La vetta
L’uomo superbo o discute il comando o addirittura si rifiuta di obbedire.
Questa è la causa della sua rovina e forse della stessa perdizione.
La persona umile è docile ed obbediente al volere di Dio. Ne avrà in premio la forza per vincere ogni male e salire fino a Dio.
San Giovanni Rotondo 27/7/1917 – Ep. III, p. 283 (a Maria Gargani)
“… questo è il gran consiglio ma il meno inteso nella condotta spirituale: ciascuno ama secondo il proprio gusto, pochi però amano secondo il proprio dovere ed il gusto di nostro Signore. Di qui nasce quello stato lagrimevole che molti sono quelli che intraprendono la via della perfezione, ma pochi sono quelli che arrivano alla cima della stessa perfezione”.
LA VETTA
Così pregò lo stolto:
– Signore, dammi retta,
io sono un uomo esperto.
Per qualche tempo almeno,
Tu lascia a me l’impresa -.
Non lo degnò d’ascolto
il Cielo e non rispose.
Ma quello in sé concluse:
– Presumo che il silenzio
mi voglia dar ragione -.
Di strada non ne fece
secondo il cuor di Dio,
ma scese fino in fondo
al mar di confusione,
e resta ancora lì.
Il saggio suo fratello
ha sempre l’occhio a Dio.
Non osa muover passo
se non ne vede il cenno.
L’amor di Lui lo guida.
Non lo scoraggia il vuoto.
Non lo spaventa il buio.
Il tempo, bello o brutto,
affida a Chi sa tutto.
RaggiungerĂ la vetta.
P. G. Alimonti, In cammino, p. 127-8, collana Voce dell’anima