocifisso e cancellare il Natale.
1) Se non ti scandalizzi di fronte ad una Italia cattolica governata sempre dai comunisti, non devi scandalizzarti per l’episodio di Rozzano.
Non dimenticare, il comunismo è ateo, anche quando non perseguita la Chiesa.
Ho fondato timore che col tempo casi di questo genere si moltiplicheranno.
Se si toglie il crocifisso dalla scuola, il comunista non ha nulla da rimpiangere, anzi si serve dello zampino musulmano per farlo senza sporcarsi le mani. È la maschera del diavolo.
Non è un problema di integrazione ma di fede.
Ci sono paesi dove l’integrazione è vissuta da secoli tranquillamente.
2) C’è chi si offende se parliamo di un Bambino simbolo dell’amore?
Ma ne parliamo?
In Chiesa nessuno fino ad ora ci ha tolto la libertà di farlo, almeno in Italia.
Nei negozi e nelle piazze la religione si chiama consumismo e non da adesso.
Al posto dei palloncini illuminati, i fedeli potrebbero mettre in vista i Vangeli.
Sugli architravi dei propri edifici starebbero bene non insegne pagane, ma parole di Gesù, dettate da Lui per illuminare il mondo.
Così S. Francesco venerava ogni parola di Dio. Egli amava da morire quel Bambino e per annunziarlo è arrivato fino al sultano, che per quell’amore, non solo non l’ha ucciso, ma gli ha concesso il lasciapassare per tutti i luoghi santi.