L’arma che vince
Padre Pio scrive: “… Quando vi sentite oppressa dalla
tentazione, il mezzo per costringere Iddio a venire in nostro
aiuto, è l’umiltà dello spirito, la contrizione del cuore,
la preghiera confidente.
A questa dimostrazione è impossibile che Iddio non
faccia buon viso, che non ceda, che non si arrenda, che non
venga in nostro aiuto.
La potenza di Dio, è vero, di tutto trionfa; ma l’umile
e dolente preghiera trionfa di Dio stesso, ne arresta il
braccio, ne spegne il fulmine, lo disarma, lo vince, lo placa
e se lo rende, quasi sarei per dire, dipendente ed amico.
Il santo Davide aveva già detto che l’uomo non ha
speranza di aiuto che in Dio solo, ma che questo aiuto divino
è collocato infinitamente in alto, sicché l’uomo per
quanto si alzi e distenda la mano, non può giungere ad
afferrarlo (Sal 143,7).
Ma facciamoci animo; diamo uno sguardo al divino
Maestro che prega nell’Orto (Mt 26, 36 ss) e scopriremo
la vera scala che unisce la terra al cielo; vi scorgeremo
che l’umiltà , la contrizione, la preghiera fanno scomparire
questa distanza, che passa tra l’uomo e Dio, e fanno sì che
Dio discenda fino all’uomo e che l’uomo s’innalzi sino
a Dio, sicché si finisce coll’intendersi, con l’amarsi, col
possedersi.
… Usando sempre di tali mezzi, voi riuscirete a rendervi
propizio Iddio, voi volgerete la sua giustizia in amorosa
pietà , ad ottenere da lui tutto ciò che voi vorrete: il
perdono dei peccati, la grazia di vincere tutti i nemici, la
santità e l’eterna salute, (Ep. III, p. 95-96).
Ma qual fu il segreto di sì grande trionfo, onde il
patriarca Giacobbe ha superato un angelo? Il profeta Osea
ce l’ha detto: l’umiltà , le lacrime e la preghiera: “Flevit, et
supplex fuit illi” (cf. Est 8,3).
E San Paolo ci ha pure scoperto il segreto della forza
onde GesĂą Cristo nella miseria della nostra carne, ha vinto
Dio nella sua gloria, cioè l’abbassamento, l’orazione, il
pianto e le grida: “Con forti grida e lacrime.
Essendo stato esaudito per la sua pietĂ (Eb 5,7).
Eccoci dunque … di fronte ad un duplice dato scritturale;
eccoci svelato un gran mistero sia nella sua figura
come nel figurato, cioè: che dove nelle lotte dell’uomo
coll’uomo si paventa innanzi al suo avversario, chi è ferito,
chi è stramazzato a terra, chi versa il sangue, si considera
perduto e vinto; nelle lotte dell’uomo, però, colui
che trema innanzi a questo medesimo Iddio, alla cui forza
nulla resiste, tutto cede alla sua parola, tutto dispare ad un
cenno della sua volontà , costui, dico, che è oppresso sotto
il peso della tribolazione, abbattuto alla vista delle piaghe
dei propri falli, trascina la sua fronte nella polvere, si umilia,
piange, sospira e prega, alla fine trionfa della giustizia
di Dio e lo obbliga ad usargli Misericordia: «Flevit, rogavit
et potens fuit»” (Ep. II pp. 485-486).
Nella penna e nella vita di Padre Pio questi principi
di fede e di ascetica cristiana sono esperienza spirituale di
ogni giorno.
Li definirei “autobiografici” tanto si identificano con
la sua vita interiore e con la sua umiltĂ , con la sua fiducia
in Dio e con l’uso dell’arma che vince, ossia la preghiera.
Padre Pio è un esperto e perfetto maestro del cammino
di santitĂ .
Il ruolo di Padre Pio è quello dei Re Magi che seguono
la stella, cioè lo Spirito Santo, per arrivare a Betlemme,
il luogo dove si può vedere, adorare e offrire doni al
bambino che è nato.
Quel bambino è Dio nell’umiltà , è la divinità visibile
con gli occhi della fede, riconoscibile con gli occhi
dell’amore.
Quel bambino è accessibile. Quel bambino è dispo30
nibile a passare dalle braccia della Mamma a quelle dei
poveri pastori, dei sapienti Re Magi, dei santi Simeone e
Anna.
Anzi è perfino pronto al bacio dei nemici e dei traditori.
“Alla scuola spirituale di Padre Pio” è proprio questo
il titolo che Padre Melchiorre da Pobladura ha dato
al libro, dove insegna ai figli di Padre Pio come lasciarsi
prendere per mano da lui per non smarrire la via di Betlemme.
Così con Padre Pio a Betlemme, con Padre Pio sul
Tabor, con Padre Pio a Nazareth, con Padre Pio nelle vie
della Palestina, con Padre Pio a Gerusalemme, con Padre
Pio sul Calvario, con Padre Pio sul monte dell’Ascensione,
con Padre Pio alla luce della perpetua Risurrezione,
con Padre Pio, vittoriosi, fino al regno della gloria.
P. G. Alimonti OFM cap, Raggi di sole, vol. 1, pp 27-28-29-30